Sono denominate solfuree le acque che possiedono una quantità pari o superiore ad 1 mg di H2S (acido solfidrico) per litro. Le acque solfuree andrebbero preferibilmente utilizzate sul posto con apparecchi direttamente alimentati dalla sorgente. I processi di imbottigliamento, stoccaggio, conservazione, apertura dei contenitori e immissione nelle apparecchiature per l’utilizzo comportano necessariamente una perdita di gas che sarà tanto minore quanto più saranno perfezionate le tecniche utilizzate. Le acque solfuree possono contenere, oltre ai composti dello zolfo bivalente, anche altri elementi in quantità apprezzabile e tra questi i solfati, l’anidride carbonica, cloruri e sodio, ioduri e bromuri, bicarbonati, calcio, etc.