“La meta è il percorso stesso”. Questo detto proveniente dalla tradizione orientale può essere applicato benissimo all’atto del camminare, che in sostanza può essere definita anche una pratica spirituale, in quanto conoscenza pratica, semplice ed efficace di se stessi. Non sono, d’altronde, grandi camminatori proprio i saggi, gli eremiti e i cercatori spirituali, in oriente e in occidente? Pensiamo tra gli altri a San Francesco, ai pellegrini di Santiago di Compostella, ai Sadhu indiani e ai monaci buddhisti nell’estremo Oriente. In loro è presente nello stesso momento il cammino fisico e quello spirituale, uno non esclude l’altro. Il loro percorso, interno ed esterno, è essenziale, semplice va dritto al cuore dell’esperienza.
“Ed è appunto l’esperienza diretta, guidata dalla consapevolezza, che conduce alla calma interiore, esprimendo un linguaggio comune tra pratica Yoga e camminare. Ogni passo, come ogni posizione Yoga, si compie adesso, é radicata nel qui e ora. Siamo presenti a noi stessi in questo momento: non prima, non dopo, lo siamo ORA”, ci spiega Gianmario Aquilino, massaggiatore e Personal Trainer presso lo studio Fisiomassage di Milano.
Praticando lo Yoga, respirando profondamente, un calore parte dal petto e scorre sempre più fluido seguendo i percorsi del corpo (le nadi, nella terminologia Yogica). Il prana, l’energia vitale veicolata dal respiro, scorre nel corpo e il corpo prende vita, assume le posizioni richieste, in modo comodo e rilassato. Ogni posizione amplia la nostra esperienza. E la consapevolezza si espande gioiosamente in noi, permeando mente e corpo. Siamo qui e siamo ora. Uscendo a camminare, il calore del respiro ci scalda, quel calore che sentiamo nel petto si palesa mentre camminiamo e si espande lentamente in tutto il corpo, lo risveglia e lo mette in moto. La camminata diventa fluida, calda, rilassata. La consapevolezza si espande gioiosamente in noi. La mente è calma, il corpo a suo agio, si apre alle sensazioni del qui e ora. Non abbiamo fretta, siamo nel presente, ogni passo amplia la nostra esperienza e allunga il nostro cammino. Il sacro si svela, nella pratica Yoga come nel camminare: il flusso del tempo si esprime nel movimento, nel susseguirsi di movimenti, di posizioni. Il flusso del respiro supporta il movimento e rasserena la mente. La mente da dinamica (troppo dinamica) rallenta diventando sempre più immobile, nitida, infine stabile. Il corpo da statico (troppo statico) entra un flusso armonico, piacevole, si purifica e si rinforza attraverso il movimento. È un rivelarsi di energie nascoste e inespresse. E infine, il risultato supera la somma delle parti e si realizza l’unione di mente e corpo, con naturalezza. Lo Yoga è per definizione una pratica spirituale, semplice e sofisticata nello stesso tempo che parte dalla consapevolezza del corpo ed utilizza vari strumenti, da disciplina eclettica e raffinatissima quale è. Lo Yoga parte dal corpo per arrivare a livelli sempre più alti. Il camminare può essere accostato allo Yoga anche per il suo approccio: la scoperta lenta, costante, nuova, delle sensazioni. Il rivelarsi dell’esperienza diretta, senza intermediari, la nitidezza del momento. Questa é una delle chiavi che lega il camminare alla pratica dello Yoga, pur riconoscendone le diversità e le differenti complessità. Lo yoga può essere utilizzato, in modo pragmatico, come metodo di allenamento per chi vuole praticare la camminata sportiva, il Fit Walking, il Nordic Walking o il Trekking. In questo caso lo Yoga può aiutare nel migliorare la postura, rinforzare e allungare i muscoli, allenare la resistenza, aumentare la propriocezione e la capacità di concentrazione. Lo Yoga insegna ad essere nel corpo e ad alleggerire la mente. Essere nel corpo a mente leggera significa camminare nel mondo con il sorriso sulle labbra.
Silvia Trevaini
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