Il massaggio indiano con i sacchettini d’erbe: un trattamento tradizionale con specifiche erbe riscaldate, ideale come antistress e per agevolare il rilassamento. In Oriente l’arte del massaggio è immensa e antica: esistono migliaia di trattamenti per ogni occasione. Il massaggio non è una “coccola” conviene in occidente ma piuttosto si considera una vera cura fisica e mentale e, ancora di più, uno strumento di prevenzione delle malattie. Continua a leggere
Archivio mensile:Ottobre 2019
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Yoga nidra
Il termine deriva da due parole sanscrite: yoga, unione, e nidra, sonno. Questa tecnica deriva dal Tantra – la cui radice tan può essere tradotta in “espansione” e tra in “liberazione”- e racchiude in sé un insieme di dottrine e di pratiche millenarie volte ad aumentare l’ordinario stato di coscienza. Oggi è una pratica, guidata, che porta a un rilassamento cosciente in equilibrio sottile e costante tra sonno e veglia. Continua a leggere
Sclerodermia
Una malattia che non fa notizia, eppure può progredire fino a ridurre l’aspettativa di vita, ha una bassa incidenza ma non è inserita nell’elenco nazionale di malattie rare, se non in due Regioni (Piemonte e Toscana). Le prospettive di cambiamento però sono buone. La creazione di strutture specialistiche multidisciplinari per la cura della sclerosi sistemica si sta concretizzando anche in Italia, velocizzando la diagnosi, attuando le strategie terapeutiche migliori e agevolando l’accesso ai protocollo di cura sperimentali. Continua a leggere
Biodanza, la danza della vita
Troppo parole sono state spese per descriverla ma, sostanzialmente, si tratta di danzare al ritmo di musica per ritrovare armonia tra i nostri affetti, emozioni, e il resto del mondo. Rolando Toro è stato uno dei primissimi a portare l’attenzione su questo aspetto. È stato uno psicologo e antropologo cileno. Ha posto le basi della Biodanza. Lavorava all’ospedale psichiatrico di Santiago, in Cile, quando nel 1965 ha avuto un’idea: usare la danza per la cura dei suoi pazienti. Come osava a quei tempi? Era un atto di coraggio e tutto nasce da li. Poi, visti gli effetti sui malati psichiatrici, iniziò a elaborare un metodo valido per tutti e a insegnarlo in varie università.
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Podologia: facciamo due chiacchiere!
Peeling chimici
Atto medico- chirurgico semplice nel concetto e nell’esecuzione il peeling provoca una distruzione limitata e controllata dell’epidermide e degli strati superficiali del derma, con successiva rigenerazione e rimodellamento cutaneo.
Il primo vero impiego del peeling chimico a scopo terapeutico si deve al dermatologo tedesco P.G. Unna che nel 1882 descrisse le proprietà desquamanti dell’acido salicilico, dell’acido tricloroacetico e del fenolo. Nei primi anni del XX secolo il dermatologo inglese George Miller Mackee iniziò a utilizzare il peeling al fenolo nel trattamento delle cicatrici da acne, ma solo nel 1952 pubblicò i risultati dei suoi studi sull’utilizzo del fenolo nel trattamento delle cicatrici acneiche. Una vera e propria svolta nella storia dei peeling chimici si è avuta all’inizio degli anni ’60, grazie a studi istologici dettagliati del chirurgo maxillofacciale Brown sull’uso e sulla tossicità del fenolo. Nel 1962 Ayres pubblica un lavoro nel quale espone gli effetti benefici dell’acido tricloroacetico sulle rughe e sui danni attinici. La diffusione, però, sull’utilizzo dei peeling si deve a Scott negli anni ’70 e ’80 con il peeling al tricloroacetico e all’acido salicilico. In quegli anni il capostipite degli alfa-idrossiacidi, l’acido glicolico, inizia a essere conosciuto su larga scala. Approfondiamo l’argomento insieme alla dottoressa Gabriela Stelian, specialista in chirurgia plastica ricostruttiva ed estetica. Continua a leggere