Un risveglio spirituale è la costante ri-connessione con la realtà. E voi e il vostro Sé superiore, che sono in ultima analisi la stessa cosa, si stanno ricollegando.
Da tale connessione, il vostro vero Sé sorge per guarire vecchie ferite, si pone in allineamento con il Sé superiore, per spostarvi verso il vostro modo più vero di esprimervi e di vivere la vostra vita. In questo momento molte cose stanno cambiando nel mondo. Viviamo un tempo di risveglio e di desiderio di cambiare, mai visto prima. Molte persone diventano più consapevoli di questioni e pratiche che sono durate troppo a lungo e che devono cambiare.
Molte persone ora vogliono riprendere le proprie vite nelle proprie mani e sfuggire al modello imposto dalla società per conoscere veramente la felicità e vivere la vita che vogliono veramente vivere e non una dettata da tv, riviste, film, identità sociali e tutti i tipi di cliché insignificanti dai quali molti ora vogliono allontanarsi. Il mondo si risveglia anche in termini di nutrizione.
Sempre più documentari denunciano ora i nostri scandali alimentari attuali (dal genocidio animale e dalla crudeltà nell’industria alimentare, all’alta tossicità del cibo chimico odierno e alla distruzione delle risorse vitali del nostro pianeta).
Sempre più scienziati indipendenti, giornali, blog e individui, creano i propri gruppi e il supporto di informazioni, per diffondere la consapevolezza sulla verità sulle varie industrie tra le quali viviamo e offrire nuovi modelli ispiratori. Tutti contribuiscono, a modo loro, ad una crescente consapevolezza del mondo.
Ma quali tecniche utilizzare per il proprio percorso di crescita spirituale? Ce ne sono alcune migliori di altre? Ne parliamo insieme al nostro esperto di alimentazione fruttariana Giorgio Bogoni.
Mi piace identificare il “risveglio” dell’individuo con una sorta di presa di consapevolezza, in analogia con un vero e proprio “svegliarsi” da un lungo sonno, durante il quale non ci si rendeva conto di dormire.
Di fatto dormiamo ogni volta che non siamo vigili e presenti alla Realtà che ci circonda, ma la subiamo passivamente con la mente rapita da pensieri con i quali riviviamo il nostro passato, piuttosto che immaginiamo un temuto o sperato futuro.
Così trascorriamo la Vita lavorando come asini ai quali il consumismo mostra la carota di un’automobile nuova o di un viaggio ai tropici, in modo che possano continuare a essere un ingranaggio funzionale a una società che ne omologa gli atteggiamenti e le reazioni.
Invece noi vorremmo essere il Pinocchio di Collodi: il burattino che si risveglia e si trasforma in un “bambino Vero”.
Nel corso dei secoli, l’uomo ha sviluppato diverse tecniche atte a diventare consapevole del Momento Presente attraverso un re-indirizzamento della propria Attenzione e questo è il primo passo di tutti i percorsi di crescita spirituale.
Per fermare il saltellare qua e là della “mente scimmia”, a spasso tra passato e futuro, è utile educarsi all’osservazione passiva del respiro, piuttosto che del battito cardiaco – qualsiasi cosa aiuti ad ancorarsi al Presente.
Da questa considerazione nascono le pratiche di respirazione dello Yoga, finalizzate a facilitare questo passaggio, al quale segue un progressivo sganciarsi dalla quotidianità del Mondo.
Perché proprio di questo stiamo parlando: non possiamo aspettarci nulla di nuovo, fintanto che viviamo nell’ambito delle logiche che già conosciamo.
Questo è il percorso: valido, battuto, sempre attuale, ma anche riconosciuto come faticoso.
Io però ho fatto esperienza di qualcosa di diverso: un risveglio spirituale che chiunque può conseguire in un mesetto e mezzo, ma soprattutto in maniera automatica, senza alcuno sforzo mentale. È richiesta solo una titanica forza di volontà.
Vi assicuro che, vivendo di solo liquidi ipocalorici (<500 Cal/die) e quindi senza mangiare assolutamente nulla che inneschi la digestione, dopo circa 40 giorni comincerete ad avere interessantissime aperture spirituali. Sarà un progressivo susseguirsi di sensazioni riconducibili a un disinteresse per tutto quanto è materiale, vi sentirete in Cielo.
È inevitabile ripensare ai 40 giorni nel deserto del Cristo e ai digiuni a cui invitano tutte le religioni ma, piuttosto che ragionarci su, vi consiglio di provare.
In tema di risveglio spirituale, un’esperienza in prima persona vale più di molti anni di studio e la ricetta che vi sto proponendo è davvero semplice.
Silvia Trevaini
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