L’azione corretta

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La maggior parte degli esseri incarnati porta sulle spalle un metaforico zaino pieno di sensi di colpa, insoddisfazioni, frustrazioni e pensieri debilitanti. E naturalmente arriva il giorno in cui quel peso diventa difficile da sostenere. E allora ecco che arriva la malattia a farci fare il punto della situazione. Negli ultimi decenni anche la scienza afferma che una mente serena alimenta un buon sistema immunitario e che le persone più tranquille si ammalano di meno. Il risentimento che proviamo verso noi stessi o verso gli altri che tipo di molecole mette in moto nell’organismo? La rabbia protratta come agisce su fegato e stomaco? La paura quanto incide sul funzionamento renale? I pensieri (inutili) circolari, sempre gli stessi, e il pessimismo che effetto hanno sulle funzioni della milza? La tristezza perenne che relazione ha con le patologie dell’apparato respiratorio? L’eccitazione costante, l’essere sempre sopra le righe, cosa comporta alla sfera cardiovascolare? Ne parliamo con Giulia Giuntoli, Naturopata, specializzata in Fitoterapia presso la Scuola Italiana di Medicina Olistica di Milano.

La Medicina Tradizionale Cinese ben illustra le diverse correlazioni, spiegando perfettamente come l’azione di ogni emozione protratta si manifesta sul corpo. A differenza di monaci o eremiti che vivono in contesti ben diversi dai nostri, è palese che l’esistenza umana del XXI secolo è corredata da vicende e valori che lasciano perplessi. Il pianeta Terra sembra andare a rotoli, l’economia mondiale produce nette differenze sociali, le religioni dogmatiche perdono credibilità, la psiche riscontra patologie difficili da guarire, la politica fatica a funzionare, gli interessi di pochi causano guerre, carestie, povertà, etc. Come la mettiamo? Possiamo continuare a incolpare il vicino di casa rumoroso, il capo incapace che ci prende di mira, la collega che sa tutto lei, lo stato che ci chiede senza dare, la lista di attesa della sanità pubblica, il mutuo con i tassi alle stelle, l’inflazione e via dicendo. In tutto questo bailamme è opportuno seguire l’onda e mettere in atto azioni deleterie alla nostra serenità? No. No. No. È benefico andare controcorrente, avere fiducia nella vita, apprezzare le cose brutte che ci succedono perché servono a farci capire chi siamo, a migliorarci. Ma soprattutto ci illuminano su come abbiamo vissuto. Tutto ciò che ci succede lo avevamo già preventivato tramite pensieri nocivi e pessimistici che abbiamo perpetuato a lungo.

Si può fare il punto zero: imparare a “espellere” il pensiero negativo che non esce dalla testa e alimenta emozioni insalubri: possiamo a uscire dal loop sbattendo le mani o dicendo ad alta voce un bel Basta! Impariamo a fare routinarie soste mentali quali recitare un mantra, dire una preghiera, ballare tre minuti, visualizzare immagini armoniose, preparare una tisana, etc. sono intermezzi che aiutano a staccare dall’atteggiamento compulsivo del pensiero negativo. Creando e fortificando nuove abitudini guadagneremo del tempo prezioso, utile per immettere nell’organismo molecole preziose al posto dei veleni procurati dal reiterare atteggiamenti insalubri. Per facilitare la nuova modalità di pensiero è importante rinforzare la struttura interiore. Ciò che crea una solida impalcatura interna, che ci permette di gestire il nostro “sentire”, è il commettere sempre l’azione corretta. Verso ogni cosa che fa parte della vita. Persone, piante, animali, oggetti. Amici e nemici. Improntare lo stile di vita basandosi sull’azione corretta permette di vivere in modo leggero e più a lungo. In maniera assertiva, con rispetto verso noi stessi e verso il mondo intero, l’azione corretta ci rende meno pesanti, fieri di noi, vicini alla spiritualità (credenti o atei), consapevoli di fare agli altri ciò che vogliamo ricevere.

Sono appagato se mi tengo il resto sbagliato (in eccesso) senza dire niente?

Sono furbo se corro a sedermi sui mezzi pubblici ignorando chi ne ha più bisogno di me?

Sono onesto se parlo male della collega che mi pugnala alle spalle?

Sono sano di mente se odio il mio capo frustrato e indolente?

Sono limpido se continuo a raccontare bugie per qualsiasi motivo?

Sono gentile se evito di dare e ricevere il buongiorno da alcuni soggetti?

Sono educato se butto cartacce o altro per strada?

Sono civile se ignoro la raccolta differenziata?

Tanto nessuno mi ha visto! Nessuno se ne accorge!

Ricordiamoci che la nostra coscienza è un giudice implacabile e il nostro vero sé ci metterà di fronte ai nostri errori, prima o poi. Senza addentrarci in filosofie e discipline che motivano e suggeriscono da sempre quale sia il comportamento che ripaga, potrebbe essere semplice iniziare a stare nella verità, nella gentilezza, nella compassione e, so che è difficile, anche nel perdono. Piccole modifiche nel vivere quotidiano che danno forza, chiarezza e stima di sé, facendo aumentare giorno dopo giorno quell’energia positiva che vale più di ogni terapia e che apre tutte le porte necessarie alla nostra vita. Potete iniziare subito, è gratis, senza lista di attesa. Poi saprete dirmi!

trevaini50Silvia Trevaini

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