Riflessologia facciale

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La riflessologia facciale è una tecnica terapeutica che prevede l’applicazione di pressioni e manipolazioni su aree e punti specifici del viso, con l’obiettivo di alleviare problemi e disturbi in varie zone del corpo. Questo metodo affonda le sue radici nell’antica pratica vietnamita, ma è stato migliorato e arricchito includendo la conoscenza della moderna neuroanatomia. Il notevole successo e l’efficacia della riflessologia facciale vietnamita possono essere attribuiti alla combinazione armoniosa di queste due discipline, che consente ai praticanti non solo di identificare le cause alla base degli squilibri di salute, ma anche di avviare un profondo processo di guarigione. Inoltre, vale la pena notare che la riflessologia facciale è un’opzione di trattamento eccezionalmente adatta per le persone che lavorano nel campo dell’estetica, poiché non solo affronta problemi di salute ma promuove anche il benessere e la bellezza generale del viso.

La storia

La riflessologia facciale trae origine dall’antica medicina orientale, vietnamita e cinese. Implica la corrispondenza tra parti specifiche del corpo e parti specifiche del viso. Questa teoria è stata sviluppata nella medicina orientale, ma è stata introdotta in Occidente alla fine del XIX secolo. Il professor Bùi Quôc Châu, l’inventore della riflessologia facciale, ha convalidato le sue teorie e stabilito la “mappa dei punti del viso” lavorando con i pazienti in un centro di trattamento per l’abuso di sostanze. Ha basato la sua metodologia (Dien Chan) sui lavori occidentali di riflessologia e ha creato i propri strumenti. La pratica della riflessologia facciale è stata adottata dalla rete sanitaria pubblica cubana alla fine degli anni ’80. Il primo praticante europeo di riflessologia facciale fu un medico tedesco nel 1902. La moderna riflessologia facciale incorpora i più recenti concetti di neuroanatomia e prevede tecniche di massaggio e pressione su punti specifici del viso. Questi punti sono stati verificati da terapisti in oltre 35 paesi per più di 40 anni.

I risultati

La riflessologia facciale produce una vasta gamma di risultati che influiscono su vari aspetti del corpo, come le funzioni organiche, fisiche, chimiche e neurologiche. Durante la pratica, è fondamentale utilizzare solo la punta dell’indice o del medio, assicurandosi che le altre dita non entrino in contatto con il viso. Questo perché le nostre dita possiedono l’anatomia perfetta per esercitare la pressione necessaria per questa tecnica. Il trattamento inizia prendendo di mira i punti neurovascolari situati lungo il meridiano centrale, mentre i restanti punti sono bilaterali. Quando si desidera un’intensità maggiore, è possibile utilizzare la nocca del pollice, dell’indice o del medio. Il termine “Dien” significa “viso”, mentre “Chan” significa “diagnosticare”. Ciò è appropriato poiché qualsiasi disagio o squilibrio all’interno del corpo può essere diagnosticato attraverso i punti riflessi sul viso. Agendo su questi punti è possibile ripristinare l’equilibrio e il benessere psicofisico complessivo. In sostanza, il viso può essere paragonato a un telecomando, in cui la pressione di un pulsante può suscitare la risposta di un organo specifico, alleviare il dolore cronico o acuto o regolare una funzione organica. Similmente ad altre tecniche di riflessologia, anche il Dien Chan offre la possibilità di lavorare sulla periferia del corpo, in questo caso sul viso. L’obiettivo è stimolare il cervello attraverso questi punti periferici, spingendolo a trasmettere messaggi agli organi o alle funzioni bersaglio, affrontando eventuali disfunzioni presenti. Concentrandosi sulla periferia si può ottenere una risposta interna più profonda. Sciogliendo così eventuali blocchi energetici che possono essere all’origine del disturbo, permettendo all’energia vitale di fluire liberamente in tutto il corpo e ripristinando l’equilibrio dell’intero organismo.

I punti che si possono trattare

I punti totali sono 633 e non hanno un nome, ma solo il numero che rispetta l’ordine cronologico con cui sono stati scoperti (tranne lo zero). Ogni punto può andare a stimolare diverse zone del corpo. Dopo una raccolta iniziale di informazioni sulla problematica da trattare, la persona viene messa in una posizione comoda e si inizia il lavoro della stimolazione sui punti relativamente al blocco da risolvere. Agendo con piccoli movimenti su determinati punti possiamo riequilibrare l’organo o apparato corrispondente, ripristinando un corretto flusso energetico nel corpo. L’agopuntura, che è una delle discipline più praticate in Asia, risulta affine alla riflessologia facciale, ma in quest’ultima non si impiegano aghi: si possono invece utilizzare degli strumenti specifici (chiamati “cercapunti”) o semplicemente le nocche delle dita, oppure il retro di una penna con punta arrotondata. La stimolazione può essere eseguita facendo dei movimenti circolari e/o orizzontali e verticali. La pressione esercitata non deve essere esagerata, ma neanche troppo lieve, quindi, bisogna premere in modo da sentire tale pressione. La durata può andare da pochi minuti, se si deve agire in maniera veloce su un sintomo acuto, a un trattamento completo che può arrivare anche a 1 ora di tempo.

Una tecnica di bellezza

La riflessologia facciale vietnamita non solo riequilibra il sistema energetico del corpo, ma fornisce anche un trattamento rilassante che ringiovanisce il viso. Stimolando la microcircolazione e utilizzando tocchi delicati e strumenti specifici su viso, collo e testa, questo trattamento migliora il tono della pelle, l’idratazione e la produzione di collagene ed elastina. Ha inoltre effetti riequilibranti sul sistema linfatico ed energetico, donando una pelle più liscia e dall’aspetto più giovane. Può essere utile per ridurre cicatrici e aderenze dopo l’intervento chirurgico, ma è importante consultare i professionisti medici per qualsiasi problema di salute. Dien Chan è un metodo alternativo per la gestione della salute olistica che può essere combinato con l’aromaterapia per benefici personalizzati. Tutti i disagi sono basati su una cattiva circolazione dell’energia e della forza interna, motivo per cui la ripresa completa e vera di una persona può essere solo olistica, cioè della persona nella sua totalità.

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Silvia Trevaini

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