Troppo parole sono state spese per descriverla ma, sostanzialmente, si tratta di danzare al ritmo di musica per ritrovare armonia tra i nostri affetti, emozioni, e il resto del mondo. Rolando Toro è stato uno dei primissimi a portare l’attenzione su questo aspetto. È stato uno psicologo e antropologo cileno. Ha posto le basi della Biodanza. Lavorava all’ospedale psichiatrico di Santiago, in Cile, quando nel 1965 ha avuto un’idea: usare la danza per la cura dei suoi pazienti. Come osava a quei tempi? Era un atto di coraggio e tutto nasce da li. Poi, visti gli effetti sui malati psichiatrici, iniziò a elaborare un metodo valido per tutti e a insegnarlo in varie università.
Continua a leggere
Navigazione articolo
Podologia: facciamo due chiacchiere!

Dott.ssa Cantarelli
Peeling chimici
Atto medico- chirurgico semplice nel concetto e nell’esecuzione il peeling provoca una distruzione limitata e controllata dell’epidermide e degli strati superficiali del derma, con successiva rigenerazione e rimodellamento cutaneo.
Il primo vero impiego del peeling chimico a scopo terapeutico si deve al dermatologo tedesco P.G. Unna che nel 1882 descrisse le proprietà desquamanti dell’acido salicilico, dell’acido tricloroacetico e del fenolo. Nei primi anni del XX secolo il dermatologo inglese George Miller Mackee iniziò a utilizzare il peeling al fenolo nel trattamento delle cicatrici da acne, ma solo nel 1952 pubblicò i risultati dei suoi studi sull’utilizzo del fenolo nel trattamento delle cicatrici acneiche. Una vera e propria svolta nella storia dei peeling chimici si è avuta all’inizio degli anni ’60, grazie a studi istologici dettagliati del chirurgo maxillofacciale Brown sull’uso e sulla tossicità del fenolo. Nel 1962 Ayres pubblica un lavoro nel quale espone gli effetti benefici dell’acido tricloroacetico sulle rughe e sui danni attinici. La diffusione, però, sull’utilizzo dei peeling si deve a Scott negli anni ’70 e ’80 con il peeling al tricloroacetico e all’acido salicilico. In quegli anni il capostipite degli alfa-idrossiacidi, l’acido glicolico, inizia a essere conosciuto su larga scala. Approfondiamo l’argomento insieme alla dottoressa Gabriela Stelian, specialista in chirurgia plastica ricostruttiva ed estetica. Continua a leggere
Il benessere in città
Il recente rapporto Istat con la nuova impostazione Bes, benessere equo e sostenibile, mostra come nella popolazione italiana ci sia un indice di fiducia molto basso, verso gli altri e verso il futuro. Mentre esiste ancora una solidarietà forte nella filiera corta, nelle relazioni famigliari e nel contesto sociale stretto. Longevità in aumento e fiducia molto bassa dipingono un possibile scenario critico di qualità della vita specialmente per le persone con fragilità. Bassa fiducia negli altri, forte carico sulle reti familiari, reti sociali importanti, ma non su tutto il territorio. Nel nostro Paese risultano tradizionalmente forti le solidarietà “corte” e i legami “stretti”, in particolare quelli familiari. Sia nei momenti critici sia nello svolgimento delle normali attività quotidiane, la famiglia rappresenta una rete di sostegno fondamentale, un punto di riferimento importante che – con tutti i limiti e le difficoltà imposti dalle recenti trasformazioni sociali ed economiche – sembra ancora funzionare e soddisfare in misura rilevante gli italiani. Intorno alla famiglia si sviluppa una rete di relazioni con parenti non conviventi e amici che svolge un ruolo fondamentale nella dotazione di aiuti sui quali individui e famiglie sono abituati a contare. L’inclusione sociale e la qualità della vita delle persone con fragilità hanno mosso l’interesse di una piccola rete associativa a Milano di cui voglio parlarvi oggi. Continua a leggere
Più frutta e verdura rendono felici
Non sembra essere solo teoria ma un dato di fatto: mangiare, ogni giorno, più frutta e verdura renderebbe più felici. La dimostrazione arriverebbe da un grande studio della University of Leeds e University of York, entrambe in Gran Bretagna, pubblicato sulla rivista Social Science and Medicine, che ha coinvolto ben 45 mila persone, ci spiega la Dott.ssa Carla Lertola, specialista in Scienza dell’Alimentazione del Centro Medico Visconti di Modrone. Continua a leggere
Il potere dei rituali
Diciamo la verità: la maggior parte di noi trova molto difficile migliorare alcuni aspetti del proprio stile di vita, che si tratti di nutrirsi correttamente, fare esercizio fisico, abbandonare qualche abitudine dannosa o dare avvio ad un progetto che ci sta a cuore.
La sola forza di volontà non ci permette di cambiare il nostro comportamento, poiché essa richiede attenzione cosciente. Supponiamo, ad esempio, che tu voglia iniziare a fare esercizio fisico o ad introdurre una quantità maggiore di frutta e verdura cruda nella tua dieta. Se fai affidamento unicamente sulla tua forza di volontà, è probabile che tu riesca a mantenere i tuoi propositi solo per un breve periodo di tempo. Pensaci: devi ricordare a te stesso di lavarti i denti, prima di andare a dormire? Hai bisogno di attaccare un promemoria allo specchio del bagno per essere sicuro di lavarti i denti ogni sera? È probabile che la risposta sia no, e che tu lo faccia automaticamente. Perché? Perché lavarti i denti prima di andare a dormire è diventata un’abitudine sub-conscia. È diventato un “rituale”. Continua a leggere