Bambini e crudismo

Molte persone si chiedono se dare ai propri  figli una dieta esclusivamente crudista. Per prima cosa, vorrei sottolineare che non stiamo raccomandando una dieta 100% crudista per i bambini. Anche se, con una buona pianificazione, questa dieta può essere implementata con successo, credo che in questo caso i rischi superino i benefici, specie quando esistono alternative migliori, più pratiche e sicure. Da parecchi anni però si ha avuto un’evoluzione del movimento crudista, e si può incontrare un buon numero di famiglie e bambini crudisti.

La maggior parte delle persone, però, non erano in grado di far seguire ai propri bambini una dieta crudista al 100%, per alcune semplici ragioni pratiche. Anche se questi bambini mangiano una grande quantità di cibi crudi, i loro genitori si trovano costretti a introdurre qualche cibo cotto nella loro dieta, per via di circostanze sociali come riunioni con la famiglia o gli amici, o per la paura di qualche carenza. In alcuni rari casi si possono incontrare genitori molto motivati, in grado di proteggere i propri figli dalle influenze “cotte” della società e di allevare i propri figli con una dieta crudista al 100%. Almeno fino a quando i figli stessi, solitamente tra i 7 e i 12 anni, non hanno richiesto loro stessi di assaggiare cibi cotti, per curiosità o a causa di pressioni sociali. Tra questi bambini, alcuni sono rimasti crudisti anche più a lungo, ma quasi tutti hanno abbandonato la dieta completamente crudista dopo l’adolescenza. Tuttavia, ciò che mangiamo da piccoli forma i nostri gusti per la vita. Perciò questi bambini, pur avendo smesso di seguire una dieta esclusivamente crudista, in genere hanno continuato ad apprezzare frutta e verdura, scegliendo di rimanere almeno vegani o vegetariani. Ma vediamo cosa ne pensa il  nostro esperto di alimentazione fruttariana Giorgio Bogoni e come si comporterebbe con i suoi figli.

Ognuno di noi vuole il meglio per i propri figli e cerca di fare in modo che approfittino delle nostre personali esperienze, senza commettere gli errori che a noi non sono stati evitati. Purtroppo però le esperienze hanno valore proprio perché sono state vissute in prima persona: molto prima dell’adolescenza un bambino cresciuto crudista, o con un qualsiasi regime alimentare diverso dalla maggior parte dei suoi coetanei, metterà in discussione la validità del credo dei genitori e vorrà sperimentare – è inevitabile.

Personalmente ho cominciato il mio percorso di Perfezionamento Alimentare dopo la nascita della mia seconda figlia e oggi, con la prima ormai maggiorenne, non ho più la possibilità di decidere per la loro alimentazione, ma ritengo che optare per una scelta alimentare fuori dal diffuso onnivorismo sia un atto di estremo coraggio, che pretende una rara convinzione in quello che si è scelto per se stessi.

Se avessi un figlio oggi sicuramente lo crescerei quantomeno vegano crudista, probabilmente quasi fruttariano, almeno fino a quando mi sarebbe possibile scegliere per lui, ma non nascondo che qualche paura mi rimarrebbe.

É infatti inevitabile che le credenze con le quali siamo stati cresciuti ed il tessuto sociale condiviso, abbiano lasciato il segno e, per quanto la determinazione possa ottenere buoni risultati su se stessi, la paura di danneggiare qualcun altro con le proprie idee rimane sempre presente.

A questo si aggiungono ulteriori dubbi legati al fatto che la visione scientifica corrente presuppone differenti necessità per un organismo in fase di crescita, come quello di un bambino… insomma, il peso della responsabilità fa paura e le scelte personali vengono applicate con moderazione.

Sono gli stessi dubbi di fondo che, seppur non minando le mie convinzioni, mi rendono cauto nel suggerire una dieta fruttariana a persone con patologie specifiche che invece, nella logica in cui credo, dovrebbero trarne estremo beneficio.

Del resto, qualora non bastasse l’aspetto etico della responsabilità, l’attuale società ha strutturato le cose in modo da rendere responsabili anche legalmente a fronte di un consiglio disinteressato, in modo da limitare al massimo la diffusione di informazioni al di fuori di quanto accettato dalla massa della popolazione. Essere radiati o resi pubblicamente ridicoli, sono le moderne scomuniche e messa al rogo in piazza.

Ma tornando nello specifico al crudismo e alla sua applicabilità alla dieta dei bambini, mi sento di consigliarlo, almeno come indicazione per la maggior parte del cibo assunto.

Un regime alimentare crudista, come suggerito da Arnold Ehret, darà subito soddisfazione in termini di generale stato di salute del bambino, non più soggetto a influenze e malattie da raffreddamento quanto i coetanei.                                                                                                                                                                                           Sicuramente non mi preoccuperei di eventuali carenze in quanto, dal punto di visto strettamente riduzionistico, nel cibo crudo si trova tutta la completezza di micronutrimenti tanto cari ai nutrizionisti, senza il deterioramento provocato dalla cottura.

Personalmente, con le figlie ormai abbastanza grandi da essere in grado di fare le loro scelte alimentari, mi limito a dare l’esempio piuttosto che spendere troppe parole di convincimento.

Di fatto, riconoscono loro stesse che, dopo pochi anni di alimentazione crudista, non sono più soggetto ad alcuna malattia e sono ringiovanito nell’aspetto.

E si sa, tutto quanto viene osservato direttamente rimane impresso in maniera indelebile nella memoria…

12trevaini50Silvia Trevaini

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