Vite e uva: le cure di settembre

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La vite e i suoi frutti sono utilizzati da secoli per i loro benefici per la salute, in particolare durante il mese di settembre quando sono nel loro periodo migliore. Questa pianta riveste un grande significato nelle civiltà mediterranee, poiché è stata fonte di nutrimento e rimedi che risalgono a migliaia di anni fa. È un simbolo della divina provvidenza, essendo il vino l’apice della sua trasformazione da semplice materia a essenza spirituale, incarnando l’essenza della vita stessa. In tempi più recenti, l’attenzione si è spostata verso l’uva e il vino grazie alla scoperta del resveratrolo, un composto fitochimico altamente ricercato rinomato per le sue notevoli proprietà antietà. Questa sostanza supera le capacità antiossidanti sia della vitamina C che della vitamina E, non solo combattendo l’infiammazione causata dai dannosi radicali liberi, ma anche salvaguardando la vitalità cellulare e preservando il benessere generale. I suoi benefici si estendono alla prevenzione dei disturbi legati all’età come problemi cardiovascolari, diabete di tipo 2, artrosi e malattie neurovegetative. Inoltre, il resveratrolo stimola i processi coinvolti nella riparazione del DNA ed è attualmente oggetto di studio per i suoi potenziali effetti antitumorali, in particolare nell’inibizione della crescita delle cellule tumorali.

La dieta dell’uva

La cura dell’uva, conosciuta anche come ampeloterapia, è una meravigliosa opportunità per prepararsi al cambio di stagione incorporando nella propria dieta un prodotto fresco e facilmente accessibile. Questa cura per 2 o 3 giorni comporta il consumo esclusivamente di uva, sia bianca che nera. È importante scegliere uva biologica e ben matura, aumentandone gradualmente l’assunzione fino a 2 chilogrammi al giorno, compresi buccia e semi che vanno masticati per estrarne le proprietà benefiche. Bere molta acqua è essenziale e, se temi di avere un basso livello di energia, puoi integrare la tua dieta con 6 grammi di alga spirulina al giorno. Questa alga è ricca di aminoacidi essenziali ed è altamente digeribile. L’uva ha proprietà disintossicanti perché alcalinizzanti, contiene inoltre enzimi che aiutano ad accelerare i processi metabolici e fibre che migliorano il movimento intestinale. Inoltre, l’uva è ricca di sali di potassio, che hanno effetti alcalinizzanti e diuretici, nonché di ferro, rame e manganese, che nutrono e rafforzano il sangue. Forniscono anche vitamine A, C e del gruppo B. È importante notare che, sebbene l’apporto calorico durante la cura dell’uva sia basso, non è adatto a soggetti inclini all’iperglicemia a causa dell’alto contenuto di zucchero nell’uva.

Come usare le foglie, i semi e le gemme

Le foglie per la circolazione: in fitoterapia sono apprezzate le virtù delle foglie di quelle varietà di vitis vinifera che diventano di un bel colore rosso acceso a iniziare da questo mese, sviluppando non solo una somiglianza con il sangue, quanto un patrimonio di flavonoidi di grande utilità proprio a sostegno della circolazione. Gli estratti di vite rossa sono infatti protettivi dei piccoli e grandi vasi e fanno parte di integratori e creme per contrastare l’insufficienza venosa periferica e il carico di sintomi correlati: edemi a polpacci e caviglie, emorroidi, crampi e indolenzimenti.

I semi per occhi e pelle sani: i vinaccioli sono fonte di particolari bioflavonoidi, le proantocianidine oligomeriche, capaci di stimolare la sintesi di collagene ed elastina, a favore di una maggior resistenza ed elasticità di pareti vascolari ed epidermide. Proteggono inoltre la pelle dall’eccessiva esposizione ai raggi Uv. A settembre un’integrazione di Opc bilancia la sovraesposizione ai raggi solari dei mesi passati e rida elasticità e turgore alla pelle, oltre ad attenuarne eventuali macchie. Anche gli occhi se ne gioveranno, perché gli Opc sono ottimi nella prevenzione di patologie della retina, compresa la degenerazione maculare.Le gemme per le articolazioni: il gemmoderivato di Vits vinifera è un importante rimedio per il trattamento di artrosi e artriti, in special modo quelle che presentano ingrossamenti e deformazioni. Va assunto due volte al giorno, 50 gocce in poca acqua prima del pasto, meglio in associazione a Ribes nigrum (65 gocce al mattino) per due mesi. Un tempo nelle campagne toscane si impiegava il mosto per bagni tonificanti agli arti dolenti e per i bambini che dovevano compiere i primi passi.

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Silvia Trevaini

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