Il Bambino e la respirazione

neonata

 

Il bambino e la respirazione, problemi di ieri e di oggi.
Quella che sembra tradizionalmente una banalità, in alcuni casi può avere conseguenze molto serie. Ce ne parla il Dott. Roberto Barocci, otorinolaringoiatra del Centro Medico Visconti di Modrone.

Barocci1Ad esempio, l’ostruzione nasale è grave nel neonato perché questo respira solo con il naso e, in caso di ostruzione di entrambe le narici, può portare all’asfissia.

Quando la bocca è chiusa, il neonato con blocco nasale diventa cianotico per cattiva ossigenazione; in questo caso va fatto piangere per costringerlo ad aprire la bocca e a respirare.

La causa più frequente di blocco nasale è l’atresia coanale, cioè un difetto di sviluppo per cui le narici non si aprono. Inizialmente si cerca di insegnare al bambino una respirazione con la bocca ma il problema si risolve con un intervento chirurgico.

Anche una lingua troppo grossa o dislocata posteriormente rispetto alla norma può dare problemi respiratori, in particolare in posizione supina.

Ma la statistica attribuisce alle tonsille e alle adenoidi molto ipertrofiche o infiammate la causa più frequente dei problemi respiratori del bambino.

Questa ipertrofia andrebbe ancora oggi valutata con attenzione se la si associa ad ipersomia con apnea e cuore polmonare.

Si ha l’impressione (se è solo un’impressione) che, passato il tempo di “operiamo di tonsille e adenoidi tutti i bambini”, adesso si stia assistendo all’eccesso opposto, rischiando di non operare soggetti per i quali la chirurgia sarebbe indispensabile.

Se la riduzione della capacità respiratoria è il primo e più significativo problema dell’ostruzione nasale, non vanno trascurati altri disagi indotti da una respirazione insufficiente.

Infatti la necessità di respirare con la bocca provoca una serie di disagi anatomici e funzionali.

Intanto, l’aria arriva ai polmoni senza essere filtrata, depurata, riscaldata e umidificata: queste sono funzioni che solo il naso può svolgere.

E, da un punto di vista anatomico, il bambino che respira con la bocca, perde il lavoro di dilatazione che la lingua svolge sulle arcate dentarie.

E iniziano le tragicommedie dell’ortodonzia infantile!

Se facessimo funzionare il naso del bambino, l’aria riuscirebbe a passare, la bocca resterebbe chiusa e la lingua dilaterebbe il palato e le arcate dentarie.

Ma qualche mamma preferisce una buona ortodonzia.

Si è valutato esclusivamente l’aspetto ostruttivo senza alcun riferimento alla diagnostica delle cause che possono determinare il problema della attiva respirazione infantile.

E ciò per richiamare ancora una volta un principio fondamentale dell’approccio alle funzioni nobili del corpo umano (e la respirazione è una di queste); vanno rispettate le modalità creative…

Una di queste dice che nel neonato e nel bambino, la respirazione nasale è quasi esclusiva e quindi essenziale.

Poi, con lo sviluppo, la crescita e il passare degli anni, si realizza il fenomeno dell’alternanza respiratoria per cui respiriamo alternativamente con la narice destra o sinistra ad intervalli di circa 40 minuti in automatico.

 

trevaini50 Silvia Trevaini

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