La sindrome metabolica e la fitoterapia

OverweightLa sindrome metabolica è una condizione clinica provocata da squilibri del metabolismo che interessano differenti organi e che dunque possono dare origine a diverse patologie. Quando si parla di sindrome metabolica il riferimento, quindi, è alla presenza di fattori di rischio per la salute di vario genere come obesità, diabete, ipertensione, ipercolesterolemia. Essa solitamente si presenta nei soggetti con età compresa tra i 50 e i 60 anni ma non è escluso che possa interessare anche pazienti più giovani quando lo stile di vita porta a sviluppare un peso eccessivo o quando alcuni dei parametri sopraindicati non rientrano nei valori standard a causa di difficoltà metaboliche dell’organismo.  Ne ho già parlato nei mesi scorsi, ma oggi voglio affrontare l’argomento insieme alla fitoterapia.

L’alimentazione gioca un ruolo determinante nella prevenzione, nella cura e nel controllo della sindrome metabolica e dei suoi sintomi. E se sono tanti i farmaci di sintesi che il medico può prescrivere, altrettanto vasta ed efficace è la rosa dei rimedi naturali che possono essere adottati. Per quanto l’azione delle piante sia efficace però è bene sottolineare che il ricorso ad una terapia interamente di derivazione naturale può essere preso in considerazione solo nelle forme meno gravi di ognuna delle patologie qui trattate. Di fronte a disfunzioni metaboliche di una certa portata e valori molto oltre i limiti standard di pressione, glicemia, colesterolo e ormoni della tiroide, l’unica soluzione è il ricorso alla medicina di sintesi.

Diabete

Nei confronti del diabete di tipo 1, la fitoterapia non ha possibilità di azione. Possono molto invece le piante da impiegare nella cura del diabete di tipo 2 (diabete mellito), una disfunzione che subentra con l’età, legata a difficoltà di metabolizzazione degli zuccheri e a errori dietetici di vario genere. La fitoterapia non si sovrappone alla terapia farmacologica standard a base di somministrazioni di insulina, soprattutto quando la malattia è già progredita. In ogni modo, se il paziente diabetico sta già seguendo una cura e i suoi parametri risultano di poco fuori dalla norma, i rimedi naturali possono rappresentare una valida alternativa o supportare la terapia di sintesi. Una buona probabilità di successo è legata ad una strategia terapeutica volta ad ottenere un drenaggio pancreatico, con una serie di formulazioni (terapie a base di gemmoderivati) che sono state studiate da medici svizzeri guidati dal Dott. Antoine Nebel: ad ogni organo possono essere associate piante attraverso le quali effettuarne il drenaggio, una sorta di purificazione ed eliminazione delle tossine. Morus nigra e juglans regia, gemmoderivati di gelso nero e noce, ad esempio detossificano il pancreas (che produce l’ormone insulina). Se quindi il diabete di tipo 2 è conseguente ad un affaticamento dell’organo dovuto ad una sua iperattività, questa formula può essere in grado di risolvere il problema.  Questo genere di terapia può essere associata ad un trattamento farmacologico senza alcuna controindicazione. La cura per il drenaggio pancreatico dura in media venti giorni. Conclusa questa fase se il problema non ha subito miglioramenti si può seguitare il trattamento con altri gemmoderivati: tamarix gallica, acer campestre e morus nigra (anche in questo caso) come terapia prolungata per il controllo dei livelli di glicemia.  Altre piante che lavorano bene sui livelli di insulina nel sangue sono la galega e la bardana. La prima, in particolare, è una pianta appartenente alla famiglia delle leguminose, una specie all’interno della quale si classificano anche altre droghe che possono essere utilizzate in caso di diabete di tipo 2 come ad esempio il fieno greco. Allo stesso modo si comporta la noce, che quindi interviene sull’insulina non solo come gemmoderivato ma anche come fitoterapico (in particolare in questo caso ad essere utilizzate sono le foglie della pianta). Stessa funzione hanno le foglie di mirtillo e di gelso (del quale anche il gemmoderivato possiede proprietà ipoglicemizzanti).  A ben vedere la rosa di piante con un’azione di questo tipo è vasta, tra di esse si annoverano anche la salvia e l’eucalipto. In particolare quest’ultimo – conosciuto ed utilizzato soprattutto per altre problematiche, come le malattie da raffreddamento – è in realtà un ottimo rimedio naturale per tenere sotto controllo i livelli di zuccheri nel sangue. La formulazione da prediligere per l’assunzione di queste droghe è l’infuso da assumere prima dei pasti. Tutte le piante sopracitate infatti hanno un’azione stimolante dell’attività del pancreas.

Un’altra droga interessante come coadiuvante nel trattamento del controllo della glicemia è l’estratto del fagiolo. Esso è degno di menzione, oltre che per la sua efficacia, anche per il suo modus operandi che si differenzia rispetto alle piante citate: la droga infatti contiene una sostanza che si comporta da inibitore dell’alfa-amilasi e quindi riduce l’assorbimento degli amidi e di conseguenza degli zuccheri. Questo rimedio è adatto principalmente per quelle persone che hanno difficoltà a seguire una dieta e che non vogliono rinunciare allo strappo alla regola una volta ogni tanto. L’estratto di fagiolo viene utilizzato spesso come rimedio dietetico per perdere peso. Anche questo farmaco naturale – come le droghe di cui si è parlato in precedenza – deve essere somministrato prima dei pasti e la principale modalità di assunzione è per via orale sotto forma di capsule o compresse.

 

trevaini50.jpg (50×63)Silvia Trevaini

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2 risposte a “La sindrome metabolica e la fitoterapia

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