L’ipertensione è pericolosa anche per il fatto che nella maggior parte dei casi non da sintomi eclatanti, ma agisce in maniera silenziosa e progressiva. Per avere un’idea della pressione pensiamo alle tubature entro cui scorre l’acqua: se giriamo appena la manopola del rubinetto, esce una piccola quantità, quasi goccia a goccia, ma se lo apriamo al massimo, il lavandino o la vasca saranno inondati da una corrente impetuosa. Questo spiega quanto sia differente la pressione con cui viene spinta l’acqua. Sostituendo l’acqua con il sangue e le tubature con i vasi sanguigni, avremo la stessa situazione che si verifica nel corpo umano.
Per evitare danni a lungo termine, la forza con cui il sangue viene spinto in circolo deve essere tale da assicurare il giusto apporto agli organi, altrimenti si corre il rischio che questi vengano danneggiati (ipertensione) o, al contrario, che non ricevano una quantità adeguata (ipotensione). È nota l’importanza dell’ipertensione, che generalmente agisce cronicamente, nell’arco di anni. Normalmente, l’ipotensione si manifesta al contrario in maniera acuta: per i motivi più svariati, improvvisamente gli organi, cervello per primo, non ricevono la adeguata quantità di sangue e vanno in crisi. La natura viene subito in soccorso, perché il primo meccanismo di autodifesa consiste nel cadere a terra, e in questo modo, semplicemente per la forza di gravità, il sangue arriva rapidamente e nella giusta quantità ai distretti cerebrali e si torna alla normalità. È fondamentale che la circolazione sia perfettamente regolata, ed è evidente come la pressione arteriosa rappresenti un parametro importante per valutarne il corretto funzionamento. Facciamo un altro esempio: la pressione degli pneumatici risponde alle stesse esigenze, e a questo proposito ricordiamo come nel libretto delle istruzioni sia indicato un valore diverso della pressione di gonfi aggio a seconda che si circoli in inverno o in estate. Lo stesso discorso vale per la pressione arteriosa, che è direttamente proporzionale al flusso, cioè alla forza di concentrazione del cuore, e inversamente proporzionale alle resistenze periferiche, cioè al diametro dei vasi sanguigni. Se la forza di contrazione rimane immodificata, assume grande importanza il diametro dei vasi. In questo modo stiamo arrivando al nucleo della nostra discussione: il caldo provoca vasodilatazione, il freddo produce un effetto opposto, perciò mentre in inverno, a parità di condizioni, la pressione tende ad aumentare, l’estate, con le temperature elevate, comporta un abbassamento. In base a questi principi, la posologia sarà differente tra inverno ed estate.
Nel nostro caso, stiamo affrontando l’inizio della bella stagione, e questo comporta un adattamento graduale dei meccanismi di compenso a disposizione dell’organismo. La vasodilatazione conseguente all’aumento della temperatura esterna determina una diminuzione dei valori pressori, che si aggiunge pertanto, nel caso di soggetti ipertesi, all’effetto provocato dalla terapia specifica. Uguale importanza assume il meccanismo della sudorazione, grazie al quale il corpo abbassa la temperatura. Con il sudore si perdono però liquidi ed elettroliti, un po’ come accade nel caso dell’assunzione dei diuretici, un tipo di farmaco utilizzato per la cura dell’ipertensione. Questo fa che si renda necessario ricorrere al proprio medico per aggiustare le dosi in base alla stagione. Non è diverso il concetto di soggetti francamente ipotesi. Anche in questo caso le temperature elevate operano un aggiustamento al ribasso dei valori, con conseguente grave disagio. Tutto viene esacerbato nel caso di attività fisica, che comporta ulteriore aumento della temperatura corporea e disidratazione a causa della produzione e successiva evaporazione del sudore. Non va trascurato il fatto che le persone anziane hanno un meccanismo di regolazione della temperatura corporea meno efficiente e questo crea un ulteriore svantaggio. In ogni caso, il buon senso e alcune regole di comportamento ci vengono in aiuto:
- Vanno evitate le ore più calde della giornata per uscire all’aperto e fare attività fisica.
- Le perdite di liquidi ed eventuali elettroliti vanno reintegrate con l’assunzione di una maggior quantità di frutta e verdura, che ne sono ricche, e con un’abbondante reidratazione.
- L’abbigliamento deve essere adeguato, evitando di essere troppo coperti e di indossare abiti dai colori scuri.
- Per evitare il fastidioso senso di svenimento di chi ha la pressione bassa, è sconsigliabile alzarsi di colpo dalla posizione seduta o rimanere troppo a lungo in piedi in posizione statica.
Silvia Trevaini
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