Allergie e intolleranze alimentari

La vera e propria allergia alimentare, che può causare shock anafilattico, consiste in una reazione violenta entro pochi minuti, raramente dopo qualche ora, dall’ingestione del cibo inquisito. Può comparire a qualsiasi età ma con significato diverso tra adulto e bambino. Chi sa di poter incorrere in queste affatto piacevoli reazioni è quasi sempre dotato di fialetta con adrenalina per cautelarsi di fronte tale pericolosa risposta immunitaria. Per questi soggetti è suggerito effettuare test biochimici mirati alla ricerca delle immunoglobuline coinvolte, in maniera di poter evitare il contatto con l’alimento scatenante.

“L’intolleranza alimentare, invece, avviene per carenza o assenza degli enzimi necessari preposti alla digestione. Tale mancanza può essere genetica o conseguenza di infezioni e malattie intestinali. Ad esempio, nell’intolleranza al lattosio, considerando che manca l’enzima della lattasi, non viene scisso il lattosio nelle sue due molecole (galattosio e glucosio), impedendone la digestione. Il favismo, senza l’enzima preposto, genera emolisi acuta, ossia la distruzione dei globuli rossi. La celiachia, di origine genetica, non consente la digestione del glutine. E via dicendo.. Per verificare il processo digestivo e la presenza dei necessari enzimi si possono fare test ematici e/o genetici. Anche in quei casi dove si vuole accertare l’effettivo assorbimento dei nutrienti ingeriti”, ci spiega Giulia, esperta in discipline naturali e fondatrice dell’Associazione L’ombra del Platano.

Presso i presidi sanitari sono disponibili diversi test che identificano le reazioni allergiche, test di competenza medica.

Il Prick test si esegue in ambulatorio; vengono fatti dei graffi sul braccio mettendo a contatto gocce della sostanza da valutare con il sangue.  Dopo circa un’ora vengono comparati i graffi di controllo valutando la reazione.

Il Prick by Prick test si avvale della stessa modalità ma al posto delle gocce vengono usati alimenti freschi per testarne la compatibilità.

Il Ra test è specifico per le allergie respiratorie; tramite prelievo ematico si indaga la presenza di immunoglobuline E, con risultati che ne evidenziano le quantità crescenti nel sangue nei confronti della sostanza in valutazione.

I test appena descritti possono risultare positivi anche in assenza di sintomi in quanto vengono misurate anche immunoglobuline con bassa affinità (IgE totali) che non azionano risposta allergica.

Il Prist test, invece, tramite prelievo di sangue, determina solo la tendenza allergica in modo aspecifico, senza sapere cosa può causare allergia. Viene usato in prevalenza con i bambini che presentano sintomi che fanno pensare ad un’allergia. Serve a confermare o escludere la diagnosi.

Il Patch test è utile per le allergie dermatologiche da contatto. Tramite dei cerottini imbevuti della sostanza da indagare, apposti sulla schiena insieme ad un cerotto negativo, dopo 48-72 ore si potrà leggere la reazione. Il test si rivela positivo se compaiono vesciche o eczemi.

L’infiammazione da sovraccarico di alimenti ha invece una reazione lenta, ad accumulo, con sintomi meno diretti ma altrettanto invasivi. L’intestino, è ormai risaputo, svolge ruolo cruciale agendo da filtro con il compito di proteggere l’organismo da tutto ciò che è “no self”. Per questo motivo una sua alterazione immunologica produce infiammazione da cibo. Vale la pena ricordare che la percentuale maggiore del sistema immunitario risiede proprio nell’ intestino. Per le allergie ritardate o da infiammazione da sovraccarico, è possibile eseguire il Recaller test; attraverso prelievo ematico si evince la difficoltà nel digerire alcune sostanze o se il problema è da imputare ad eccessiva ingestione di alimenti.

Utile in casi di infiammazione alimentare, il Dria test (test muscolare) si avvale della misurazione della forza del quadricipite, somministrando per via sublinguale al paziente una serie di alimenti diluiti.

Anche la Kinesiologia, che letteralmente significa studio del movimento del corpo, fornisce un valido aiuto per accedere ad una corretta alimentazione. E’ un approccio olistico, basato su test muscolari, che tiene conto del momento in cui si trova la persona. La kinesiologia si basa sul principio secondo cui tutto ciò che facciamo e sentiamo, così come i traumi fisici ed emotivi, viene registrato nel tessuto connettivo muscolare. La memoria non è solo nella psiche! In ogni muscolo si trova la storia dell’uomo, ogni emozione modifica la postura e può essere causa di tensione o riequilibrio.

A livello tecnico questo è possibile perché i muscoli fanno parte del sistema di comunicazione del corpo, costituendo il tramite tra SNC (sistema nervoso centrale) e vissuto emotivo.

Quali fattori concorrono, oltre all’alimentazione, a destabilizzare l’organismo?

Il sistema immunitario viene influenzato da età e fattori genetici; inoltre diversi stress diventano cause accessorie all’infiammazione, insieme all’alimentazione non adeguata. Per questo a qualsiasi età possono insorgere reattività ad un alimento.

Stress chimici (additivi, conservanti, farmaci)

Stress ambientali (inquinamento, rumore)

Stress psicosociali: lo stress psicofisico viene gestito dalle ghiandole surrenali

Stress da agenti infettivi: l’uso di antibiotici (istamino-liberatori) può aumentare il livello di allerta dell’organismo

Stress fisici (traumi, meteorologia)

Stress ormonali (adolescenza, gravidanza, menopausa, andropausa)

Carenze di vitamine e minerali possono causare difficoltà di azione degli enzimi digestivi rallentando le reazioni cataboliche, creando quindi infiammazione.

 

trevaini50Silvia Trevaini

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