Anche se non ci piace, tutti facciamo l’esperienza della delusione, sin da piccoli. Per esempio le volte in cui ci siamo sentiti respinti da altri bambini, o incompresi dagli adulti. Oppure l’abbiamo vissuta come conseguenza della morte di un animale, o di qualcuno cui eravamo legati. Forse volevamo una famiglia diversa: con più amore, più attenzione, meno conflitti e più soldi per fare le cose. Crescendo, potremmo avere sofferto perché ci siamo sentiti diversi dagli altri, non all’altezza delle aspettative loro o nostre. E come se tutto questo non bastasse, la delusione ci segue anche al lavoro. Può presentarsi con un mancato avanzamento di carriera o, ancora più bruciante, con la promozione di qualcuno che non giudichiamo meritevole. Può arrivare con un conflitto inaspettato, o con la partenza di un collega, o di un capo, che stimiamo molto. Ci fa visita con cambiamenti di mansioni e transizioni aziendali, per non parlare dei mancati feedback e degli obiettivi non raggiunti. La delusione è una compagna cosi famigliare nelle nostre vite, anche in ambito professionale, che sarebbe davvero ingenuo pensare di respingerla, o fingere che non esista. Continua a leggere