Il parto in casa per molti è ancora un tabù e c’è chi ne continua a mettere in discussione la sicurezza. Ma i vantaggi sono dimostrati da evidenze empiriche e scientifiche.
L’ospedale come scelta pressoché obbligata per questioni di sicurezza, la medicalizzazione per “esser certi” di avere tutto sotto controllo, l’epidurale come diritto da garantire per non sentire dolore: sono queste le direzioni in cui in Italia si sta scegliendo di procedere, a livello istituzionale e accademico, sul tema della nascita e del parto. E paiono accantonate, volutamente e senza troppe esitazioni, le aperture, che pur qualche anno fa hanno segnato un’epoca di dialogo e accenno di cambiamento, verso una scelta libera e consapevole della madre sul luogo del parto, verso una demedicalizzazione dell’evento nascita, verso una valorizzazione del ruolo dell’ostetrica e di pratiche che riducano al minimo l’interventismo. Anche laddove ci sono leggi regionali che dovrebbero garantire e normare il parto a domicilio con rimborso delle spese, è estremamente difficile esigerne la completa applicazione e le donne sono soggette a una forte pressione, da parte della società, dei media e di molti medici. Continua a leggere