Praticare la costanza

A volte ci si immagina che non ci sia nulla da fare e la lamentala del non essere costanti può essere raccontata a se stessi e agli altri persino con un po’ di autocompiacimento, con frasi del tipo: “non sono capace”, “sono negato per certe cose”, “non riuscirò mai”. È il pensiero negativo, solitamente basato su credenze ereditate dal passato, come, per esempio, giudizi che ci hanno fatto male o ricordi di momenti dolorosi di fallimento. Cominciamo la nostra azione a sostegno della costanza eliminando gli eccessi del pensiero negativo. Sono solo pensieri e, in particolare, come tutti i pensieri formulati al negativo, sono oggetti mentali poco salutari. Se visualizziamo ciò che non sappiamo fare, ciò che non vogliamo ottenere, ciò che non vogliamo essere, finiremo per ritrovarci li. Anche frasi innocenti come “ non so evitare il cibo spazzatura”, formulate al negative, portano il cervello a produrre immagini di me che mollo tutto, ma in sovrappeso, che fatico perché sono pesante, che non vado bene, che non ce la faccio, che fallisco… e addio costanza.

Tre consigli

Ci sono, poi, almeno tre importanti raccomandazioni che ci possono fare da guida , per restare costanti in periodi di affaticamento e stress.

  • Pensa a breve termine. Una volta che sai ciò che devi fare, è inutile rappresentarti in mente la mole di lavoro che ti occorrerà. Meglio spezzettare gli obiettivi e, ogni giorno, pensare solo alle attività contingenti.
  • Stabilisci le priorità e lascia andare il resto. Il sovraccarico porta a fare tutto in modo approssimativo; meglio fare bene alcune cose e rimandare le altre. Limita a una, o due, le attività fondamentali.
  • Prenditi delle pause. Il cervello ha bisogno di momenti in cui andare a briglia sciolta: non a caso a scuola c’era la ricreazione… Nessuno ragiona bene quando è troppo logoro, dunque, impara a schiacciare il tasto pausa almeno tre volte al giorno.

Associa il piacere

Non si può essere costanti in un’attività che sentiamo come sgradevole: è logico, oltre che giusto, difendersi dalle cose brutte! Trovare piacere e gratificazione (molto più che appellarsi al senso del dovere), è la vera pietra angolare su cui costruire una sana continuità. La cosa migliore è infondere alla singola sessione di attività in cui desideriamo essere costanti un senso di piacevolezza. Nel running, ad esempio, se vogliamo arrivare a correre una maratona, è comunque bene concentrarsi sul benessere che la corsa procura già nel momento presente, piuttosto che stare con la mente al fatidico giorno della corsa. Anche il rendere più gradevole l’ambiente in cui svolgiamo le attività quotidiane può aiutare a associare costanza e piacere. Buttiamo ciò che ingombra lo spazio. Adoperiamoci per vivere l’attività  in cui vogliamo sviluppare costanza nel modo più bello e nobile, ovvero in uno “stato di flusso”, un particolare stato di coscienza che può sostenere il nostro agire con una forza incredibile. In parole semplici, si tratta di praticare l’attività come una meditazione, ovvero con la coscienza unificata, mettendoci tutta l’attenzione. Sarà meno stressante e otterremo risultati migliori in minore tempo.

Lo stato di flusso

In psicologia, si definisce flow l’esperienza ottimale. Gli sportivi la chiamano trance agonistica. È uno stato di assorbimento della mente in cui il compito viene svolto senza più fatica, perché vi siamo totalmente immersi, perdendo gli abituali riferimenti spazio-temporali. Il coinvolgimento completo nel compito risulta gratificante: siamo tutt’uno con l’attività svolta, in uno stato in cui ci sentiamo vitali, centrati, connessi. Per favorire il flow, prepariamoci a entrare nel compito che intendiamo svolgere eliminando le distrazioni. Pratica 5 minuti di respirazione cosciente per entrare in contatto con il presente. Punta un timer per 20 minuti, in cui praticherai l’attività programmata ( studiare, praticare yoga, lavorare, riordinare la scrivania o ciò che preferiamo). Resta connesso con ciò che stai facendo. Ad ogni distrazione, senza giudicarti, lasciala andare con un sorriso dicendo mentalmente: “Non ora”. Alterna ripetizioni di 5 minuti di pausa e 20 di concentrazione. Dopo qualche ciclo la mente si raccoglierà e potrai vivere l’attività fino in fondo. Non è necessario fare questo tipo di pratica da soli: al contrario, è importante circondarsi di persone supportanti ed è possibile anche condividere le attività potenziandosi reciprocamente nel mantenere il focus. Lo stato di flusso si raggiunge molto bene in gruppo, perché le menti si sostengono reciprocamente nel restare sul compito. Se vuoi fare una prova, riunisci il tuo gruppo di lavoro per fare un brainstorming di un’ora intera su un tema. Dopo un momento di rottura del ghiaccio, il tempo scorrerà veloce. Il ricordo dell’esperienza  piacevole del flusso renderà disponibile alla mente la voglia di rifarlo.

 

trevaini50Silvia Trevaini

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