Esiste una dualità all’interno di ogni individuo, costituita da due nature distinte: una simile all’acqua, caratterizzata da adattabilità, fluidità e apertura, mentre l’altra incarna le qualità del fuoco, come intensità, impulsività e passione. Questi elementi contrastanti convivono dentro di noi, e l’uno o l’altro prende il sopravvento a seconda delle circostanze in cui ci troviamo. Tuttavia, alcuni individui tendono a sopprimere la loro natura focosa. Questi individui si conformano pienamente alle aspettative e ai desideri degli altri, assumendo il ruolo di una figura camaleontica e, di conseguenza, non esprimono mai pienamente il proprio sé, i desideri e le emozioni autentici. Tuttavia, l’energia del fuoco è inarrestabile e trova il modo di riemergere e manifestarsi. Spesso riemerge come una forza distruttiva che l’individuo cerca disperatamente di estinguere, innescando un circolo vizioso. Ma allora quando ci si sente obbligati a nascondere la propria natura focosa? Di solito si verifica quando la si teme, la si giudica rispetto agli ideali sociali o alle credenze esterne. In sostanza, si desidera essere rispettati dagli altri, ma senza tirar fuori le unghie, perché hai relegato nei confini del tuo essere quello che giudichi essere il tuo “cattivo interiore”.
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