Il problema della plastica in tutto il mondo ha assunto dimensioni esorbitanti. Ne siamo invasi, con effetti nocivi, se non letali, non solo per l’ambiente, ma anche per il nostro organismo. L’inquinamento pervasivo da plastica, soprattutto in mare, è la seconda emergenza ambientale dopo quella climatica, e i due problemi sono strettamente correlati. Le nostre spiagge sono ormai ricoperte dai nostri resti ed è praticamente impossibile stendere l’asciugamano senza trovare una cicca, una bottiglia o un sacchetto.
Nel 2018 ha aperto ad Amsterdam, all’interno della catena Ekoplaza, il primo reparto al mondo senza plastica, tutti i prodotti sono realizzati in vetro,metallo o materiale compostabile. Un totale di 680 articoli plastic free. Ci sono salse, latticini, frutta, verdura e perfino carne e riso. La catena olandese combatte l’inquinamento da plastica con una svolta decisamente green.
I clienti sono stanchi di prodotti carichi di strati di plastica. I reparti plastic free sono un modo innovativo di testare i biomateriali compostabili che offrono un’alternativa più rispettosa dell’ambiente. Finalmente possiamo vedere un futuro in cui il pubblico può scegliere se acquistare plastica o meno. Se pensiamo che in cinque giorni un cittadino italiano produce da solo un chilo di rifiuti in plastica, di cui una parte minima finisce in discarica, le previsioni non possono essere rosee: se il contesto rimarrà immutato, entro il 2030 l’inquinamento dato da questo materiale fin troppo duraturo sarà doppio rispetto all’attuale e gli oceani in particolare saranno i più colpiti. Neppure il riciclo, così com’è, fa ben sperare. Gli sforzi che ad oggi sono stati attuati pe migliorare la capacità di gestione dei rifiuti nel mondo non riusciranno però ad evitare che 104 milioni di tonnellate di plastica vengano disperse in natura entro il 2030. Le immagini di balene, tartarughe, pesci che muoiono per la plastica sono negli occhi di tutti. La previsione in effetti è catastrofica ; entro il 2050 nei nostri mari ci sarà più plastica che pesci.
Che cosa fare in casa? Cosa fare dopo che hai controllato tutte le plastiche che hai in casa? L’istituto Superiore di Sanità delinea dei consigli sull’argomento: possiamo, almeno, cercare di ridurre l’esposizione al BPA seguendo semplici passi, quali:
1) non usare contenitori alimentari in policarbonato nel microonde. Il policarbonato è forte e durevole, ma con l’usura causata dal tempo e dalle temperature elevate potrebbe rilasciare BPA.
2) Ridurre l’uso di cibi in scatola, in particolare per i cibi caldi o liquidi. Optare, invece, per vetro, porcellana o contenitori di acciaio inox senza rivestimenti interni in plastica.
3) Se si vive in un paese extra- UE, scegliere biberon privi di BPA.
4) Quando si usa una bottiglia di acqua in plastica, non ri-utilizzare più volte.
5) Indossare i guanti se si maneggiano molti scontrini in carta termica.
Vediamo in 3 semplici mosse come ridurre la plastica nella propria vita quotidiana
Il momento della spesa rischia di trasformarsi in un incredibile accumulo di plastica quando si fa ritorno a casa. Gli acquisti secondo i moderni canoni della grande distribuzione non vanno purtroppo in direzione zero rifiuti con i loro spesso inutili imballaggi. Tuttavia, per ridurre drasticamente l’ammontare di rifiuti da portare a casa basta partire attrezzati. Acquistare frutta e verdura dal fruttivendolo, scegliendo le porzioni secondo le proprie esigenze, permette di contrastare il dilagante packaging dannoso per l’ambiente. Occorre pertanto munirsi di sacchetti da riutilizzare, di sporte o di appositi contenitori. Anche per altri generi alimentari sono possibili strategie per minimizzare il nostro impatto sull’ambiente. Si può optare per l’acquisto di prodotti sfusi o alla spina in vendita in alcuni negozi presenti in molte città. Anche il ritorno del vuoto a rendere, per le bevande ad esempio, rappresenta un’altra utile strategia per raggiungere l’obiettivo zero rifiuti. L’acquisto alla spina, inoltre, può riguardare anche i detersivi di cui si possono così riutilizzare numerose volte i contenitori.
Una notevole mole di plastica proviene anche dai prodotti che usiamo in bagno per la nostra igiene quotidiana. Ritornare alla classica saponetta per la pulizia viso e corpo è un gesto facile da realizzare, economico e in grado di abbattere la presenza di molteplici flaconi in plastica. Allo stesso modo lo shampoo solido si rivela un’utile alternativa ai classici prodotti liquidi in commercio. Per quanto riguarda alcuni prodotti di bellezza come creme, scrub o maschere per il viso, ci si può cimentare con l’autoproduzione.
Il pasto fuori casa può diventare un’occasione per mettersi alla prova con la capacità di fare scelte eco- friendly. Innanzitutto alle bottiglie di plastica si possono facilmente sostituire delle pratiche borracce. Per i pasti fuori casa poi si può realizzare un kit con l’essenziale per avere a disposizione sempre contenitori e posate da utilizzare all’occorrenza. Per questo è importante fare un buon investimento in contenitori di alta qualità, di vetro o metallo, e borse in tessuto lavabile. Oltre a risparmiare sui sacchetti mono- uso e sugli involucri di plastica, si eviterà il rilascio di eventuali sostanze tossiche nel cibo. Infine, per il momento del caffè ci si può concedere un salto al bar per gustarlo nella tazza di ceramica. In alternativa si può acquistare la propria tazza personale da portare sempre con sé.
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