Arriva il Natale, attenzione all’alimentazione!

E Babbo Natale disse : “Per te nulla…sei a dieta!”

Potrà sembrare eccessiva e paradossale ma questa è, in genere, la percezione di chi seguendo una dieta si avvicina al Natale; questo è il vissuto legato prevalentemente a luoghi comuni che si tramandano da sempre di bocca in bocca. Al di là di una trita aneddotica che potete ritrovare in moltissimi articoli e in qualsivoglia trasmissione culturalculinaria, insieme al dottor Carlo Bertoli, del centro Medico Visconti di Modrone di Milano vorrei provare a fare un sintetico punto della situazione partendo da alcune affermazioni basilari:

1)      Non esistono per definizione alimenti che fanno male (in tal caso parleremmo di tossici o veleni);

2)      Il rapporto con l’alimentazione assume a Natale un’evidente connotazione sociale;

3)      Il periodo natalizio si ripete ogni anno

Dott. Carlo Bertoli

Mi pare quindi evidente sulla base di questi tre semplici assunti che il Natale deve essere affrontato, sotto il profilo nutrizionale, mediante una strategia semplice ma al tempo stesso efficace e comunque almeno di medio termine.

Il periodo natalizio è infatti per molti appunto un “periodo” di cui possiamo stimare l’inizio ai primi del mese di Dicembre ed il termine non prima dell’Epifania. Il cambiamento dei comportamenti sociali di questi anni, rende infatti di più complessa gestione il periodo immediatamente precedente il Natale piuttosto che le giornate canoniche tradizionali. Nel mese di Dicembre infatti si susseguono cene di lavoro in previsione della fine dell’anno, cene aziendali, ricorrenze associative e magari anche ripetute occasioni di incontro prenatalizie con coloro che non si potranno frequentare nei giorni delle festività.

L’unico obiettivo credibile a portata di mano, è quello di riuscire a superare questo periodo nel suo complesso senza aumenti di peso: è quindi inutile fare a sé stessi promesse che già in partenza, si sa, non potranno essere mantenute. Conviene quindi limitarsi a controllare la situazione senza sottoporsi ad inutili ed eccessive restrizioni che non possono che influire negativamente sulla strategia complessiva.

Poche le regole chiave:

1)      Non saltare mai alcun pasto.

Per fare un esempio, se il giorno di Natale mangiamo abbondantemente molto probabilmente la sera del giorno stesso saremmo tentati di compensare saltando il pasto… il giorno successivo, tuttavia, non è il giorno del “ Digiuno Universale” bensì soltanto Santo Stefano ed immancabilmente saremmo di nuovo seduti a tavola. Per quanto si possa avere mangiato il giorno precedente saremmo quindi digiuni da 24 ore, avremo un discreto appetito e faremmo valere il salto della cena come ottima scusa per far fuori tutti gli avanzi del pranzo di Natale. È quindi più opportuna una gestione oculata della trasgressione piuttosto che la sua inutile negazione.

2)      Rispettare le proporzioni nei pasti.

Ciò significa non abusare di un solo alimento, mantenere sempre la quota di proteine e di grassi che danno maggiore senso di sazietà. A tal proposito è bene ricordare al di là dei luoghi comuni che l’alimentazione media non è tanto ricca di grassi bensì di carboidrati.

3)      Non demonizzare i dolci ma conoscerne il reale valore calorico: dare loro il senso del proibito non fa altro che aumentarne il desiderio.

Partendo quindi dal presupposto che in tutte le giornate incriminate vi è soltanto un pasto particolarmente abbondante, è opportuno fare una colazione molto leggera (ma non saltarla), ridurre moderatamente il pasto meno importante (ma non saltarlo), evitando il primo piatto, dimezzando la porzione di pane ed abolendo eventualmente la frutta. In tal modo, con questo piccolo ma sostanziale risparmio, ci potremmo permettere nel pasto principale, cena o pranzo che sia, di mangiare un primo piatto soddisfacente, un secondo di qualsiasi tipo con contorno e naturalmente al termine un dolce. Le porzioni dovranno essere assolutamente normali in modo da non attirare su di noi l’altrui attenzione. Vietato parlare di dieta!

Nelle occasioni conviviali infatti l’argomento viene sempre trattato in modo dissacrante e provocatorio e finisce per mettere in imbarazzo e difficoltà chi invece cerca di controllarsi. Dobbiamo quindi agire con naturalezza sapendo che possiamo permetterci ciò che stiamo facendo, evitando così inutili sensi di colpa. E’ giusto quindi sapere che 200 g di panettone altro non sono che 180g di pane bianco e 20 g di olio, 200 g di pandoro sono 170 g di pane bianco e 35 g di olio, 50 g frutta essiccata sono 50 g di pane bianco, 150 g di tiramisù sono 80 g di pane bianco e 15 g di olio. Certo non si può dire che abbiano uno scarso valore, tuttavia non sono la morte di nessuno.

Ruolo molto importante è rivestito anche dall’alcool. L’alcool si può definire un non-alimento poiché, pur possedendo un notevole contenuto calorico, non fornisce tuttavia calorie “plastiche”; in linea di principio sarebbe dunque improprio paragonarlo a qualunque altro alimento ma, al solo scopo di fare un calcolo calorico, ritengo che questo possa esser considerato un peccato veniale.

200 cc di vino quindi corrispondono a 45 g di pane bianco o 250 g di mele.

 

L’errore dunque, grazie a questo controllo preventivo, sarà più apparente che sostanziale: è pur vero che l’apporto calorico non sarà esiguo ma nel complesso della giornata, assolutamente tollerabile. Naturalmente per passare dalle parole ai fatti abbiamo approntato per voi alcuni esempi di dieta interattiva all’indirizzo http://www.cleverdiet.it/Esnatale.htm

Ma mi raccomando non ditelo a Babbo Natale: è un segreto!

 

 

Silvia Trevaini

Videonews

 

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