Gli ormoni prodotti e secreti dalla ghiandola tiroidea svolgono un ruolo fisiologico di primaria importanza nella regolazione di diverse funzioni del nostro organismo come ad esempio il metabolismo basale, la temperatura corporea, l’attività cerebrale, la velocità del battito cardiaco, la peristalsi intestinale e la funzione riproduttiva. Proprio in relazione a quest’ultima una normale attività ormonale tiroidea è indispensabile per un corretto funzionamento dell’attività ovarica, il che significa per la donna godere di una regolare ciclicità mestruale e di una regolare attività ovulatoria, presupposto necessario per realizzare il desiderio di gravidanza.
“Le disfunzioni della funzione tiroidea sono patologie estremamente frequenti, soprattutto nel sesso femminile e soprattutto durante l’età fertile della donna; in particolare l’ipotiroidismo è una condizione clinica in cui la tiroide, in genere per una disfunzione autoimmunitaria, riduce la sua funzione secretoria con ripercussioni generali su tutto l’organismo (sensazione di freddo, secchezza della cute, difficoltà di attenzione e concentrazione, rallentamento del battito cardiaco, stipsi) e nella donna sulla funzione riproduttiva con irregolarità del ciclo mestruale e cicli anovulatori, cioè cicli in cui non avviene l’ovulazione che è il presupposto unico e fondamentale per il concepimento”, ci spiega il Dott. Gregorio Guabello, endocrinologo del Centro Medico Visconti di Modrone. Spesso le alterazioni della funzione tiroidea sono in realtà di lieve entità, non danno quindi manifestazioni cliniche specifiche ma nel I° trimestre di gravidanza, quando il fabbisogno ormonale cresce in quanto il bambino dipende dalla secrezione ormonale della tiroide della madre, la quantità di ormoni secreti può non essere più sufficiente e questo può avere ripercussioni negative sull’andamento della gravidanza come ad esempio un aborto spontaneo. Un altro fattore di cui tenere conto è che oggi molte donne, in un mutato contesto sociale di realizzazione professionale, hanno spostato l’età del concepimento avanti di alcuni anni, il che ha portato ad un maggior tasso di infertilità e al conseguente ricorso di tecniche di fecondazione assistita. La stimolazione ormonale necessaria per il prelievo degli ovociti a sua volta può alterare la funzione tiroidea e questo può compromettere la buona riuscita della procedura.
In conclusione, possiamo dire che sia nella ricerca di una gravidanza spontanea sia nell’ambito della procreazione medicalmente assistita, eseguire un dosaggio degli ormoni tiroidei è sempre molto utile in quanto può svelare una disfunzione ormonale, anche lieve, che se riconosciuta e curata da subito, favorisce la possibilità del concepimento, sia esso spontaneo o artificiale.
Silvia Trevaini
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