A cena con “me”, quando le emozioni sono tutte nel piatto

mangiarefuori“L’alimentazione è connessa con la vita emotiva, il cibo risulta ‘condito’ da diversi aspetti psicologici: valori, ideologie, credenze religiose e culturali e l’alimentazione assume un significato che va oltre l’aspetto semplicemente fisiologico”,  ci spiega la Dott.ssa Caterina Cirri, psicoterapeuta del Centro Medico Visconti di Modrone.

Il rapporto con il cibo si intreccia fin dalla nascita con le esperienze affettive legate ai primi rapporti significativi, specialmente nel rapporto madre-figlio; se si pensa all’allattamento, allo svezzamento e a tutti i vissuti emotivi che condizionano queste esperienze.

I pasti sono un punto di riferimento importante, scandiscono i ritmi della nostra giornata e ogni evento importante della nostra vita sembra essere accompagnato da banchetti alimentari attraverso cui socializziamo e festeggiamo.

I piaceri della gola, inoltre, sono da sempre legati ai piaceri della sfera sessuale. Il sesso e il cibo sono due necessità legate al piacere e al nutrimento in senso sia emotivo che fisico, hanno quindi in comune aspetti simbolici tra cui anche quello della socialità espresso dalla condivisione con gli altri.

A questo si aggiunge l’importanza data dalla società occidentale alla bellezza in senso estetico ed alla forma del corpo. Le connessioni tra il cibo ed il sesso sono molto forti e sono legate proprio all’aspetto del desiderio e del piacere. Il piacere associato al cibo è risultato essere un moderatore importante della relazione tra benessere e alimentazione.

Diverse ricerche hanno evidenziato lo stretto rapporto tra il cibo e la vita affettiva e quanto questo possa servire a gestire le nostre emozioni.

Attraverso il rapporto con il cibo si esprime un bisogno d’amore.

Il cibo diventa un anestetico con cui si cerca di eliminare la sofferenza o l’insoddisfazione. Una scorciatoia con cui si tenta di riempire quel vuoto che per qualche ragione si è creato dentro di noi. Quando questi meccanismi diventano ricorrenti ed automatici si scivola nella patologia alimentare.

Il nutrirsi, il mangiare e, di conseguenza, il cibo risultano indissolubilmente connessi con l’emozione e molto spesso sono influenzati da determinate situazioni emotive.

Perché con le diete alimentari spesso non si ottengono i risultati sperati? 

Le diete alimentari spesso funzionano se si ha abbastanza motivazione per portarle a termine, ma, molto spesso, raggiungono l’obiettivo della perdita del peso ma non del mantenimento della forma fisica nel tempo, se non sono supportate da interventi che si occupino anche della dimensione psicologica.

Questo accade perché i meccanismi coinvolti nell’alimentazione sono molteplici e per lo più di natura psicologica ed affettiva, come dimostra la ricerca scientifica, inoltre soprattutto nelle diete dimagranti restrittive il senso del piacere non viene valorizzato quanto invece il senso dell’obbligo e della negazione e tutto questo porta ad aumentare le distanze con il nostro mondo interiore.

 

 

Per raggiungere l’equilibrio tra la nostra mente e il nostro corpo è essenziale imparare ad ascoltarci. 

E’ necessario imparare a riconoscere i propri stati interni, ascoltare e conoscere il nostro corpo, prendere contatto con le proprie emozioni e i propri bisogni. Conoscere le convinzioni limitanti che non ci permettono di essere felici ed in armonia con noi stessi. Esplorare il nostro mondo interiore è un vero e proprio allenamento che va eseguito in maniera costante e amorevole.

Il nostro corpo ci parla sempre, spesso urla in silenzio per attirare la nostra attenzione e per guidarci verso la strada del nostro benessere, inteso come uno “stato dell’essere” profondo e non solo superficiale.

Perché accontentarci se possiamo avere il meglio? Conoscere noi stessi e anche gli alimenti ed il loro effetto energetico su di noi ci porta ad essere liberi di scegliere in base ai nostri bisogni reali. Se portiamo equilibrio e chiarezza nella nostra mente anche le nostre scelte alimentari si modificheranno perché saranno meno influenzate dai condizionamenti emotivi o inconsci.

Possiamo imparare ad usare le nostre capacità, le nostre risorse, la nostra intelligenza, la nostra sensibilità per costruire e migliorare la nostra realtà.

 

Silvia Trevaini

Videonews

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