State attenti a come invecchiate

Il grande desiderio di tutti è invecchiare in salute. La durata e la qualità della vita in età avanzata dipendono per il 70% da corretti stili di vita e dall’ambiente in cui si vive. La componente genetica influisce solo per il 30%, perciò l’invecchiamento è nelle nostre mani e “vecchi sbagliati” si diventa da bambini. L’Organizzazione Mondiale della Sanità  parla di un modello olistico, bio-psico-sociale della salute in cui hanno peso i fattori personali, come la razza, il genere, la scolarità, il reddito e i fattori ambientali, come per esempio l’inquinamento atmosferico e i trasporti. Il modello di salute è l’one health approach, cioè l’approccio di chi vive in armonia con l’ambiente in cui nasce, cresce e invecchia. L’anziano scopre che la sua vita ha un valore se difende la sua diversa normalità, che richiede resilienza, cioè una risposta adattativa.
Negli ultimi decenni abbiamo accumulato una straordinaria quantità di dati scientifici sulla fisiopatologia e la terapia dell’obesità, del diabete, delle patologie cardiovascolari e del cancro nella specie umana. Sorprendentemente, invece, si conosce poco su come un individuo giovane e in salute possa rimanere fisicamente e mentalmente sano, felice, attivo, forte, indipendente e socialmente utile per il più lungo tempo possibile. Negli animali da esperimento la restrizione calorica con nutrizione ottimale è il più potente intervento in grado di prevenire e/o ritardare l’insorgenza delle malattie croniche associate all’invecchiamento e, soprattutto, di allungare la vita addirittura del 30-60%. Gli animali in restrizione calorica sono quasi sempre più sani ed attivi di quelli che non subiscono alcuna restrizione; circa 1/3 degli animali in restrizione calorica muore in età avanzata senza nessuna lesione patologica all’autopsia, mentre solo il 6% degli animali alimentati senza restrizione muore di morte naturale. L’invecchiamento in buona salute inoltre rappresenta un vantaggio per i singoli e per la società, poiché riduce i costi sanitari e permette ai cittadini di restare economicamente attivi, oltre ad aprire nuove occasioni di innovazione legate alle necessità sanitarie e al benessere di una porzione sempre maggiore di popolazione. “Si può scegliere di invecchiare in mille modi diversi e sono tutti buoni, oppure puoi invecchiare e basta senza accorgertene”, ci spiega il nostro esperto di alimentazione fruttariana Giorgio Bogoni.

Già, “invecchiare e basta” è davvero quello che ritengo il rischio maggiore perché, se non si sceglie “come” invecchiare, significa che si sta trascorrendo l’intera Esistenza in reazione ai modelli mentali proposti dalla Società e in risposta ai desideri degli altri: si sta asservendo la propria Vita a loro.

Si tende a farlo un po’ per distrazione, nel momento in cui la nostra Attenzione è rapita dal Mondo che ci circonda, e un po’ per stanchezza, come può capitare più facilmente da anziani.

In effetti è necessario sviluppare da giovani un approccio alla Vita genericamente “salutare” perché, con il trascorrere degli anni, ci si può solo aspettare di avere meno forza e determinazione.

Procrastinare atteggiamenti quali mangiare meno e impegnarsi regolarmente in una routine di attività fisica, significa semplicemente posticiparli per sempre.

La vecchiaia non è una malattia e “scegliere come invecchiare” è un processo che comincia da giovani e che deve prevedere un progressivo impegno a vivere la propria età biologica, collocandola correttamente nel tempo storico che si sta attraversando.

La prima Attenzione deve essere infatti rivolta a quelle che sono le esigenze e le possibilità del nostro corpo e queste sono riconducibili, per struttura e fisiologia, alla cosiddetta “età biologica” – approssimativo riflesso dell’età anagrafica: è improbabile riuscire a correre una maratona a 70 anni, almeno tanto quanto apprezzare il silenzio a 17.

Secondariamente ritengo importante adeguare le nostre azioni al contesto sociale, culturale e persino tecnologico che si vive: sostanzialmente essere un “uomo del proprio tempo”.

Sulla falsariga dell’esempio precedente, come non è impossibile essere un anziano maratoneta o dedicarsi da giovanissimi alla meditazione, così si può sopravvivere completamente avulsi dal quello che succede attorno, ma è faticoso perché non si è sostenuti dall’energia della collettività e diventa sempre più difficile comunicare.

Un settantenne di oggi deve convivere positivamente con flussi migratori un tempo sconosciuti e saper utilizzare uno smartphone per scambiarsi le foto con figli e nipotini.

Conosco personalmente ultraottantenni che, tutte le sere, vanno prima in palestra e poi a nuotare e che usano con discreta disinvoltura Facebook, Instagram e WhatsApp.

Oggigiorno gli strumenti per mantenersi fisicamente e mentalmente attivi sono davvero a disposizione di tutti, oltretutto con costi assolutamente accessibili al più: il proprio atteggiamento fa la differenza tra subire e scegliere l’avanzare. 

 

trevaini50Silvia Trevaini

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