Nel continuo proliferare di libri, articoli e corsi incentrati sulla meditazione si è perso un po’ il senso stesso della meditazione intesa per quello che è: una pratica del tutto esperienziale. Si tende ad andare nella direzione opposta, parlandone a profusione, descrivendola, aggiungendo elementi, applicando concetti e quant’altro. C’è una propensione ad intellettualizzare eccessivamente la pratica meditativa, quindi ad “appesantirla” quando sarebbe opportuno focalizzarsi sul togliere, alleggerendo il più possibile. Continua a leggere