La negazione come meccanismo di difesa dell’equilibrio

“In realtà non è mia intenzione dire qualcosa di offensivo”…

“La persona del sogno non è mia madre”…

(Freud, 1925)

 

Il termine negazione fu inizialmente introdotto in ambito psicanalitico per indicare quel meccanismo per cui il soggetto, pur formulando uno dei suoi desideri, pensieri, sentimenti o emozioni fino ad allora rimossi, continua a difendersi da questi negando che gli appartengano.

Ne parliamo con Cristina Toni e Alessandra Del Carlo, specialiste in psichiatria del Centro Medico Visconti di Modrone.

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Il dolce far niente

Impara a goderti senza sensi di colpa  il dolce far niente. Fermati, per un istante. Osservati dall’esterno, con oggettività. Stai correndo da quando hai messo i piedi fuori dal letto, non ti sei neanche chiesta come stai oggi, se ti domandassero che cosa hai mangiato a colazione dovresti pensarci. Sì, hai bevuto un caffè in piedi mentre scrivevi la tua “to do list” quotidiana, l’elenco delle cose da fare, e sgranocchiato un biscotto di cui non ricordi il gusto. Nel mentre impostavi mentalmente l’organizzazione dell’intera settimana, scandita al nano secondo. Più che essere esaurita, sei abituata ad affannarti anche quando non ce ne realmente bisogno. Soprattutto  chi abita in una grande città, lo fa in ogni occasione, come un automatismo. Al lavoro le ore volano e ti agiti perché temi di non stare nei tempi, la pausa pranzo è un  prolungamento della mattinata, dura giusto il tempo di mettere a tacere i brontolii dello stomaco e i  discorsi affrontati con i colleghi vertono sempre solo su problemi professionali. Continua a leggere