Il nome pare ostico, ma in realtà si tratta di un prodotto normalmente presente in natura. L’eritritolo è un dolcificante introdotto in Italia solo a partire dal 2006, anno in cui la Commissione Europea ha dato la sua approvazione e lo ha inserito tra gli additivi alimentari ( lo troviamo segnalato in etichetta con la sigla E968). Di che cosa si tratta esattamente? Appartiene alla classe dei polialcoli, naturalmente presenti nella frutta e nei cibi fermentati. Altri alcoli dello zucchero, più conosciuti, sono lo xilitolo, il maltitolo e il sorbitolo. A differenza di questi ultimi, l’eritritolo sembra causare minori problemi digestivi, purché non consumato in grandi quantità (nell’adulto non vanno superati i 40 grammi al giorno). Inoltre, pur avendo un potere dolcificante pari a circa il 70% del comune saccarosio, l’eritritolo ha un contenuto calorico quasi nullo e non presenta il tipico retrogusto amarognolo dei polialcoli. Continua a leggere