La retinopatia diabetica rappresenta la complicanza oculare più grave del diabete mellito. È ormai la causa più frequente di cecità legale nei paesi industrializzati. Con l’incidenza del diabete in aumento, le campagne di screening e la sensibilizzazione della popolazione rappresentano mezzi importantissimi per la diagnosi precoce di questa patologia.
Ce ne parla la Dott.ssa Barbara Parolini, medico oculista, responsabile della divisione di Patologia Retinica di Eyecare Clinic di Brescia e chirurgo vitreo-retinico di fama internazionale.
“I dati epidemiologici della Organizzazione Mondiale della Sanità prevedono un raddoppio dei casi di diabete in Europa nei prossimi anni. La retinopatia diabetica è, per questo motivo, una patologia sempre più frequente e richiede una diagnosi precoce ed un attento monitoraggio”
In che maniera secondo Lei possiamo combattere questo continuo aumento dell’incidenza della retinopatia diabetica?
“È una battaglia che va combattuta in gruppo. Inizia con la figura cardine, che è quella del medico di famiglia. Il ruolo del medico curante è centrale nella sensibilizzazione del paziente, ed anche del nucleo familiare, nel promuovere uno stile di vita sano ed una alimentazione corretta. Il paziente deve comprendere l’importanza del controllo della glicemia e della pressione arteriosa, e la necessità di sottoporsi a periodici controlli presso il proprio centro diabetologico di riferimento. Sta poi a quest’ultimo indirizzarlo dall’oculista per la regolare valutazione del fondo oculare. Sono comunque convinta che molti casi di diabete possono essere, se non del tutto guariti, quanto meno controllati in modo significativo, semplicemente cambiando il modo di mangiare e introducendo una quantità accettabile di esercizio fisico. Non mi stanco mai di dire ai miei pazienti che potrebbero davvero fare a meno di me, di noi medici e dei farmaci, se solo controllassero alla perfezione la nutrizione e l’attività fisica”
A quali esami è utile sottoporsi?
“Sicuramente l’esame del fondo oculare è il primo step che, già da solo, permette di inquadrare bene lo stadio di retinopatia di cui soffre il paziente. Un altro esame diagnostico oggi fondamentale è l’OCT (tomografia a coerenza ottica), con il quale siamo in grado di ottenere immagini retiniche dettagliate, simili a quelle di una TAC, con il solo utilizzo di un fascio di luce. Non è invasivo. Ci permette uno studio microscopico della macula ed una diagnosi dell’edema maculare nelle sue fasi iniziali, quando può non essere visibile ad occhio nudo all’esame del fondo oculare.
Fino a poco tempo fa era necessario sottoporre i pazienti affetti da retinopatia diabetica all’esame della fluorangiografia. Tale esame prevede l’iniezione di un colorante in vena e l’acquisizione di immagini dopo l’arrivo del colorante all’occhio. I moderni Angio-OCT sono in grado di studiare la vascolarizzazione della retina in modo NON invasivo, sfruttando il naturale movimento dei globuli rossi all’interno dei vasi. Questo ci permette di valutare lo stato di salute dei vasi retinici senza iniettare coloranti, e rappresenta ormai un esame fondamentale nella diagnosi anche di altre patologie, come la degenerazione maculare legata all’età.
Solo in centri altamente specializzabili è disponibile l’angioOCT.
Quali sono i sintomi della retinopatia diabetica?
“L’importanza degli screening e dei controlli periodici sta proprio nel fatto che le fasi iniziali della patologia sono spesso asintomatiche. L’obiettivo è scovare i segni di malattia nelle fasi iniziali, al fine di evitare l’insorgenza delle sue complicanze”.
Ci spiega meglio quali sono queste complicanze?
“La complicanza più frequente è l’edema retinico, ed in particolar modo l’edema maculare. La macula rappresenta la regione più nobile della nostra retina, quella che ci permette di vedere il viso dei nostri cari, distinguere i colori, leggere, etc. Quando questo edema interessa la macula compaiono i primi sintomi: la vista si riduce e diventa offuscata o distorta, i colori sbiaditi. Con l’aggravarsi della patologia possono comparire vasi patologici nella retina, che, in alcuni casi, causano sanguinamenti all’interno dell’occhio, fino a complicanze più temibili e terribili come il distacco di retina ed il glaucoma”.
Esiste una terapia?
“La prima terapia consiste, come dicevo, in un buon controllo glicemico, attraverso uno stile di vita sano, fatto di alimentazione corretta e possibilmente attività fisica regolare. Non mi stanco di sottolineare che alimentazione e attività fisica possono completamente controllare la malattia nella maggior parte dei casi.
Quando questi due fattori non sono controllabili, dobbiamo ricorrere ai trattamenti.
Abbiamo a disposizione diversi farmaci, molto efficaci, che permettono di conservare un’ottima vista, soprattutto se la terapia viene iniziata tempestivamente. Questi vengono iniettati all’interno dell’occhio con aghi sottilissimi, e sono gli Anti-VEGF e i cortisonici. Il trattamento laser esiste da qualche decennio. Al giorno d’oggi, però, la tecnologia ha compiuto notevoli passi avanti e ci mette a disposizione laser moderni con nuovi meccanismi di azione, come il laser micropulsato o sottosoglia, che consente di trattare direttamente la regione maculare, stimolando le cellule dello strato più profondo a riassorbire l’edema retinico. La chirurgia, invece, è destinata agli stadi più avanzati della patologia, quelli che ci auguriamo di prevenire”.
Direi in riassunto che la giusta informazione del paziente, la prevenzione e la diagnosi precoce rappresentano, quindi, mezzi insostituibili per combattere la retinopatia diabetica. I moderni strumenti ed i nuovi farmaci permettono ormai di diagnosticare e trattare efficacemente la patologia fin dagli esordi. Sottoporsi regolarmente ad una visita oculistica è quindi essenziale per controllare lo stato di salute della nostra retina.
Silvia Trevaini
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