Addio al grasso superfluo con la crioliposi

Pratica recente e non invasiva, è usata per ridurre gli strati sottocutanei di grasso nel body contouring, come alternativa alla liposuzione. 
Le procedure di body contouring sono sempre più frequenti a livello globale nella pratica quotidiana delle estetica medica e in tale ambito riveste un ruolo fondamentale la rimozione delle adiposità localizzate. Non deve pertanto stupire che negli ultimi anni vi sia stata una rapida e significativa evoluzione tecnologica e tecnica delle metodiche utilizzate allo scopo, che hanno affiancato la storica liposuzione sino, talora, a sostituirla. Limitandoci alle procedure non invasive è il caso per esempio dell’ utilizzo di sistemi laser, radiofrequenza e ultrasuoni oppure della criolipolisi. Sono tutte tecniche che sfruttano le peculiari proprietà fisiche del grasso che lo differenziano dai tessuti circostanti, inducendo una rimozione selettiva.
Operando una distruzione termica o per cavitazione degli adipociti oppure provocando la formazione di pori temporanei nelle membrane degli adipociti, tali procedure determinano la riduzione del numero degli adipociti e, in ultima analisi, dello strato del grasso corporeo. Non sono pochi i vantaggi rispetto alle procedure più invasive: facilità d’uso, minimi e transitori effetti collaterali (quelli maggiormente riscontrati sono arrossamenti, edema e sensazione di insensibilità che si risolvono entro poche settimane dal trattamento) e soprattutto ridotto o nullo e recupero post operatorio.  Ho già parlato della crioliposi , ma oggi voglio approfondire l’argomento a livello tecnico insieme alla dottoressa Gabriela Stelian, specialista in chirurgia plastica ricostruttiva ed estetica.

La tecnica
La criolipolisi è una procedura non chirurgica per il trattamento del tessuto adiposo sottocutaneo messa a punto da studiosi americani 10 anni fa e che si basa sulla maggiore suscettibilità del tessuto adiposo nei confronti dei danni da freddo rispetto agli altri tessuti. I distretti corporei a cui è stata applicata la criolipolisi sono l’addome, il sottomento, le braccia, i fianchi, l’interno coscia, le ginocchia le caviglie, ottenendo i risultati più significativi nel trattamento dei fianchi e del dorso. Sebbene i dati di letteratura evidenziano una riduzione del grasso in ogni distretto trattato, non è ancora stato indagato quali siano le aree più reattive alla criolipolisi.  Come per tutte le tecniche di body contouring, è importante effettuare accurate fotografie pre e post operatorie e analogamente registrare, prima di ogni sessione e alla fine dell’intera procedura, la circonferenza delle aree trattate se possibile, lo spessore del pannicolo adiposo e il peso del paziente. Ovviamente deve essere somministrato uno specifico consenso informato. Identificata e marcata l’area da trattare, il trattamento prevede l’applicazione di un manipolo impostato alla temperatura voluta, collegata a un sistema d’aspirazione che risucchia la pelle per un tempo variabile in funzione dell’estensione della zona da trattare. Il range di azione efficace è dimostrato essere collegato tra una temperatura superiore al congelamento ma inferiore alla temperatura corporea, per ogni temperatura impostata è prevista una specifica durata del trattamento, in genere compresa tra i 30 e i 60 minuti. L’entità del raffreddamento viene regolata da un sistema automatico che controlla le celle termoelettriche di raffreddamento e la temperatura cutanea. La temperatura ottimale target da raggiungere nel tessuto trattato pare essere di 4 gradi. Anche se il meccanismo di azione della criolipolisi non è stato ancora compreso appieno, si ritiene che la combinazione tra suzione dermica e sottrazione controllata di calore riducano, da un lato, il flusso sanguigno e dall’altro inducano la cristallizzazione del tessuto adiposo dell’area trattata. La criolipolisi determina apoptosi cellulare e un processo infiammatorio mediato da macrofagi che in tre mesi porta la rimozione delle cellule danneggiate dall’area trattata. Inoltre, non sarebbero stati riscontrati né alcun impatto significativo sui livelli lipidici nei sul test di funzionalità epatica nei evidenza di fibrosi Alcuni studi hanno poi mostrato come l’efficacia del trattamento possa migliorare eseguendo sia un massaggio postumo sull’area trattata sia più sedute successive. Anche  l’associazione con le onde d’urto implementa il risultato, soprattutto nel trattamento della cellulite, in quanto mentre il raffreddamento agisce sugli adipociti le onde d’urto allentano i tralci fibrotici.  La tecnica di criolipolisi è indicata per pazienti con aspettative realistiche, contrari alla chirurgia, disposti ad accettare la necessità di sessioni multiple di trattamento per conseguire la riduzione di piccole o moderata adiposità localizzate  e migliorare la cellulite. Ne beneficerebbero anche individui con moderata lassità cutanea, che allontanerebbero così il rischio di effetto caduta della cute nella regione trattata, grazie al progressivo e lento allontanamento degli adipociti danneggiati.  Le controindicazioni alla criolipolisi includono condizioni indotte dal freddo come la crioglobulinemia, l’orticaria da freddo e  l’emoglobinuria parossistica a frigo. Sconsigliato trattamento anche in presenza di varici, dermatiti o altre lesioni cutanee

trevaini50Silvia Trevaini

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