Combattere le intolleranze mangiando “biodiverso”

grano saraceno“Sostengo che all’origine di molte intolleranze alimentari ci sia il fatto che mangiamo sempre le stesse cose attenendoci a una dieta ormai monotona. Cambiamo vestiti, scarpe, pettinatura ma, spesso, stentiamo a modificare le abitudini nel mangiare” ci spiega Sara Cordara , Specialista in Scienza dell’Alimentazione e in Nutrizione e Integrazione nello Sport, presso il centro SMC San Babila di Milano.

Mettersi ai fornelli cucinando e mangiando ogni giorno cibi differenti è molto stimolante e migliora l’autostima. Facciamo qualche esempio: oltre al frumento e al riso esistono anche l’orzo, il farro, il miglio o l’avena, eppure ci ostiniamo sempre a mettere nel piatto la pasta di frumento ad esempio, poi è inevitabile che diventiamo intolleranti a questo cereale!

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Dott.ssa Sara Cordara

Nelle diete, spiega la dottoressa, cerca sempre di riscoprire cibi antichi o comunque sapori diversi, i ceci o le lenticchie nere o le patate e i cavolfiori viola, molti più ricchi di antiossidanti rispetto alle versioni tradizionali. Oppure, perché non iniziare a consumare anche i “ falsi cereali” come il Grano Saraceno? Considerato solitamente un cereale, il grano saraceno non è in realtà una graminacea, appartiene infatti alla famiglia delle poligonacee. Si è guadagnato il titolo di cereale perché dal punto di vista nutrizionale non ha nulla da invidiare ai cereali veri e propri. E’ un alimento molto equilibrato e ricco di proteine. Contiene vitamine (gruppo B ed E), sali minerali (calcio, ferro, fosforo, magnesio, rame) e amminoacidi essenziali (lisina e triptofano) in genere scarsi nei cereali veri e propri. E’ un alimento fortemente energetico, fortificante, ricostituente e riscaldante (adatto soprattutto alla stagione fredda). Queste virtù, lo rendono idoneo alla dieta di sportivi, convalescenti, durante la gravidanza e l’allattamento e, nel periodo dello sviluppo. Invece, per chi ama cucinare, acquistate la farina di Enkir, un cereale selvatico molto antico, considerato il padre dei cereali. Pensate che viene anche indicato come il vero cereale biologico. Ha un colore giallo naturale e possiede un alto contenuto proteico, in media il 18 % (può arrivare al 24%) e un’elevata quantità di carotenoidi, che sono efficienti antiossidanti. Con questa farina potete preparare pasta, pane, biscotti o dolci in generale.

Ormai siamo in autunno, quindi per “rinfrescare” l’organismo e fare un pieno di “probiotici” provate ad abituarvi a consumare il Kefir, niente di meno che latte fermentato simile allo yogurt leggermente acido ma dal gusto piacevole. Il Kefir è ricco di triptofano, che aiuta a conciliare il sonno agendo sul sistema nervoso, contiene anche vitamine del gruppo B e vitamina K che regolano il sistema renale e che fungono da antiossidanti. Essendo povero di lattosio, può essere consumato anche da coloro che ne sono intolleranti. Infine, i probiotici garantiscono un buon funzionamento dell’intestino e dell’apparato digerente, rinforzando le difese immunitarie proteggendovi da raffreddori e influenze.

Infine, passiamo ai legumi, sempre più spesso dimenticati e assenti sulle nostre tavole. Perché invece non imporsi di consumarli almeno due volte alla settimana? Cercando di sostituirli alla carne o al formaggio, anche sotto forma di burger o polpette. Lo scopo è di educare i  pazienti a sapori nuovi o finiti nel dimenticatoio con gli anni. Oltre ai tradizionali piselli, fagioli, ceci, ecc. provate ad assaggiare le Cicerchie o i Piselli Roveja (chiamati anche piselli selvatici).
La cicerchia è un legume molto nutriente, contiene proteine e amidi, vitamina B1, B2, e PP e fibre alimentari, tanto da essere consigliata in oligoterapia nutrizionale, nei disturbi della memoria e concentrazione, di affaticamento cerebrale, negli studenti e negli anziani.
Invece, i piselli roveja hanno un colore bruno – verdastro e crescono selvaticamente. Ricchi in proteine, questi piselli hanno un’alta percentuale di carboidrati, fosforo, potassio e pochissimi grassi, mentre il loro sapore è simile a quello dei ceci e delle fave.

Non dimentichiamoci neppure che, affidandosi alla stagionalità degli alimenti (come frutta e verdura), risulterà semplice a chiunque variare alimentazione. Mangiando ciò che viene offerto, mese per mese, dalla natura, saremo sempre sicuri di ottenere il massimo da quel preciso alimento, sotto tutti i punti di vista.

 

Silvia TrevainiSilvia Trevaini

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