Quei visi perennemente arrossati, con capillari evidenti, soprattutto nelle aree centrali del viso, sono il segnale di una delle più fastidiose malattie della pelle, la rosacea. Chi ne soffre deve fare i conti non solo con questo rossore “antiestetico”, ma anche con la possibile comparsa di lesioni infiammatorie (papule/ pustole) nonché alterazioni agli occhi ( fotosensibilità, congiuntivite) a cui frequentemente si associano sensazione di calore, bruciore o prurito ( di intensità variabile) in corrispondenza delle aree affette. Se si aggiunge che alcuni fattori “innocui” per la grande maggioranza delle persone ( come un’esposizione solare, uno sbalzo di temperatura, due bicchieri di vino, una corsa veloce, una spruzzata di profumo) possono essere invece causa di peggioramento e/o scatenamento della rosacea, non stupisce che tale dermatosi possa essere fonte di notevole imbarazzo, ansia e/o depressione. Continua a leggere
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In cervello intestinale
Da sempre il cervello e l’istinto vengono considerati due realtà antitetiche poichè la prima si riferisce alla ragione, mentre il secondo riguarda la parte irrazionale della persona. Dagli antichi Greci fino ad arrivare ai grandi psicoanalisti Freudiani, il dualismo ragione/istinto ha rappresentato la base per accesi dibattiti e conflitti intellettuali.
In realtà cervello e intestino sono due organi correlati in maniera molto profonda poichè si può supporre che parlino il medesimo linguaggio; infatti sia il sistema nervoso centrale che quello autonomo (che controlla il funzionamento dell’apparato intestinale) utilizzano gli stessi neuromediatori. Tali neuromediatori sono molecole che vengono impiegate nella trasmissione sia delle stimolazioni sensitive (quelle che innescano una reazione), sia degli stimoli motori (le risposte alle stimolazioni). Una delle più importanti ricerche inerenti al ruolo cerebrale dell’intestino (considerato pertanto un “secondo cervello”) è stata effettuata da un gruppo di scienziati della Columbia University, che si è interessato anche della memoria intestinale, secondo cui esiste una comunicazione selettiva tra questi due organi. Continua a leggere
Psicoterapia Interpersonale ‘long distance’ nell’epoca del Coronavirus
La psicoterapia in Italia è ancora concepita quasi esclusivamente come un incontro ‘faccia a faccia’, un momento nel quale silenziare (finalmente…) i cellulari per non essere continuamente interrotti da un WhatsApp o da un sms e, così, parlare nell’ambito di un setting definito e specifico delle proprie ansie, dei propri sintomi o delle proprie difficoltà. Ne parliamo con il Dottor Mario Miniati, Psichiatra Psicoterapeuta del Centro Medico Visconti di Modrone.
Le ultime terribili settimane hanno cambiato in attimo tutto questo, hanno aumentato le distanze, modificato la ritualità dei gesti quotidiani che ci hanno sempre caratterizzato, compresa la possibilità di confrontarci con le figure mediche, con i nostri specialisti di fiducia ‘direttamente’, senza l’intermediazione di alcun mezzo di comunicazione, in un momento di estrema difficoltà per tutti. Continua a leggere
Responsabilità sociale: l’esempio del coronavirus
L’esempio del coronavirus è adatto a ricordare che la sanità, in quanto “sistema sanitario” e in quanto espressione di uno stato e di un comunità, è una questione sociale oltre che individuale. Ne parliamo con il Dottor Matteo Pacini, specialista psichiatra esperto in dipendenze del Centro Medico Visconti di Modrone.
I dati usciti di recente confermano quanto si vociferava già da diverso tempo, e cioè che la stragrande maggioranza dei casi riguardano soggetti con altre malattie, i quali quindi non sono da considerarsi vittime dirette del coronavirus, ma morti per concorso di cause, tra cui l’ultima, e magari la meno importante in sé, è stato il coronavirus. Qualcuno, ed è istintivo, alla lettura di tali dati tenderà ad essere contento se non rientra nelle malattie “a rischio”, come dire “non tocca a me”. Automaticamente, si immagina che a questo punto le restrizioni possano cadere ed essere limitate ai soggetti a rischio, oppure che questi ultimi, ciascuno per sé, pensino a prendere misure particolari per proteggere se stessi. Così non è, per diversi aspetti. Continua a leggere
Lo yoga ai tempi della quarantena
In questi tempi a dir poco difficili ci siamo dovuti necessariamente fermare, ritrovandoci con una quantità di tempo a disposizione a cui non siamo più abituati. Nasce quindi l’esigenza di dare valore a questo “tempo ritrovato” ripescando dei buoni propositi sempre rimandati per star dietro ai ritmi frenetici della vita quotidiana. Tra i vari propositi c’è sempre la pratica Yoga, o per meglio dire, la possibilità di praticare lo Yoga con assiduità, in modo da approfondirlo, comprenderlo veramente e raggiungere i risultati di cui tanto si parla. “Non potendo in questo momento ancora uscire di casa è difficile iniziare a praticare yoga e/o progredire senza affidarsi alla tecnologia, seguendo quindi lezioni on-line, workshop in video conferenza e altro ancora. Sul web è un continuo fiorire di iniziative, effettivamente di grande aiuto e sostanzialmente in grado di soddisfare ogni esigenza. Si tratta di uno sforzo meritevole, non solo per diffondere questa disciplina, ma soprattutto un modo per aiutare in modo intelligente chi deve rimanere a casa e vuole dare valore al proprio tempo, coltivando nello stesso tempo il proprio benessere”, ci spiega Gianmario Aquilino, insegnante yoga e massaggiatore presso l’Ecoresort Le Dune, a Piscinas, all’interno del Parco Geominerario Storico Ambientale della Sardegna. Continua a leggere
Ecco cosa mangiare per rinforzare il sistema immunitario
L’esperta di alimentazione Carla Lertola ci porta a fare la spesa: tutte le vitamine che ci servono, in questo periodo di isolamento, più che mai. Nell’aria c’è un insolito profumo di dolci appena sfornati, di pizze fatte in casa e anche di grigliate. In questo surreale periodo in cui le nostre vite sono sospese in attesa che il coronavirus arretri e ci lasci tornare alla ‘libertà’ di prima, il rischio è (anche) mangiare male: quantità eccessiva, cibi troppi grassi, e quella voglia di cioccolato che guai a chi ce lo tocca, che ci mancano solo i sensi di colpa. Per affrontare al meglio questa ‘immobilità’ forzata, di chi è in isolamento o lavora da casa con lo smart working, abbiamo chiesto un vademecum a un’esperta del settore, Carla Lertola, specialista in Scienza dell’alimentazione del Centro Medico Visconti di Modrone. Continua a leggere