La medicina, per sua natura, ha questa strana abitudine, o caratteristica, di sorprenderci, di indicarci, tramite la ricerca, nuove opportunità per superare le frontiere della conoscenza; basti pensare a quanti farmaci, formulati con un obiettivo specifico, hanno dimostrato poi di avere altre azioni rispetto a quelle previste, aggiuntive e forse semplicemente sottovalutate. Nota a tutti l’aspirina, comune antifebbrile e antidolorifico che però, a bassi livelli, manifesta un’azione anticoagulante, tanto da essere usata oggi, dai più proprio con questo fine. Una situazione simile si è verificata anche per l’Acido Tricloracetico. Il Prx T33 prodotto dall’azienda GPQ- WiQo rappresenta un esempio di un’importante innovazione: unendo all’Acido Tricloracetico il Perossido di Idrogeno a un’opportuna concentrazione, il TCA perdeva la sua azione fortemente aggressiva nei confronti degli stati superficiali dell’epidermide, ma manteneva l’effetto di stimolazione a livello dermico con successiva produzione di collagene e di profonda idratazione. Ecco il meccanismo per il quale il TCA modulato con il perossido di idrogeno non è un peeling. Se applicato in un ciclo di sedute a frequenza settimanale, il PRX- T33 produce un aumento stabile della tonicità, distensione delle rughe e il rimodellamento della matrice del derma con ringiovanimento cutaneo per rigenerazione dello stesso. Ma vediamo il trattamento come si svolge, i benefici, le eventuali controindicazioni e i costi, insieme alla dottoressa Gabriela Stelian, specialista in chirurgia plastica ricostruttiva ed estetica . Continua a leggere