Prendersi cura del cuoio capelluto

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Un cuoio capelluto sano è essenziale per la bellezza dei capelli, ecco perché ancor prima di concentrarci sulla cura della chioma è necessario trattare la zona dove il bulbo pilifero è inserito e dove le cellule si moltiplicano grazie agli apporti di sostanze indispensabili. La cura e il mantenimento di questa importante area del capo va trattata con prodotti specifici e personalizzati, per evitare il propagarsi di problemi come irritazione, prurito e caduta.

Sintomi

Esistono sintomi comuni per comprendere se il nostro cuoio capelluto sta soffrendo. Spesso le persone accusano bruciore, prurito e talvolta dolore al cuoio capelluto. I sintomi possono durare pochi giorni, ma anche protrarsi per mesi nascondendo quindi problemi più seri. Queste manifestazioni sono un “campanello d’allarme” attraverso i quali possiamo comprendere che qualcosa non va; è importante quindi approfondire le cause del problema, per trovare i rimedi più adatti. I problemi che affliggono il cuoio capelluto sono molteplici: dai più comuni, come seborrea e forfora, fino a patologie più complesse, come le dermatiti seborroiche e la psoriasi. Ogni problema può nascondere molteplici fattori scatenanti, pensiamo per esempio all’eccessiva produzione di sebo che può essere data sia da alterazioni ormonali ma anche dall’utilizzo di prodotti eccessivamente aggressivi.

I principali problemi del cuoio capelluto

La quantità di follicoli piliferi che si trovano nel cuoio capelluto è definita fin dalla nascita per ogni individuo: se il cuoio capelluto è sano, la testa ospita in media circa 200 capelli per centimetro quadrato, ma il loro numero si riduce con l’avanzare dell’età. La perdita dei capelli, quindi, è un processo fisiologico associato all’invecchiamento, mentre nei bambini la caduta dei capelli avviene per consentire la formazione dei capelli “maturi”. La perdita di una quantità troppo abbondante di capelli può essere reversibile, per esempio se è determinata da condizioni di stress intenso, da cambiamenti ormonali ecc. Oltre alla caduta dei capelli, altri problemi possono interessare direttamente il cuoio capelluto. Per esempio, il prurito del cuoio capelluto è una condizione piuttosto diffusa, che in molti casi è associata a bruciore e a dolore. Può essere dovuto all’utilizzo di prodotti detergenti e shampoo contenenti sostanze chimiche irritanti, che rendono la cute secca e favoriscono il prurito; un’altra possibile causa è l’inquinamento atmosferico, così come la pediculosi o allergie a specifiche sostanze con cui il cuoio capelluto entra in contatto, come tinture, shampoo e lozioni. Il prurito spinge le persone a grattarsi e questo favorisce la formazione di lesioni cutanee che possono provocare infezioni. La forfora è invece un’anomalia diffusa del cuoio capelluto che interferisce con il normale processo di desquamazione: le cellule morte che vengono eliminate dalla superficie del cuoio capelluto sono di solito invisibili, ma può succedere che, per cause non ancora del tutto chiare, le cellule si accumulino, formando chiazze che si distaccano dall’epidermide sotto forma di squame. La forfora può essere un sintomo della dermatite seborroica o essere associata ad altri problemi, come i capelli grassi. Può essere secca, con piccole squame che si distaccano facilmente, oppure grassa, e in questo caso le squame sono più grandi e di colore giallastro. La tricodinia, invece, è una sensazione di dolore e fastidio, a volte accompagnati da bruciore, che si percepisce al tatto, soprattutto alla radice dei capelli. Compare tipicamente quando si pettina o si accarezza la chioma e la causa scatenante in molti casi non è chiara, anche se sembra che le situazioni di stress possano avere un ruolo nella comparsa di questo disturbo. Un altro disturbo del cuoio capelluto è l’iperseborrea, ovvero una produzione eccessiva di sebo dovuta all’attività anomala delle ghiandole sebacee. I primi sintomi sono di solito prurito e dolore al cuoio capelluto, che appare untuoso; anche i capelli assumono un aspetto pesante e opaco. Se non trattata, l’iperseborrea può portare alla caduta dei capelli o allo sviluppo della dermatite seborroica, che provoca di solito un forte prurito e colpisce prevalentemente le persone con pelle del viso piuttosto grassa. L’iperidrosi, invece, consiste nella produzione eccessiva di sudore da parte delle ghiandole del cuoio capelluto, che appare bagnato e di colore biancastro. Infine, la psoriasi del cuoio capelluto è una malattia della pelle che provoca eritemi e formazione di squame simili a quelle della forfora, al di sotto delle quali la cute appare infiammata, caratterizzata da chiazze di colore rosso. La psoriasi è una malattia cronica, che quindi tende a ripresentarsi, ma generalmente non provoca perdita di capelli.

Come detergersi

Non esiste un numero ideale di lavaggi settimanali per avere una testa sana. Ogni individuo ha caratteristiche ed esigenze differenti, con una cute che per alimentazione, ereditarietà, nonché abitudini, differisce dalle altre. Ecco perché non esiste la giusta frequenza che vada bene per tutti, ma certamente a ogni individuo deve corrispondere uno shampoo idoneo, che difficilmente potrà andare bene a tutta la famiglia essendoci inevitabilmente differenze fra i vari membri che la compongono. Lo shampoo oltre a detergere, deve rispettare capelli e cuoio capelluto: l’utilizzo costante di sostanze non ortodermiche, ovvero che non rispettano la pelle e i capelli, sono fra le principali cause di problemi, anche molto importanti, inerenti la qualità dei capelli ma anche la quantità, e quindi la loro caduta. È importante che lo shampoo non contenga parabeni e coloranti e che i conservanti utilizzati siano particolarmente delicati e nella minore concentrazione possibile. È buona regola che il prodotto sia neutro e non contenga profumazione. Importantissimi gli olii essenziali naturali che possono agire sulla problematica specifica e allo stesso tempo donare una gradevole profumazione. Ci sono degli elementi che non dovrebbero mai mancare in uno shampoo. Sono quelli che definisco il trinomio perfetto della riproduzione cellulare “AEO”: acqua, energia e ossigeno. L’acqua serve per idratare la cute e il derma. In quanto all’energia, se essa non è disponibile non si avrà una riproduzione cellulare sufficiente ad avere un buon capello. Infine, in carenza di ossigeno si sviluppa acidosi lattica creando importantissimi problemi alle guaine dei capelli, elementi indispensabili per una durata corretta della vita del capello. Inoltre, sarebbe buona abitudine adottare sempre un percorso di cura completo che funga da trattamento “boost” per la bellezza della chioma: soluzioni che stimolino il trofismo del bulbo pilifero, associati a lozioni in grado di inibire l’azione androgenica, rappresentano semplici gesti che eseguiti regolarmente con costanza fanno realmente la differenza sulla foltezza della nostra chioma. È importante anche l’utilizzo di peeling sul cuoio capelluto. L’utilizzo regolare di un peeling permette di mantenere perfettamente pulita la pelle e il cuoio capelluto da impurità e agglomerati cheratinici, che tendono a inibire le funzioni di pelle e cute. Il peeling è ideale soprattutto sul cuoio capelluto più impuro: pulisce profondamente lo strato corneo, asportando con decisione le impurità e favorendo l’assimilazione dei prodotti successivi.

 

trevaini50Silvia Trevaini

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