Durante l’inverno è più facile intossicare l’organismo: si suda poco, l’alimentazione è più ricca e il clima freddo invita alla pigrizia. Può capitare allora di sentirsi appesantite senza una ragione precisa e di fare più fatica a smaltire lo stress. È un segnale d’allarme che giunge dall’organismo e indica che il livello di tossine accumulate nei tessuti ha raggiunto la soglia critica e che è ora di correre ai ripari. Gli organi incaricati dello smaltimento delle scorie (fegato, reni, intestino, pelle) sono sovraccaricati e va data loro una mano. Per depurarsi, un aiuto è offerto dalla fitoterapia ayurvedica indiana e dalle sue molte erbe che quando lavorano in sinergia diventano ancora più efficaci.
Per l’ayurveda essere in salute significa essere in armonia con sé stessi, corpo e psiche, ma anche con il mondo che ci circonda, con le stagioni, con il tempo che passa. L’universo è costituito da cinque elementi fondamentali: terra, acqua, fuoco, aria, etere. Nell’essere umano questi elementi si combinano fra loro, dando vita a tre forze o energie principali, chiamate dosha, che regolano i processi dell’organismo e ne determinano le caratteristiche. I dosha sono Vata, Pitta, Kapha. In ciascuna persona sono presenti tutti e tre, ma uno o due di essi predominano, determinando il tratto essenziale dell’individuo. Osservandosi ognuno può riconoscere il proprio. Vata è paragonato al vento, è un tipo dinamico, nervoso. Magro e ossuto, soffre in genere di cattiva digestione, gonfiori al basso ventre e stipsi. Pitta, come il sole, è fonte di energia. Ha un corpo regolare e la carnagione luminosa, buona digestione e forte appetito. Kapha governa l’equilibrio e rappresenta la stabilità dell’organismo. Ha solitamente un fisico resistente e ben sviluppato. Paziente e tollerante tende alla pigrizia. Chi ha questo dosha dominante ha un metabolismo lento e la tendenza a ingrassare. I dosha danno il ritmo a tutte le attività dell’organismo ma un eccesso di scorie accumulate nei tessuti e nelle articolazioni può compromettere l’equilibrio, aprendo la strada alle malattie. Per questo, la medicina ayurvedica considera le tossine le nemiche principali dell’organismo. Se non si pone rimedio, con il tempo le scorie si accumulano nell’intestino e nello stomaco. Risultato: l’attività di pelle, fegato, reni e intestino (gli organi di pulizia), rallenta e il sistema immunitario si indebolisce. Il primo sintomo del sovraccarico è una cattiva digestione. Le tossine attraverso il sangue passano nelle arterie, si infiltrano nei dotti linfatici e nei tessuti più profondi fino ad attaccare le energie vitali, affievolendole. Compaiono allora tutti i segnali tipici dell’intossicazione come spossatezza, malumore, pancia gonfia, disturbi della digestione.
Ecco alcune delle erbe indiane più adatte a una cura disintossicante: ognuna ha una sua specifica proprietà e agisce su un aspetto dell’accumulo di tossine.
Assafetida: purificante
Purifica la flora intestinale e combatte il ristagno di tossine a livello di stomaco e intestino. Il modo migliore è utilizzare assafetida in cucina come spezia: ne basta una puntina per aromatizzare carni e verdure. Con cavoli e broccoli ne contiene la fermentazione dell’intestino.
Amalaki: digestivo
L’amalaki è un potente antiossidante perché ricchissimo di vitamina C. Questa pianta agisce sul sangue e sul fegato con un’azione protettiva e depurativa. Riduce l’infiammazione contrasta la digestione lenta e difficile. In erboristeria sono disponibili le compresse oppure la polvere con cui si può preparare un infuso.
Guggul: tonificante
Favorisce l’eliminazione delle tossine a livello respiratorio e cutaneo, aiutando la pelle a ritrovare un aspetto più sano e luminoso. Il Guggul si può assumere sotto forma di compresse o di decotto nel latte da bere al mattino a digiuno e dopo i pasti tre volte al giorno.
Shatavari: diuretico
Ha proprietà toniche e diuretiche: sblocca il ristagno di tossine a livello die reni, drenando i liquidi in eccesso e attenuando gonfiori e ritenzione idrica. Si può assumere in compresse a stomaco vuoto o come decotto nel latte addolcito con una puntina di zucchero grezzo.
Ashwagandha: antistress
È considerata dalla medicina indiana un afrodisiaco, ma più spesso è usata come tonificante. Si può assumere sotto forma di decotto nel latte con l’aggiunta di un cucchiaino di miele o si possono prendere le compresse, due o tre volte al giorno a stomaco vuoto.
Aloe indiana: lassativo
È un tonico stimolante, rifrescante e disintossicante. Il succo fresco, ricco di vitamine, mucillagini e Sali minerali, è adatto alle cure depurative. La polvere ha spiccate proprietà lassative, che stimolano l’eliminazione delle scorie accumulate a livello dell’intestino. Inoltre, protegge e favorisce lo sviluppo della flora batterica. L’aloe si assume in compresse preferibilmente a stomaco vuoto.
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