Le infezioni parassitarie sono fonte di sintomi e malesseri: impariamo a riconoscerle e a curarle in modo naturale.
Noi siamo fatti di parassiti, funghi e virus: nel nostro corpo si trovano fra i 500 e i 10 milioni di microrganismi diversi. Di norma i microrganismi colonizzano il tratto gastrointestinale, i polmoni, il fegato e altri organi. L’insieme di tutte queste specie prende il nome di microbiota umano, la cui composizione è unica: esso si sviluppa nei primi giorni di vita e sopravvivere, salvo malattie gravi, a lungo, riproducendosi e cambiando in certe fasi. È talmente specializzato che molti ricercatori oggi considerano il microbiota un organo a sé stante, dato che svolge funzioni che non saremmo in grado di espletare altrimenti, come l’assimilazione dei cibi o parti di esso che risulterebbero indigeribili, e la sintesi di alcune vitamine. Si tratta di uno degli organismi più complessi esistente sulla terra. La sua presenza è favorevole alla nostra salute, la nostra omeostasi dipende dai batteri che abbiamo, poiché è una cooperazione mutualistica di reciproco vantaggio. Accanto a questi parassiti buoni, chiamati probiotici, ce ne sono alcuni che sono invece dannosi che possono creare malattie anche gravi.
I parassiti che danneggiano la nostra salute.
I parassiti cattivi sono quelli che ingeriamo dall’esterno, per contaminazione del cibo da materia fecale, cibi, soprattutto carne, poco cotte o crude, spazzatura o acqua contaminata. Riproducendosi in fretta, questi parassiti interferiscono con le normali attività delle cellule che infettano, fino a dare origine a vere proprie malattie. Le secrezioni rilasciate dai parassiti possono scatenare una sollecitazione del sistema immunitario, alimentando le malattie autoimmuni. I sintomi più comuni di una infezione parassitaria sono: perdita dell’appetito, stanchezza, stipsi, allergie alimentari, febbre, dolori gastrici, prurito anale, presenza di sangue e muco nelle feci, colite, morbo di Crohn, feci maleodoranti.
Purtroppo non è sempre facile riconoscere una infezione parassitaria, perché spesso questi ospiti indesiderati rimangono silenti per lungo tempo. I parassiti dannosi più comuni sono: gli ossuri, gli ascaridi, il verme tondo, e la giardia.
Eliminare i parassiti cattivi a rafforzare quelli buoni
Intervenire contro i parassiti è di fondamentale importanza. Prima di intraprendere un qualsiasi trattamento è bene, però, avere una diagnosi corretta, che si fa attraverso l’esame delle feci. Un trattamento fatto senza la certezza di avere parassiti dannosi potrebbe provocare seri danni alla colonia batterica dei parassiti probiotici nel nostro tratto intestinale. Conviene rivolgersi a un laboratorio specializzato che esegua indagini parassitologico e complete. Molti degli esami che vengono eseguiti presso ospedali e cliniche non sono sufficientemente sensibili da rilevare i differenti tipi di parassiti. Alcune infezioni parassitarie sono infatti difficili da rilevare. La medicina convenzionale si affida farmaci antiparassitari che però non sono privi di controindicazioni o effetti collaterali. Le terapie naturali sono altrettanto valide. Un protocollo valido è quello messo a punto dalla Dottoressa Clark.
Il trattamento dura 18 giorni, ma è bene, dopo tale ciclo, assumere le erbe una volta settimana per un anno come programma di mantenimento per prevenire nuove possibili infezioni.
Ecco di seguito le piante che si utilizzano:
-tintura di mallo di noce nera, è nota fin dal passato nel trattamento delle infezioni parassitarie. Se ne assume 1 goccia 1 volta al giorno prima dei pasti. Si aumenta progressivamente di una goccia al giorno, fino ad arrivare a due cucchiaini il sesto giorno. Dal settimo giorno si assumono due cucchiaini una volta la settimana.
-artemisia, viene usata abbondantemente nelle terapie antiparassitarie. La pianta è in grado di uccidere gli stadi larvali dei parassiti. Si assume una capsula da 200 -300 mg 1 volta al giorno prima dei pasti. Dal terzo giorno si passa a 2 capsule per poi passare a 3 dal quinto giorno e a 4 il settimo e ottavo giorno. Se aumenta progressivamente di una capsula ogni 2 giorni. Dal 17º giorno si assume una capsula una volta a settimana
-chiodi di garofano, le capsule hanno proprietà antifungine, antivirali e antinfiammatoria. Si comincia assumendo 1 capsula durante i tre pasti principali, 2 capsule tre volte al giorno il secondo giorno, e dal terzo giorno si prendono 3 capsule 3 volte al giorno. D’altra 12º giorno si assumono tre capsule una volta settimana
-ornitina, indicata se, a causa del trattamento antiparassitario che libera ammoniaca, non si riesce a dormire. Se ne assumerà due capsule prima di coricarsi, aumentando di due capsule ogni sera fino a un massimo di sei. Il trattamento si interrompe quando il sonno torna regolare.
-arginina, che assorbe anch’essa l’ ammoniaca rilasciata, ma ha un effetto stimolante per cui durante il trattamento antiparassitario sarebbe meglio smettere di bere caffè. Se durante il giorno si ha sensazione di stanchezza si può prendere 1 compressa prima dei tre pasti principali.
Silvia Trevaini
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