La resistenza al cambiamento

Arriva per tutti un momento nella vita in cui ci sentiamo sbagliati, come se non valessimo nulla e a nessuno importasse di noi. È uno dei tanti bivi che ci si presenta di fronte, una delle tante strade che ci si mette davanti e ci chiede di scegliere di crescere. In un primo momento possiamo provare paura, sgomento, difficoltà, il tutto accompagnato da sintomi fisici come ad esempio la nausea, i mal di testa o i mal di schiena ricorrenti. Qualcosa che da dentro di noi e attraverso il corpo ci dà un messaggio, ci dice che è il tempo di cambiare, che siamo pronti (perché abbiamo tutte le risorse per farlo) alla trasformazione. Il nemico numero uno del cambiamento è la tua resistenza. Il cambiamento è qualcosa di assolutamente naturale e non ci sarebbero problemi se noi fossimo ancora collegati alla nostra essenza e al nostro essere naturale. Il vero problema è il modo in cui siamo stati cresciuti, credendo che il cambiamento fosse qualcosa da combattere anziché sostenere e aiutare.

La resistenza si concretizza in tutti quei comportamenti verbali e non, frasi che pronunci e atteggiamenti che hai che nascondono, coprono, ti spostano dalla vera questione. Per superare la resistenza al cambiamento non sono sufficienti le motivazioni, né gli argomenti e neppure i consigli altrui. L’aspetto fondamentale è desiderare di cambiare facendo sì che tale trasformazione rinforzi la nostra identità, invece che negarla. Che ci piaccia o meno, la vita è in costante movimento. Nulla rimane statico e per questo ciò che oggi appare in un modo, domani potrebbe apparire in un altro. Superare la resistenza al cambiamento si trasforma in uno sforzo titanico per molte persone. Per assurdo, alcuni si sforzano in eccesso proprio per non cambiare nulla. Vediamo insieme al nostro esperto di alimentazione fruttariana Giorgio Bogoni come affrontare la resistenza al cambiamento di nuove abitudini alimentari.

Quando ero ancora un ragazzino, i Pooh cantavano “Mai dire mai” sostenendo, a ragione, che ci sia anche chi cambia “per restare se stesso”.

Questa è davvero la miglior ragione per cambiare, forse l’unica davvero valida perché animata dall’interno, anziché dalle promesse e dalle aspettative di tutto quanto ci circonda.

Del resto, asseconda il perenne fluire della realtà con la minor resistenza al cambiamento, perché garantisce all’Ego la continuità che teme di perdere e la sicurezza di cui ha bisogno.

Di fatto “si cambia per permettersi di non cambiare”!

Quando si parla poi di resistenza al cambiamento delle proprie abitudini alimentari, spesso si immaginano diete imposte con la coercizione e tornano alla memoria le immagini di Renato Pozzetto che si abbuffava di nascosto in “7 chili in 7 giorni”.

Io non credo tu debba veramente affrontare una resistenza nei confronti di un rinnovato regime alimentare; posso pensare al limite che dovrai stiracchiare un po’ la tua zona di comfort per includere nuove abitudini.

Diversamente, se ti scontri con una sorta di blocco, significa che stai procedendo all’inverso di come, secondo me, dovresti fare: non dovresti infatti forzarti a mangiare in maniera diversa per ottenere un qualche risultato, ma osservarti compiaciuto cambiare dieta spontaneamente, come conseguenza della tua evoluzione interiore, di un risultato già conseguito.

Però il percorso non è uguale per tutti e riconosco tu possa voler lavorare sul piano fisico per promuovere un movimento nella sfera spirituale.

Come puoi superare allora le difficoltà che ti trattengono nelle vecchie consuetudini?

Oltre alla mai sufficientemente applicata gradualità, il segreto per affrontare serenamente un qualsiasi cambiamento nel modo di mangiare è sostituire anziché eliminare.

Hai difficoltà a rinunciare all’hamburger nel panino? Sostituiscilo con uno a base vegetale!

Di fatto devi ridurre ciò che percepisci complessivamente come “diverso da prima”, conservandone invariati alcuni aspetti. Nel nostro esempio potrebbero essere quello visivo e quello olfattivo.

E così, procedendo a piccoli passi (del resto anche lo stesso concetto di sostituzione è una forma di gradualità!), un giorno scoprirai di essere una nuova persona e ti renderai conto che il tuo atteggiamento a tavola è solo una piccola parte di un approccio alla Vita che prima ti era sconosciuto.

 

trevaini50Silvia Trevaini

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