Esistono numerose opzioni disponibili in medicina estetica per combattere i segni dell’invecchiamento e scegliere la soluzione giusta può essere piuttosto impegnativo. Un metodo comunemente utilizzato per stimolare la produzione di collagene è attraverso mezzi meccanici, come il needling. Un’altra opzione è l’uso di sostanze infiltrative come l’idrossiapatite di calcio, che agiscono direttamente sul processo di biostimolazione nel derma. Tuttavia, con l’avanzare dell’età, il ciclo di rinnovamento naturale del nostro tessuto cutaneo rallenta, facendo sì che i fibroblasti perdano la capacità di produrre molecole essenziali come collagene, acido ialuronico ed elastina che costituiscono il tessuto connettivo. In questi casi diventa necessario intervenire con una stimolazione più profonda, più naturale e più efficace nel tempo. È qui che entrano in gioco gli ultrasuoni microfocalizzati ecoguidati. Utilizzando dispositivi all’avanguardia integrati con una sonda ecografica, possiamo esaminare attentamente i diversi strati della pelle e identificare le aree più adatte alla rigenerazione dei tessuti. Il trattamento non è invasivo. Vediamo le differenze con il più comune metodo di radiofrequenza, quali tipi di pelle sono più adatti a questo approccio e quanto tempo occorre per vedere i risultati dopo una seduta.
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