Fermentazione intestinale eccessiva

Per ridurre la fermentazione intestinale e la formazione di gas è bene limitare il consumo di alcuni alimenti. Una mossa obbligata in caso di sindrome dell’intestino irritabile ma anche nel morbo di Crohn e nella colite ulcerosa. In generale, tutti coloro che soffrono di un’eccessiva fermentazione dovrebbero prestare attenzione a ciò che mangiano. I medici hanno individuato gli alimenti fermentabili in alcuni tipi di zuccheri cui ci si riferisce con il termine FODMAP

FODMAP è l’acronimo di Fermentable Oligosaccharides, Disaccharides, Monosaccharides and Polyols, che tradotto diventa Oligosaccaridi, Disaccaridi, Monosaccaridi Fermentabili e Polioli. Questa sigla indica tutti quegli alimenti che possono fermentare causando problemi intestinali.

– Oligosaccaridi: farina, segale, legumi, aglio e cipolla.

– Disaccaridi: il latte, lo yogurt, i formaggi molli. Il lattosio è il principale carboidrato.

– Monosaccaridi: diversi frutti tra cui fichi, mango e alcuni dolcificanti come il miele e il nettare di agave. Il fruttosio è il principale carboidrato.

– Polioli: alcuni frutti e alcune verdure e alcuni dolcificanti come lo xilitolo. Continua a leggere



Ginecologia e trombosi, il ruolo del medico

la parola alla dottoressa Lidia Rota Vender, Specialista in Ematologia e Malattie cardiovascolari da Trombosi del Centro Medico Visconti di Modrone e Presidente di ALT – Associazione per la Lotta alla Trombosi e alle malattie cardiovascolari – Onlus www.trombosi.org

I ginecologi avendo a che fare con i periodi più trombogeni in assoluto nella vita di una donna, hanno il diritto e il dovere di possedere gli strumenti necessari per valutare il profilo di rischio globale in ognuna di loro nelle diverse fasi della vita, fertile e non, per affrontarlo e per ridurlo.

Le malattie da Trombosi sono l’evento più probabile nella popolazione dei Paesi cosiddetti industrializzati. Prendono il nome dall’organo che colpiscono, ma sono causate nella maggior parte dei casi dalla Trombosi. In un caso su tre potrebbero essere prevenute con l’informazione dedicata al pubblico riguardo ai fattori di rischio e ai sintomi premonitori, e con una costante collaborazione fra medici specialisti che affrontano (si parla di sole donne) la paziente, mettendo a disposizione ognuno la propria specifica competenza per ottenere il massimo in termini di prevenzione, diagnosi, cura. Continua a leggere



I problemi dei vegani

Esaminando le storie di ex-vegani (persone che erano vegane ma che hanno ammesso pubblicamente di mangiare carne), ho identificato alcuni problemi vegani che sono facili da risolvere. Spesso è possibile risolvere questi problemi con un’adeguata integrazione o con dei semplici cambiamenti nella dieta. Ovviamente si tratta di soluzioni generalizzate;  è impossibile dare una soluzione personalizzata senza sapere con precisione cosa sia successo in ogni caso e soprattutto senza una diagnosi medica ben fatta.

Ecco  alcuni problemi:

  • bassi livelli di libido: di solito, questo problema è per lo più limitato agli uomini che seguono una dieta priva di grassi;
  • mancanza di energia: la causa è solitamente una dieta a basso contenuto di carboidrati. Di solito si riscontra nei vegani crudisti che mangiano principalmente verdure e grassi;
  • mancanza di resistenza: molti ex-vegani riferiscono che quando erano a regime vegano, spesso dopo alcuni anni, perdevano la resistenza per fare esercizio fisico (nella maggior parte dei casi questo problema ha le stesse cause della mancanza di energia, ma può anche essere causato da una carenza di vitamina B12);
  • fame costante: questo problema si presenta spesso nei vegani crudisti e in alcuni vegani a basso contenuto di grassi;
  • capelli che cadono: questo è un sintomo che tende ad accadere soprattutto alle donne vegane crudiste che seguono una dieta povera di grassi o che tendono a perdere peso rapidamente;
  • carenza di vitamina B12: questa carenza è comune nei vegani nel lungo periodo;
  • ipotiroidismo: questo è un sintomo più raro che potrebbe essere causato da una dieta ricca di verdure crocifere crude (come cavoli, broccoli, ecc.) che contengono inibitori della tiroide noti come goitrogenici. In alcuni individui sensibili, il consumo di molte di queste verdure può causare problemi alla tiroide.

Continua a leggere



Non esiste un cibo “Pico della Mirandola”


Un recente studio americano, apparso sulle pagine della rivista Neurology, asserirebbe che il consumo regolare e giornaliero di verdure a foglia verde, succo d’arancia e frutti di bosco rallenta la perdita di memoria. A questa conclusione si sarebbe giunti dopo avere esaminato con un questionario dedicato, le abitudini dietetiche di quasi 28 mila uomini (perché le donne non sono state incluse?) con età media 51 anni. Continua a leggere



Dermapen

Il trattamento con il Dermapen stimola naturalmente le cellule che producono collagene permettendo il ringiovanimento dell’epidermide di viso e corpo. Si tratta di una tecnica che permette di cancellare le piccole rughe del viso, attenuare le imperfezioni della pelle e contrastare le antiestetiche smagliature che tormentano le donne. È  un trattamento estetico veloce, non invasivo che sfrutta il micro – needling, una tecnica di biostimolazione meccanica anti-età che permette di arrivare ad una profondità maggiore rispetto ad altre tecniche, stimolando una rigenerazione profonda dei tessuti. Ne parliamo oggi insieme alla dottoressa Gabriela Stelian, specialista in chirurgia plastica ricostruttiva ed estetica…. Continua a leggere



Obesità infantile

Il cibo viene spesso considerato dal bambino come una sostituzione dell’amore mancante o come un appello a essere considerato. Per evitare i rischi, però è opportuno rivolgersi a una equipe di professionisti che sappia affrontare il problema. L’obesità e il sovrappeso sono fenomeni in continua crescita in tutto il mondo, purtroppo anche nel nostro Paese. I dati italiani sono molto allarmanti: l’obesità infantile risulta la più elevata d’Europa e affligge un bambino su quattro. La gravità di questi dati sta anche nel fatto che è dimostrato che la probabilità di un bambino obeso di rimanere tale in età adulta è doppia rispetto a un bambino che alla stessa età è normopeso, con un aumento di rischi importanti per la salute. Rispetto al corpo anoressico, l’obeso riceve spesso uno sguardo meno attento e preoccupato, indice di una sottovalutazione degli aspetti sia clinici sia psicologici che implica. Il rischio connesso alla scarsa attenzione e preoccupazione tardiva da parte degli adulti di riferimento fa si che il grasso diventi sempre più tale e che una situazione di lieve sovrappeso si trasformi frequentemente in un’obesità importante. Continua a leggere