Tutti noi sappiamo che alcune persone possono mangiare ciò che desiderano, mentre altre non possono permettersi tale lusso senza ingrassare con facilità e velocemente. Viene immediatamente da pensare che tali differenze siano riconducibili a differenze genetiche, ovvero differenze nel DNA, e che tali individui siano predisposti geneticamente al sovrappeso e all’obesità e soggetti all’effetto inarrestabile del fato. In realtà evidenze scientifiche hanno rivelato che non è proprio così. Se da un lato è vero che la componente genetica può giocare un ruolo importante, è altrettanto vero che ad essere ereditata è soltanto la predisposizione genetica e non la condizione patologica. Un’analisi più approfondita indica che le ragioni che spiegano un aumento di peso sono numerose e che in definitiva il soprappeso e l’obesità sono condizioni complesse, multifattoriali e multigeniche. Per dare un idea della diversità dei fattori predisponenti, possiamo considerare fattori ambientali la dieta, l’esposizione a sostanze xenobiotiche (non presenti nel nostro organismo) e la presenza di flora batterica intestinale sfavorevole e la frequenza e intensità dell’attività fisica svolta. Questo significa che esiste una moltitudine di fattori ambientali e di fattori genetici in grado di guidare lo sviluppo del sovrappeso. In altre parole, la predisposizione genetica ha bisogno dell’ambiente obesogeno per manifestarsi. Ne parliamo con Giovanni Battista Gidaro, biologo, nutrizionista e consulente di nutrigenetica, autore del trattato: “Nutrigenomica ed Epigenetica, dalla Biologia alla Clinica (Edra 2017). Continua a leggere