Talvolta sul nostro viso possiamo osservare arrossamenti che colpiscono soprattutto le parti centrali come naso, fronte e mento o anche le guance, e che con il tempo diventano talmente persistenti da non sparire più. Si formano così arrossamenti diffusi stabili spesso accompagnati da fini teleangiectasie raggruppate, piccoli capillari rossi, che oltre a costituire un danno estetico più o meno importante, a volte causano anche bruciori e sensazione di prurito e cute secca. In tal caso si parla di rosacea al primo stadio, eritemato-teleangiectasica. Tale situazione può progredire con la formazione di papule e pustole verso il secondo stadio di rosacea, chiamata papulo-pustolosa. Ce ne parla la Dott.ssa Sabine Pabisch, specialista in Dermatologia e Venereologia del Centro Medico Visconti di Modrone.
La rosacea o couperose è una dermatosi cronica che si osserva più spesso nelle donne, ma negli uomini, quando si presenta, è di espressione quasi sempre più grave. Si tratta di una patologia cosiddetta “multifattoriale”: in soggetti predisposti (quasi sempre di razza caucasica e di cute piuttosto chiara) una reattività vascolare cutanea eccessiva viene stimolata da svariati agenti. Questo causa le tipiche alterazioni vasali nel derma superficiale che si presentano con una più o meno marcata vasodilatazione dei vasi capillari. Istologicamente appare costante anche un danno della matrice dermica con alterazioni a carico delle fibre elastiche e collagene, così come un’ implicazione dell’unità pilo-sebacea con flogosi periannessiale e iperplasia delle ghiandole sebacee.
Ai fini preventivi e curativi è molto importante sapere quali possono essere gli agenti che stimolano i processi patologici alla base della rosacea. Si tratta perlopiù di fattori ambientali aggravanti che agiscono sulla vascolarizzazione cutanea causando quei “flush” o arrossamenti così tipici.
Prima fra tutte è l’esposizione solare. La vasodilatazione transitoria da esposizione solare è imputabile da una parte all’effetto termico dei raggi infrarossi, dall’altra ai raggi ultravioletti, soprattutto agli UVB, che si rendono evidenti dopo 6 ore circa dall’irradiazione e raggiungono il loro apice dopo 24 ore. Inoltre i raggi UV causano un aumento degli stimoli pro-angiogenetici contribuendo così alla formazione di nuovi capillari dermici persistenti.
Anche l’esposizione al caldo ed al freddo come il repentino sbalzo di temperatura o l’esposizione al vento può essere elencato tra i fattori aggravanti di una rosacea. E’ inoltre importante avvisare le persone predisposte di evitare l’assunzione di bevande bollenti, di cibi speziati o di bevande alcoliche.
Certamente anche gli stress emotivi ed emozionali contribuiscono ad influenzare negativamente una situazione predisposta alla vasodilatazione. Infine per questi soggetti sarà utile evitare anche i bagni troppo caldi, le saune, i bagni turchi ed i lettini solari.
La medicina oggi mette a disposizione molteplici terapie sia locali sia sistemiche per arginare e ridurre al minimo le manifestazioni cliniche della rosacea. Per fortuna i casi veramente gravi papulo-pustolosi che coinvolgono anche gli occhi con congiuntiviti e blefariti sono assai rari. Forme intermedie possono essere curate, oltre che con cure locali, soprattutto con antibiotici orali della classe dei macrolidi o delle tetracicline anche a basso dosaggio, che sfruttano la loro azione antiinfiammatoria, più che antibatterica. La stragrande maggioranza dei casi invece fortunatamente mostrano quadri lievi e ricorrenti, che traggono giovamento da regole comportamentali .
In tutti questi casi il trattamento cosmetico locale assume un’importanza centrale. Si tenta di creare un film protettivo che attenui l’effetto di rapidi sbalzi termici ed allo stesso tempo filtri i raggi UV-B che possono causare vasodilatazione. L’applicazione regolare di topici contenenti filtri solari adeguati a largo spettro (benzofenone, metossidibenzoil-metano, biossido di titanio) sono indispensabili alla prevenzione: un’applicazione d’abitudine sul viso al mattino e, se necessario, anche al pomeriggio è di regola sufficiente.
Poiché chi è affetto da rosacea è sempre una persona con una cute molto sensibile e facilmente irritabile, dovrebbe utilizzare prodotti cosmetici specifici per la sua patologia, idratanti e lenitivi, ben tollerati e privi di profumo. A tal fine l’uso di prodotti a base di ossido di zinco per le sue caratteristiche coprenti, protettive e disarrossanti, nonché un’azione riflessante nei confronti dei raggi ultravioletti è un consiglio utile. Nelle creme da giorno specifiche per la rosacea si trovano anche molte altre sostanze ad attività capillaro-protettiva come i bioflavonoidi o la vitamina C, altre sostanze ad attività antiinfiammatoria come l’acido glicirretico estratto dalla liquirizia o le saponine presenti in numerose piante ad attività antiflogistica e decongestionante. Utili anche la calendula e la camomilla, altamente lenitive oltre che decongestionanti.
Al contrario si deve far attenzione a non utilizzare sostanze astringenti quali mentolo, canfora, fragranze, prodotti grassi e detergenti contenenti laurilsolfato che potrebbero contribuire ad una riaccensione o ad un peggioramento. Per una corretta detersione del viso i detergenti più adatti sono quelli con tensioattivi cationici dotati di potere batteriostatico e scarso potere schiumogeno. Sempre da evitare negli uomini i dopobarba a base alcolica molto irritanti ed arrossanti.
Il dermatologo esperto è lo specialista adatto a cui affidarsi per una corretta cura della rosacea in tutte le sue varianti. Spesso il paziente fa fatica a comprendere un disturbo che non ha un’unica causa apparente, ma che si è instaurata molto subdolamente con alti e bassi a volte inspiegati. Soprattutto l’irritabilità cutanea che spesso accompagna la rosacea e che induce a provare tante creme diverse in un “fai da te” senza logica, non fa che aumentare un’irritabilità della pelle che può talvolta complicarsi anche con eczemi allergici causati da un componente di uno dei prodotti usati.
E’ giusto quindi affidarsi a mani esperte che aiutino a trovare quelle regole comportamentali adatte ad evitare il progredire di un disturbo antiestetico e fastidioso allo stesso tempo e a non passare a fasi più avanzate che potrebbero sfociare in una patologia vera e propria.
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