La sordità da fenomeno banale a danno irreparabile.
Ne parliamo con il Dott. Roberto Barocci, specialista in otorinolaringoiatria del Centro Medico Visconti di Modrone. Un atterraggio dopo un volo destinato ad un’amena località di villeggiatura o una emozionante discesa di una strada di montagna dopo un’escursione, all’improvviso, vengono profondamente turbati da un orecchio che si chiude, profondamente sordo, fastidiosissimo e apparentemente insensibile a qualsiasi manovra di sblocco.
Ma c’è anche qualcosa di più banale.
Un sereno “fai da te” con la finalità di pulire bene l’orecchio liberandolo da secrezioni, squamosità, cerume, in un attimo blocca l’udito, determina la sensazione di “orecchio pieno” e… più nulla da fare.
Infine, come sempre, esistono le cose serie.
Non abbiamo fatto nulla, lasciando scorrere nella monotonia del quotidiano la nostra esistenza, avendo abbondantemente dimenticato anche di possedere due orecchie (tanto è il disinteresse di raccogliere messaggi dal mondo circostante!), quando all’improvviso compare un ronzio, magari una lieve vaga vertigine e un orecchio smette di funzionare. La sordità improvvisa!
Ma è altrettanto vero l’opposto. La notte precedente, un furore insolito (o usuale) di vita sociale e di desiderio di partecipazione a una manifestazione di massa ci ha esposto per ore a musica ad altissima intensità, magari posizionati estremamente vicini a un diffusore: poco dopo (o durante) alla musica si sostituisce il silenzio uditivo di un orecchio.
Nel rapporto medico/paziente spesso si assiste ad una inversione della valutazione dell’urgenza: alcuni sintomi connotano sempre un approccio urgente (dolore acuto, emorragia, etc…) mentre altri possono attendere che le sale di attesa del pronto soccorso si svuotino per essere valutati quando possibile.
La sordità improvvisa è un’urgenza vera e la tempestività della diagnosi e della cura condizionano la guarigione.
Per amore di chiarezza, se un accanito sostenitore della auto-toilette si spinge il cerume vicino alla membrana timpanica e non riesce più ad estrarlo e quindi ha un orecchio bloccato, certamente ha un fastidio ma non rischia nulla.
Anche il viaggiatore danneggiato da un atterraggio “precipitoso” o da una discesa dalla montagna troppo veloce è sicuramente infelice nel vedere danneggiata la sua vacanza, ma prima o poi, la sua tuba di Eustachio (canale che garantisce la compensazione) comincerà a funzionare e l’orecchio si aprirà, tornando a sentire.
Il problema è tutto qui. Abbiamo parlato di urgenza proprio perché si deve essere sicuri che si tratti di una delle banalità descritte. E che non avvenga il contrario. Pensiamo alle banalità e invece la diagnosi è diversa. Ecco allora che è indispensabile fare chiarezza. Una chiarezza che da soli non è possibile, anche perché occorrono esami obiettivi e funzionali che lo specialista può e deve eseguire.
E’ infatti inutile che l’umano sappia che il neurinoma del nervo acustico nel 10% dei casi insorge con una sordità improvvisa. Come è informazione superflua quella data al paziente iperteso o diabetico circa la possibilità che uno squilibrio possa danneggiare la circolazione dell’orecchio interno e provocare una sordità improvvisa.
La tanto citata e discussa malattia di Meniere spesso inizia con una perdita di udito acuta e difficile da differenziare dalle altre cause di ipoacusia improvvisa. E così pure alcune malattie neurologiche degenerative, come la sclerosi multipla, o alcuni farmaci ototossici possono all’improvviso determinare ipoacusia. E nell’eccesso di causalità aggiungiamo sternuti, tosse, sforzi durante la defecazione o la minzione che possono causare rottura di una parte membranosa dell’orecchio interno e sordità.
Avviarsi nel sentiero della terapia significa perdere di vista l’essenziale. Il problema non è la risposta alla domanda “guarisco o non guarisco?”, ovvero “torno a sentire o no?”. Il problema sostanziale è capire il prima possibile la causa della sordità improvvisa, senza cedere alla tentazione della banalizzazione diagnostica ma effettuando tutte le indagini strumentali che escludano patologie serie.
Poi ben vengano il tappo di cerume o un blocco della tuba.
Come sempre, sospettare il peggio ed escluderlo è utile al paziente.
Silvia Trevaini
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