La calcolosi renale: da quale medico farsi curare?

I calcoli renali sono concrezioni di sali che precipitano nell’urina portando alla possibile ostruzione delle vie urinarie.

Ne parliamo con il Dott. Gregorio Guabello, specialista endocrinologo del Centro Medico Visconti di Modrone.

La composizione chimica dei calcoli renali può essere varia ma i due principali tipi di calcoli sono quelli costituiti da calcio (ossalato e fosfato di calcio) e da acido urico. E’ intuitivo pensare che il principale fattore predisponente la formazione dei calcoli sia una maggiore escrezione urinaria di queste sostanze che si verifica in molte malattie ormonali e del metabolismo, inoltre può giocare un ruolo importante anche la ridotta escrezione urinaria di sostanze che normalmente svolgono un ruolo di inibitori fisiologici della precipitazione dei sali nell’urina (citrato, potassio, magnesio).

I pazienti che soffrono di questa patologia conoscono bene la cosiddetta “colica renale”, che si presenta come un episodio di dolore acuto e insopportabile che dalla regione lombare dell’addome si irradia fino all’inguine e che richiede la tempestiva somministrazione di antidolorifici e antispastici spesso in ambito di pronto soccorso. Spesso i pazienti affetti da calcolosi renale sono anche affetti da altre patologie che possono essere concomitanti o favorenti la calcolosi stessa, come ad esempio obesità, diabete mellito, ipertensione arteriosa, gotta, malattie cardiache e osteoporosi.

Il paziente affetto da calcolosi renale spesso viene gestito da una unica figura medica rappresentata dall’urologo, che tuttavia si occupa in genere della risoluzione della colica renale piuttosto che della rimozione dei calcoli per via endoscopica o del loro “bombardamento” (litotripsia) con onde d’urto, senza preoccuparsi di quell’approfondimento necessario per capire le cause che hanno portato alla formazione di calcoli e che rappresenta il presupposto fondamentale per instaurare una terapia per la prevenzione delle recidive nel tempo degli episodi di colica renale. In quest’ottica l’endocrinologo, in qualità di esperto di malattie metaboliche, può rappresentare la figura necessaria per colmare questo “gap”, prendendo in carico il paziente e prescrivendo quegli esami necessari per capire la composizione dei calcoli e per instaurare le terapie correttive.

Quando la calcolosi sottende una malattia specifica del metabolismo, è necessario instaurare la terapia specifica: un esempio classico è rappresentato da una aumentata secrezione di paratormone con associato aumento dei valori di calcio nel sangue, condizione che nella maggior parte dei casi si risolve con l’intervento chirurgico di asportazione della ghiandola paratiroidea malata, cioè responsabile di questa aumentata secrezione ormonale. In generale a tutti i pazienti affetti da calcolosi è necessario fornire delle raccomandazioni dietetiche, in particolare una dieta idropinica (bere almeno 2 litri di acqua al giorno), a normale contenuto di calcio, povera di sale e proteine animali, povera di ossalati (sostanze che nell’urina si complessano con il calcio portando alla formazione di calcoli di ossalato di calcio) e ricca di frutta e verdure, che contendono quei citrati, prima citati, che rappresentano degli inibitori fisiologici della formazione dei calcoli. Infine in casi selezionati la somministrazione di particolari diuretici o di farmaci che riducono la sintesi dell’acido urico possono rappresentare una vera e propria terapia di particolari tipi di calcolosi.

Concludendo, per i pazienti con calcolosi renale recidivante, l’urologo dovrebbe sempre inviare il paziente all’endocrinologo per un inquadramento diagnostico serio e approfondito ai fini della terapia specifica per ciascun paziente.

trevaini50Silvia Trevaini

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