Il digiuno è il mezzo che la natura utilizza per liberare il corpo dai tessuti “malati”, dagli accumuli di scorie e tossine. Il nostro metabolismo si regge infatti su due attività in equilibrio: l’anabolismo (costruzione) e il catabolismo (distruzione di materia organica) che produce scorie (tossine), teoricamente eliminate ogni giorno attraverso gli organi escretori (reni, fegato, intestini, pelle, vie respiratorie, ecc.). In ogni organismo vivente il cibo, dopo essere stato digerito, viene assimilato dalle cellule e queste eliminano in seguito le scorie metaboliche (catabolismi). Molte sono le energie che il nostro corpo impegna per la digestione e l’assimilazione, per questo mangiare in continuazione paradossalmente toglie energie al nostro organismo e diminuisce la quantità di energie a disposizione, per eliminare tutte le scorie metaboliche prodotte dall’attività catabolica. L’accumulo di queste scorie determinano la tossiemia. Durante il digiuno si recuperano le energie che normalmente utilizziamo per i “processi digestivi”, si recuperano anche quelle utilizzate normalmente per la “vita di relazione” . Quasi tutta l’energia dell’organismo viene utilizzata per lo “smaltimento” dei rifiuti, le tossine. Non assumendo cibo dall’esterno, il corpo si nutre delle proprie riserve con il processo dell’autolisi.. (digestione dei propri tessuti). I tessuti sono persi in ragione inversa alla loro utilità, viene metabolizzato prima il grasso, il glicogeno epatico e cisti, tumori, ascessi, cellulite, edemi, trombi, ecc. Le strutture “nobili” fondamentali per la sopravvivenza sono utilizzati solo nell’ultima fase, quando inizia “l’inedia”. Continua a leggere