Sovrappeso, genetica e dieta personalizzata sui geni (Dietagene®)

Tutti noi sappiamo che alcune persone possono mangiare ciò che desiderano, mentre altre non possono permettersi tale lusso senza ingrassare con facilità e velocemente. Viene immediatamente da pensare che tali differenze siano riconducibili a differenze genetiche, ovvero differenze nel DNA, e che tali individui siano predisposti geneticamente al sovrappeso e all’obesità e soggetti all’effetto inarrestabile del fato. In realtà evidenze scientifiche hanno rivelato che non è proprio così. Se da un lato è vero che la componente genetica può giocare un ruolo importante, è altrettanto vero che ad essere ereditata è soltanto la predisposizione genetica e non la condizione patologica. Un’analisi più approfondita indica che le ragioni che spiegano un aumento di peso sono numerose e che in definitiva il soprappeso e l’obesità sono condizioni complesse, multifattoriali e multigeniche. Per dare un idea della diversità dei fattori predisponenti, possiamo considerare fattori ambientali la dieta, l’esposizione a sostanze xenobiotiche (non presenti nel nostro organismo) e la presenza di flora batterica intestinale sfavorevole e la frequenza e intensità dell’attività fisica svolta. Questo significa che esiste una moltitudine di fattori ambientali e di fattori genetici in grado di guidare lo sviluppo del sovrappeso. In altre parole, la predisposizione genetica ha bisogno dell’ambiente obesogeno per manifestarsi. Ne parliamo con Giovanni Battista Gidaro, biologo, nutrizionista e consulente di nutrigenetica, autore del trattato: “Nutrigenomica ed Epigenetica, dalla Biologia alla Clinica (Edra 2017).

.”Uno studio dimostra chiaramente che le persone che conducono uno stile di vita salutare e consumano una dieta sana non sviluppano il sovrappeso anche se possiedono una predisposizione genetica (Ravussin and Bouchard, 2000). Questa è una bella notizia e significa prima di tutto che possiamo controllare il nostro peso corporeo e prevenire le patologie ad esso correlate come la sindrome metabolica, il diabete e anche diverse forme di cancro; a tale proposito uno studio del 2003 (Calle EE et al., 2003) pubblicato sul New England Journal of Medicine, condotto su circa 900.000 persone osservate per 16 anni, indica che il 30-40% di tutti i tumori possono essere attribuiti ad una dieta inappropriata e che l’obesità è seconda solo al fumo come principale causa evitabile di tumore. La seconda considerazione che possiamo fare è che una persona in sovrappeso può ridurre il rischio di malattie semplicemente riducendo la massa grassa, particolarmente quella viscerale. E’ ormai assodato che il tessuto adiposo non si comporta semplicemente come tessuto di deposito inerte, ma è invece una pompa ormonale al centro di un intricato network di messaggi ed è per questa ragione che un suo eccessivo sviluppo è associato al rischio di diverse malattie. Detto questo, dobbiamo prender coscienza che non esistono scuse per seguire un’alimentazione ed uno stile di vita inappropriati. Dietro la maggior parte dei casi di sovrappeso e obesità ci sono fattori ormai troppo comuni nella nostra società, ovvero la sedentarietà, un’alimentazione troppo ricca di carboidrati e di grassi, uno stile di vita stressante tipico delle grandi città, un ritmo di vita disallineato dal ritmo circadiano luce-buio naturale con esposizione eccessiva a luce notturna, e altro ancora. Quante ore trascorriamo seduti in macchina o al lavoro? Quante volte mangiamo anche se non ne abbiamo bisogno, solo come risultato dello stress giornaliero o in occasione di eventi sociali, magari in orari notturni quando l’organismo dovrebbe riposare al posto di mangiare? Quante volte facciamo attività fisica durante la settimana? Le domande che ci possiamo porre sono molteplici, ma certamente la prima risposta ragionevole è che la principale causa del sovrappeso è l’alterazione della bilancia energetica: mangiamo più di quello che consumiamo, ed in queste condizioni l’accumulo di grasso è inevitabile e lo è ancor di più nei soggetti predisposti. Ma in cosa consiste questa predisposizione genetica?

I principali fattori genetici sono costituiti da piccole differenze (che chiamiamo polimorfismi o varianti polimorfiche) in geni legati al metabolismo dei grassi e degli zuccheri e che possono rendere i portatori più sensibili ai grassi e agli zuccheri della dieta. Varianti di alcuni geni possono aumentare l’assorbimento intestinale dei grassi (es gene FABP2), mentre varianti in altri geni possono invece ridurre la loro mobilizzazione dai depositi. Ad esempio alterazioni nei geni recettori adrenergici (ADRB2, ADRB3, ADRB1, ADRA2B) riducono la lipolisi ed il metabolismo dei grassi e sono associate a sovrappeso. Altre molecole stimolanti la lipolisi (es adiponectina) possono essere prodotte in misura minore e quindi facilitare l’accumulo di grasso. Le persone sensibili ai grassi della dieta dovrebbero ridurre l’apporto di grassi ed in particolare di grassi saturi. Le differenze genetiche possono anche ridurre la capacità di dissipare energia sotto forma di calore (termogenesi) a livello della centrale termica della cellula (mitocondrio). Questo significa che viene consumato meno grasso per produrre calore, mentre viene facilitato il suo accumulo. In parole più semplici alcune persone tendono ad accumulare piuttosto che a mobilizzare e a bruciare i grassi.

Relativamente agli zuccheri, possono essere presenti alcune varianti in geni (es TCF7L2, PPARG, FTO.) che predispongono la persona ad una risposta glicemica più alta al pasto. Ogni volta che la glicemia si alza, arriva l’insulina che stimola la deposizione di grasso. Queste persone dovrebbero scegliere alimenti a basso indice glicemico, ovvero sostanzialmente eliminare i carboidrati raffinati e aumentare il contenuto di fibra al pasto, mediante il consumo di verdure e alimenti integrali.

Altri fattori genetici rilevanti sono quelli relativi alla regolazione della fame e della sazietà che vedono rispettivamente protagonisti due ormoni, la grelina e la leptina che normalmente lavorano in equilibrio tra loro. La prima è prodotta dallo stomaco e stimola la fame, mentre la seconda è prodotta dal tessuto adiposo e induce la sazietà agendo a livello ipotalamico dove riduce la produzione del neuropetide Y (NPY). Varianti genetiche in questo delicato meccanismo di controllo (grelina-leptina-NPY) possono esitare nello stimolo della fame e nella riduzione della sazietà promuovendo l’assunzione di una maggiore quantità di cibo, oltre le reali necessità energetiche della persone. L’alterazione di questo meccanismo può dunque stimolare la continua deposizione di grasso nel tessuto adiposo.

Anche il comportamento alimentare può essere profondamente influenzato dalla genetica. Infatti alterazioni a carico dei geni che controllano i meccanismi di ricompensa (es MC4R) possono indurre un’alterazione del comportamento alimentare che può tradursi in un mancato controllo delle pulsioni alimentari e quindi in un maggiore introito di calorie soprattutto in condizioni di stress. A tale riguardo anche alterazioni che interessano il trasportatore della serotonina (SLC6A4), sono risultate legate ad un aumentato consumo di cibo sotto stress e quindi associate al sovrappeso. Diversi studi indicano che sia gli adulti sia in bambini che portano tale variante (chiamata forma s) del trasportatore della serotonina si adattano lentamente alle situazioni di stress e tendono a consumare un maggiore quantità di cibo con progressivo aumento del peso. In ogni caso, quando sono presenti disturbi del comportamento alimentare, sebbene sia possibile intervenire con la dieta e integratori, e buona regola rivolgersi a centri specializzati che potranno intervenire con adeguate terapie comportamentali e farmacologiche.

Perché fare un test genetico per il controllo del peso?

L’obiettivo del test genetico è quello di indentificare la presenza di una componente genetica significativa ovvero se sono presenti varianti genetiche associate da studi scientifici al sovrappeso e all’obesità. Il secondo obiettivo è quello di capire quali meccanismi siano alterati. Siamo predisposti ad una maggiore risposta glicemica oppure tendiamo ad assorbire più grassi e a depositarli senza bruciarli? Il terzo obiettivo è anche quello di capire la risposta al tipo di dieta. Per fare un esempio, studi recenti indicano che in presenza di alcune varianti di FTO ci sia una migliore risposta alla dieta iperproteica. Il quarto Obiettivo è quello di comprendere la risposta all’esercizio fisico. Sembra che alcuni profili genetici rispondano meglio ad un esercizio prevalentemente aerobico, mentre altri richiedono un esercizio a maggiore intensità per stimolare la combustione dei grassi.

Sulla base dei geni è dunque possibile formulare una dieta personalizzata sulle caratteristiche del gene (Dietagene®) che risponde meglio alle esigenze personali, adattandosi all’individuo come un abito su misura. Conoscendo dunque le proprie caratteristiche intrinseche, le persone possono scegliere in modo consapevole gli alimenti adeguati al proprio profilo genetico e seguire uno stile di vita ottimale.

Come scegliere un test genetico?

Il test genetico è affidabile se valuta molti fattori genetici, poiché come detto l’obesità ed il sovrappeso sono condizioni multigeniche. Diffidate da chi vi propone test con uno, due, tre o anche 4 varianti genetiche. Inoltre il sistema di valutazione del risultato genetico deve considerare il profilo genetico nel suo complesso e non la singola variante. E’ l’effetto del profilo (pattern) genomico e non la singola variante a fare la differenza. In questi test non si tratta infatti di analizzare mutazioni rare con effetto nel 100% dei portatori; siamo anzi all’opposto, trattandosi di varianti comuni e con effetti modulati da tanti fattori. Pertanto il sistema di valutazione del risultato deve essere capace di dare una valutazione complessiva, pur valutando il contributo di ciascuna singola variante. Assicuratevi inoltre di aver compreso bene i limiti e i benefici del test. Questi test non fanno diagnosi ed il loro limite principale è dato dal fatto che le valutazioni vengono fatte solo sulle varianti testate. Altri fattori genetici noti e non noti potrebbe influenzare la predisposizione al sovrappeso. Infine il servizio deve includere anche la consulenza nutri-genetica post-test, in modo che Voi possiate comprendere pienamente il significato dei risultati genetici e implementare le azioni necessarie a raggiungere i vostri obiettivi di peso.

Come si esegue il test Dietagene®?

Questo test è un test non invasivo e si effettua prelevando le cellule della mucosa orale mediante uno speciale tampone (una specie di cotton fioc) che viene strofinato per circa 10-20 secondi sulla mucosa interna della guancia e/o nel solco intergengivale. Sono disponibili oggi tamponi per autoprelievo CE e questo significa che potete ricevere comodamente a casa il kit per l’autoprelievo o recarvi presso il mio studio. I risultati sono disponibili dopo 15 gg lavorativi, vi sarà inviato il report e sarà organizzata una telefonata di consulenza nutrigenetica post-test per la spiegazione dei risultati e la consegna della dieta personalizzata”

 

Per i lettori di “Obiettivo Benessere” è possibile eseguire il test con uno sconto del 20% inserendo il codice RGWHT2019

Per contattare il Dott. Giovanni Battista Gidaro:cellulare 348.932.5053

email: gbgidaro@gmail.com, info@reportgenomics.com, www.reportgenomics.com

 

trevaini50Silvia Trevaini

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