Influenzati dall’acqua che beviamo

L’acqua è sicuramente la risorsa presente in maggiore quantità sul nostro pianeta ed in tutte le forme di vita, di conseguenza la sua qualità e la sua integrità sono caratteristiche essenziali per la sopravvivenza. Sono stati numerosi i ricercatori che non si sono accontentati di vedere l’acqua come H2O e che, in anni di studi coraggiosi e controcorrente, hanno contribuito a rivoluzionare non solo la visione chimico-fisica dell’acqua, ma ne hanno dato un’interpretazione molto profonda, capace di modificare il pensiero e la cultura dominanti.

Moltissime ricerche e studi sull’acqua sono state effettuate dal Dr. Masaru Emoto che purtroppo è scomparso il 17 Ottobre 2014. Il Dr. Masaru Emoto, scienziato e ricercatore giapponese, ha messo a punto una tecnica per esaminare al microscopio e fotografare i cristalli che si formano durante la fase di congelamento di diversi tipi d’acqua, come l’acqua di rubinetto, l’acqua proveniente da diverse sorgenti, laghi, paludi, ghiacciai di varie parti del mondo. Ebbe inoltre la brillante idea di esporre queste diverse tipologie di acqua alle vibrazioni della musica, di parole sia in forma scritta che pronunciate verbalmente ed infine anche dei pensieri. Egli ha quindi potuto constatare che i cristalli dell’acqua trattati mutano la loro struttura, se sottoposti a queste varie fonti. Questo accade perché è stato scientificamente provato che l’acqua ha delle memorie che vengono modificate da tutto ciò che è energia e vibra
È evidente che l’acqua potabile che beviamo si carica di informazioni elettromagnetiche durante il tragitto che percorre dall’acquedotto sino alla tua abitazione. Passando attraverso vecchie tubature fatte di piombo (o altri materiali) e scorrendo vicino alle fogne si carica di informazioni deleterie per la nostra salute che vengono memorizzate dai suoi cristalli, trasferendole alle nostre cellule che sono prevalentemente composte di acqua. Non dimenticare inoltre le bottiglie di acqua minerale che compri al supermercato, contenute in bottiglie fatte di plastica derivate da petrolati e spesso detenute in squallidi magazzini o peggio lasciate all’aperto ed esposte al sole. Come ben saprai la plastica delle bottiglie (PET) se esposta al sole può rilasciare delle sostanze tossiche per il corpo e non dimenticare che questi ambienti (magazzini e supermercati) trasmettono le loro energie all’acqua stessa contenuta nelle bottiglie.
Per memoria dell’acqua si intende la capacità dell’acqua stessa nella sua forma liquida, di conservare una “impronta” di tutto ciò con cui è venuta in contatto. Oggi il nostro esperto di alimentazione fruttariana Giorgio Bogoni ci spiegherà quanto siamo influenzati dall’acqua che beviamo.

In effetti veniamo profondamente influenzati dall’acqua che beviamo, sia a conseguenza delle sue caratteristiche chimiche, sia dal punto di vista informazionale.
Chimicamente parlando, ci interessa sapere semplicemente cos’altro contiene l’acqua che stiamo bevendo, oltre alla struttura base costituita da idrogeno e ossigeno. Potrebbero essere tracce di elementi inquinanti disciolti anche solo in piccola misura, piuttosto che sali minerali naturalmente presenti alla sorgente.
In molti sostengono che l’acqua distillata, l’unica tecnicamente “pura”, non sia neppure potabile e che noi beviamo soprattutto per assumere l’insieme di minerali che l’acqua comune abitualmente contiene. Secondo altri, questi minerali insolubili sarebbero invece addirittura da evitare perché determinano il progressivo invecchiamento del corpo, indurendo le strutture articolari e i vasi sanguigni, con un lento ma progressivo deposito.
Pensiero condiviso rimane solo che, nell’acqua “buona”, le sostanze inquinanti e la carica batterica debbano essere azzerate, ma nessuno è in grado di dire se e quali minerali sia utile siano presenti.
Il concetto di “memoria dell’acqua” è invece legato alla presunta capacità dell’acqua di conservare informazioni al pari di un qualsiasi altro supporto che utilizziamo per memorizzare dati e al fatto che queste informazioni vengano registrate nell’acqua per mezzo del campo elettromagnetico.
In effetti, la molecola dell’acqua (H2O) è un dipolo elettrico che si presta a essere orientato e quindi concettualmente questo orientamento può già essere interpretato come informazione. Inoltre le molecole dell’acqua tendono a legarsi in cluster, a causa della reticolazione dei legami idrogeno, e questi cluster sono ulteriori aggregati intermedi pluri-molecolari in grado di trattenere informazione con la loro presenza, forma, dimensione e distribuzione elettrica.
Insomma, la struttura dell’acqua contiene molti elementi dotati di caratteristiche atte ad essere modificate da un campo elettromagnetico in scrittura, per essere poi rilette.
Oggi gli esseri umani non hanno la tecnologia per farlo, ma la Natura ha più esperienza dell’uomo ed è verosimile che l’acqua conservi buona parte dell’informazione che transita nei Regni Animale e Vegetale.
Riconosciuto questo, rimango ugualmente meravigliato dalle fotografie di Masaru Emotu, perché evidenziano che l’acqua registra dentro di sé il “buono e sano” con un linguaggio universale che viene riconosciuto dagli esseri umani come “bello e ordinato”: solo l’acqua influenzata positivamente, perché proveniente da sorgenti incontaminate o esposta al campo elettromagnetico del cervello nel corso di una preghiera, si cristallizza in immagini armoniose e gradevoli alla vista!
Trovo che questo sia incredibilmente interessante e debba far riflettere su quanto poco si conoscano i meccanismi naturali.
Concludo osservando che l’alimentazione fruttariana consente di assumere esclusivamente l’acqua contenuta nei frutti, perché in quantità sufficiente al fabbisogno idrico umano senza che venga integrata bevendo acqua inorganica, e che l’acqua veicolata nel corpo attraverso la frutta è l’acqua migliore, sia dal punto di vista chimico che informazionale, perché filtrata dalle piante per gli animali.

 

trevaini50Silvia Trevaini

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