Prima di essere cacciatori e agricoltori, gli uomini erano raccoglitori. Raccoglitori di quello che il Regno Vegetale offre a quello Animale: bacche e frutta in genere.
Infatti, come testimoniato dai resti delle loro dentature, gli uomini che precedettero i cavernicoli si cibavano di quanto cresceva spontaneamente sugli alberi; senza alcun bisogno di coltivare, né motivo per cuocere (del resto, la scoperta del fuoco fu sicuramente successiva!).
Le tradizioni culinarie sviluppate ancora dai remoti tempi delle glaciazioni, che costrinsero l’uomo a nutrirsi di semi e carni nel corso del lungo inverno, ci hanno però fatto perdere consapevolezza della nostra natura di animali fruttivori e l’industria alimentare ha assecondato il crederci onnivori.
Il motto “puoi mangiare di tutto, purché tu faccia una sana attività fisica” lega quindi ingannevolmente l’alimentazione, che è nutrizione, con il movimento del corpo, finalizzato al nostro spostarci nell’ambiente e al mantenimento della massa muscolare.
Diversamente, se il corpo umano torna ad essere alimentato con sola frutta, non ha più bisogno di esercizi specifici per ridurre il grasso addominale o contrastare il dolore i muscoli della schiena, ma è sufficiente che mantenga il tono muscolare con semplici movimenti che riproducano ciò che vediamo fare da tutti i primati nel loro spostarsi sugli alberi e a terra.
Il fruttariano raggiunge quindi uno stato di ottima salute per mezzo della corretta alimentazione e riconosce all’attività sportiva il ruolo che decide di darle, in base alle sue propensioni personali e al piacere che prova nel farla, non come necessità per il mantenimento dell’aspetto del suo corpo.
Peraltro, cibarsi di sola frutta riduce sensibilmente sia l’apporto calorico che il consumo di calorie dell’innaturale e costoso processo digestivo di un onnivoro, abbassando l’intero metabolismo e garantendo conseguentemente migliori prestazioni sportive, a fronte di un corpo correttamente nutrito, internamente pulito e con pressione sanguigna e battito cardiaco “al minimo”.
In altre parole, il fruttariano non ha bisogno di fare attività sportiva, se non un modesto lavoro prevalentemente con gli arti e finalizzato al solo mantenimento del tono muscolare in un contesto ambientale dove la raccolta del cibo non lo richiede più, ma può facilmente eccellere nello sport perché ha recuperato le prestazioni garantite a ogni animale dal suo corpo.
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