Benessere a piedi scalzi

Chi non ha mai sperimentato il piacere di mettersi a piedi nudi, magari dopo una giornata faticosa, chiedendosi nello stesso tempo perché non si possa fare più spesso? Effettivamente i piedi, seppur bistrattati, sono una parte essenziale di noi e sono un vero e proprio strumento di benessere. È quindi spontaneo domandarsi quanta attenzione diamo ai nostri piedi, come ce ne prendiamo cura? Non a caso troviamo a disposizione, da sempre, innumerevoli approcci e metodologie che agiscono direttamente sui piedi in funzione di un benessere diffuso. Il primo metodo che affiora alla mente e sicuramente la riflessologia plantare che nelle sue varie declinazioni appartiene da tempo allo scibile umano. Abbiamo testimonianze già nell’antico Egitto, in Cina, in India, e non solo, fino ad arrivare a quella codificata in occidente in tempi più recenti che si definisce, un po’ presuntuosamente, “Riflessologia Classica”. Quello che accomuna le varie tradizioni è il concetto di base, cioè la corrispondenza dei sistemi fisiologici del corpo umano su zone e punti specifici del piede, agendo sui quali si cerca di ripristinare un equilibrio generale che riguarda l’intero sistema psicofisico. La stimolazione dei punti avviene in vari modi, non solo attraverso digitopressione, come spesso si crede, ma anche tramite frizioni, rotazioni, scuotimenti più o meno leggeri, tocchi di varie profondità e ritmi, prese avvolgenti o sfioramenti leggeri, utilizzando piccoli strumenti, tramite l’applicazione di prodotti naturali. Il panorama è piuttosto ampio, considerando la storia millenaria a cui appartengono la riflessologia plantare e/o il trattamento dei piedi. Approfondiamo l’argomento con Gianmario Aquilino, insegnante yoga e massaggiatore presso l’Ecoresort Le Dune, a Piscinas, all’interno del Parco Geominerario Storico Ambientale della Sardegna…

Per esempio nell’ambito dell’Ayurveda è possibile trovare alcuni tecniche sul piede che sono riflessologia e nello stesso tempo sono altro. Per esempio il Padabhyangam (letteralmente massaggio del piede e, per estensione, della gamba) è un massaggio con olio che stimola in modo importante tutto il piede, dita comprese, e la gamba  nella sua interezza, con un tocco pieno scandito da vari ritmi, scivolamenti con diverse profondità, frizioni generalmente vigorose, percussioni e quant’altro. Inoltre l’olio utilizzato, nell’esecuzione, naturale o medicato, varia in base alle esigenze della persona, della stagionalità e dell’effetto che vogliamo ottenere. Il Padabhyangam oltre a procurare un benessere generale attiva la circolazione in modo importante, dona leggerezza, idrata i tessuti in profondità, elimina la secchezza della pelle, rilascia tensioni e previene le rigidità articolari.

Sempre nella tradizione Ayurvedica possiamo trovare il trattamento Kas Blow, ovvero l’utilizzo sul piede di piccole ciotole, delle piccole semisfere dalla superficie più o meno ruvida, composte da un materiale speciale chiamato Kas, una lega di vari metalli, tra cui rame, ottone, zinco e argento. Nell’esecuzione del trattamento si utilizza un olio più corposo, oppure il Ghee, cioè il burro chiarificato, che permette un lavoro più specifico e piacevole. Il Kas Blow agisce soprattutto sulla circolazione sanguigna e linfatica, alleggerendo notevolmente le gambe. Da evidenziare il fatto che secondo l’Ayurveda i piedi e la testa, in particolar modo gli occhi, sono strettamente collegati, quindi il senso di leggerezza e benessere sarà percepito anche lì.

Un altro esempio sono i pediluvi curativi, che a prima vista sembrano il classico “rimedio della nonna” ma in realtà appartengono alla tradizione occidentale, in particolar modo europea,  della Naturopatia o Igienista che dir si voglia. Non a caso questi trattamenti sono stati riscoperti e riproposti con modalità più attuali, in SPA e centri benessere, anche all’interno di rituali più complessi. Spesso precedono i trattamenti viso e/o corpo più disparati  (per esempio nel massaggio Thai e quello indiano) integrando e ampliando gli effetti con un approccio sinergico. È interessante a questo proposito l’utilizzo di oli essenziali specifici durante il pediluvio, in base alle esigenze personali o all’effetto desiderato, per esempio si può aggiungere l’olio essenziale di aghi di pino per un effetto riscaldante che si propaga per tutto il corpo, specialmente in inverno,  oppure l’olio essenziale di lemongrass per rinfrescare e attivarsi nella stagione più calda. Le combinazioni sono davvero infinite.

E per finire non  possiamo non citare il  “Barefooting”, una sorta di filosofia che ha molto a che fare con i piedi,  ovvero il camminare a piedi scalzi. Potremmo definirlo il ritorno ai piedi scalzi, niente di nuovo effettivamente, piuttosto un cambio di prospettiva rispetto al solito utilizzo dei piedi, una rivalutazione del camminare naturale con un occhio di riguardo rispetto ai benefici evidenti: oltre al benessere diffuso e un senso di libertà, si attiva la circolazione, stimola la termoregolazione, si ha un evidente azione benefica sui muscoli del piede e di tutto il corpo. Tecnicamente questa disciplina prevede di estendere l’idea dei piedi scalzi a tutti gli ambiti della nostra vita quotidiana, ma francamente mi sembra impossibile da applicare. In alternativa consiglio sempre di fare delle piacevoli e lunghe passeggiate a piedi nudi durante l’estate, in particolar modo qui in spiaggia e tra le dune, tra un massaggio rilassante e una lezione Yoga… che non a caso si pratica rigorosamente a piedi scalzi!

 

trevaini50Silvia Trevaini

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