Depressione e sistema immunitario

Depressed housewife and an iron.Il sistema immunitario è un insieme di strutture e gruppi cellulari, che non hanno una singola localizzazione d’organo, ma formano una rete capace di portare informazioni tra le varie stazioni e produrre risposte indirizzate in maniera specifica. La funzione non è solo quella di schermo da elementi esterni, come i batteri ad esempio, ma anche quella di distinzione tra ciò che è “organico” e ciò che è estraneo, incluso il tessuto organico alterato. Il ruolo del sistema immunitario nel riconoscimento del tessuto tumorale è ad esempio alla base di nuove tecniche d’immunoterapia anti-cancro a base di anticorpi.

Il sistema immunitario sembra far confusione, e attacca il tessuto normale con il risultato delle cosiddette malattie “auto-immuni”. Affrontiamo oggi questa tematica insieme al Dottor Matteo Pacini, psichiatra del Centro Medico Visconti di Modrone.

Qual è il nesso con le situazioni psichiatriche, ad esempio la depressione?

Matteo-Pacini

Dott. Matteo Pacini

Prendiamo ad esempio malattie delle pelle, come la psoriasi, associate spesso a sindromi depressive o disturbi d’ansia, e che talora migliorano parallelamente al miglioramento dei sintomi mentali. Il significato di questo non è stato chiarito, anche se nervi e pelle sono chiaramente in grado di “comunicare”, e non solo direttamente tramite le terminazioni nervose, ma anche con sostanze secrete dal tessuto nervoso, e che finiscono nella pelle con il sangue. Alcuni hanno ipotizzato una relazione tra depressione e aggravamento delle malattie, ad esempio tumori, o il loro inizio: l’ipotesi in questo caso è alcune modificazioni ormonali (l’aumento di cortisolo) associato alla depressione possa rendere l’organismo meno vigile contro il tessuto tumorale, e quindi far cadere le barriere contro la sua espansione.

E’ da ricordare che la depressione influenza anche il recupero dall’ictus e la recidiva dell’infarto cardiaco: è quindi possibile che uno “stato” neurologico e ormonale influisca su equilibri precari, renda vulnerabili e meno capaci di riprendersi.
In senso inverso invece si sa che gli stati infiammatori, e quindi l’attivazione immunitaria, può produrre depressioni anche gravi. Chi soffre di depressione ad esempio tende a risentire di episodi infettivi anche banali (influenze) con temporanea ripresa dei sintomi. Le terapie per potenziare la risposta immunitaria contro il virus dell’epatite C (interferone) sono a volte complicate da episodi depressivi, che possono essere prevenuti e trattati con comuni antidepressivi. Alcune infezioni virali, ad esempio quella da virus della mononucleosi, sono “sospettate” di essere alla base della cosiddetta “sindrome da fatica cronica”, altrimenti inquadrata come una forma di depressione, se non altro perché risponde in parte a farmaci antidepressivi.
Sostanze prodotte durante l’infiammazione, lontano dal cervello, possono quindi produrre sul cervello alterazioni depressive. Da una parte quindi l’associazione depressione-infiammazione, e dall’altra quella tra depressione e possibile calo delle reazioni immunitarie. E’ anche possibile che una reazione simil-depressiva (la prostrazione del malato) sia funzionale da una parte a evitare che la persona malata si esponga a ulteriori rischi e fonti di infezione, dall’altra, lo stato neuro-ghiandolare che si crea associandosi anche alla depressione potrebbe comportare uno stato di “contenimento” della violenza dell’infiammazione, anche questa potenzialmente rischiosa per l’organismo stesso.
Quando si parla quindi di psiche e sistema immunitario non si hanno elementi per dire che “la psiche fa ammalare il corpo”, poiché se mai è il cervello che può far ammalare il corpo. E’ però possibile che lo stato depressivo, che si svolge non solo come sintomi psichici ma anche in altre parti del sistema nervoso, produca influenze sull’intensità e l’organizzazione delle risposte immunitarie, sia quelle contro l’esterno (batteri), sia quelle contro l’interno (tumori e auto-immunità).

 

trevaini50.jpg (50×63)Silvia Trevaini

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