E’ opinione comune considerare i linfonodi come “corpuscoli” più o meno grandi, disseminati in tutto il corpo e destinati ad aumentare di volume se coinvolti in malattie infiammatorie o tumorali.
Parliamo infatti di linfoadenopatie reattive o metastatiche insieme al Prof. Roberto Barocci, otorinolaringoiatra del Centro Medico Visconti di Modrone. E questo è sostanzialmente un discorso giusto: purtroppo è incompleto quando si parla dei linfonodi del collo.
In questo distretto così particolare del corpo umano, anche i linfonodi hanno una peculiarità; infatti tutti (e sono tanti) sono contenuti in un “involucro” che consente la definizione di “pacchetto linfonodale del collo”.
In occasione di malattie infettive (batteriche o virali), anche diffuse a tutto l’organismo, il pacchetto dei difensori immunitari localizzati nel collo si attiva e spesso consente la diagnosi.
Le ormai diffusissime tonsilliti o le infezioni da citomegalovirus o la mononucleosi, come tante altre patologie, trovano un primo segno nei linfonodi del collo.
E così accade anche per le malattie tumorali del distretto testa-collo, frequentemente identificate per il coinvolgimento linfonodale che determinano.
Peraltro, uno studio corretto e approfondito dei linfonodi del collo è possibile con i mezzi oggi disponibili; infatti l’ecografia, la TAC, la RMN sono in grado di fornire elementi diagnostici estremamente significativi, oltre a tutta una serie di esami del sangue.
Rimane però fondamentale la valutazione sia clinica che strumentale dell’intero pacchetto linfonodale e non del singolo linfonodo.
E questa unità anatomica richiede anche un assoluto rispetto chirurgico.
Non è più consentito passeggiare nel campo laterocervicale “raccogliendo fior da fiore” in attesa di fare diagnosi successivamente.
La procedura corretta prevede il prelievo del materiale sospetto seguita da un esame istologico immediato (cosiddetto al congelatore) e quindi la scelta definitiva: se negativo si conclude la chirurgia, se positivo si estende immediatamente la chirurgia a tutto il pacchetto linfoghiandolare, evitando disseminazioni.
Pertanto, indispensabile è la presenza in sala operatoria dell’anatomopatologo.
Un nuovo organo si è venuto configurando nel corpo umano, con caratteristiche fisiologiche molto particolari ma ricco di informazioni e capace di chiarire molti dubbi. Deve però essere rispettato nella sua completezza e gestito sempre come il “pacchetto linfonodale del collo”.
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