La maggior parte delle persone assume caffeina giornalmente ma non ha la più pallida idea dei sintomi di astinenza da caffeina e delle circostanze in cui questi possono presumibilmente per manifestarsi. Si suppone erroneamente che l’astinenza da caffeina si verifichi solo quando vi si rinuncia completamente. In tal caso, la maggior parte delle persone sa quanto i sintomi possano essere gravi. In questo articolo ci vogliamo concentrare sui sintomi di astinenza e non sui danni.
L’astinenza da caffeina può verificarsi in molte situazioni:
- Con un consumo di caffeina poco frequente, ad esempio quando si beve caffè solo in viaggio o in determinate occasioni.
- Attraverso un’assunzione di caffeina variabile: ad esempio, quando si beve la stessa quantità di caffè durante i giorni lavorativi ma la si riduce (spesso senza neanche rendersene conto) durante i fine settimana o le vacanze. Per molte persone l’assunzione di caffeina è infatti associata a un luogo dove il caffè è disponibile, come al lavoro.
- Cambiando marche di caffè o metodi di preparazione: diversi chicchi di caffè possono contenere quantità variabili di caffeina. Quindi il semplice passaggio da un caffè ad alta caffeina a uno a bassa caffeina può causare sintomi di astinenza o anche bere caffè in vari luoghi (Starbucks o McDonalds o un altri luoghi “trendy”) in cui il caffè è preparato in modi diversi e con diversa robustezza.
- Bevendo diversi tipi di bevande contenenti caffeina: Kombucha, tè verde o cappuccini decaffeinati, contenenti tutti quantità variabili di caffeina.
Ogni volta che il corpo si abitua a un consumo particolare di caffeina e ne diminuiamo la dose, si verificheranno alcuni sintomi di astinenza. Ecco perché le persone in vacanza si scoprono essere più irritabili (si pensi alle discussioni durante i viaggi!) e si crede che la colpa sia da attribuire a circostanze esterne piuttosto che all’improvvisa riduzione di caffeina nel corpo. Altri possibili sintomi da astinenza: mal di testa, depressione, ansia… Un sintomo spesso non riconosciuto è una sorta di “nebbia cerebrale” che determina un’incapacità di concentrazione e la mancanza di motivazione. Approfondiamo l’argomento con il nostro esperto di alimentazione fruttariana Giorgio Bogoni.
Per esperienza personale, conosco molto bene i sintomi da astinenza.
Infatti il mio Percorso di Regressione Alimentare, da un atteggiamento onnivoro a uno fruttariano, è stato un susseguirsi di successive restrizioni, che mi hanno portato a sperimentare la più completa sintomatologia da astinenza – tanto fisica, quanto psicologica.
Di fatto, per esperienza, considero la caffeina una droga piuttosto blanda e conseguentemente qualcosa di cui ci si può privare abbastanza facilmente.
Infatti è richiesta ben più determinazione per rinunciare ai latticini, in particolare ai formaggi, e ancora di più per abbandonare gli amidi cotti (pasta, pane, pizza…).
Credo che questo sia dovuto al fatto che sono alimenti introdotti nella nostra alimentazione in tenera età e hanno avuto quindi il tempo necessario per radicarsi emotivamente dentro di noi.
Trovo infatti ragionevole supporre che la violenza con la quale si manifestano i sintomi da astinenza sia sempre proporzionale al bisogno fisico e psicologico che abbiamo di quel determinato alimento.
Voglio però mettere in evidenza il fatto che anche una dipendenza strettamente fisica, ad esempio legata all’aspettativa di trovare in un cibo un certo stimolante o una risorsa di zucchero, viene comunque filtrata dalla mente, perché la decisione di consumare o meno qualcosa si basa solo sul ricordo che abbiamo delle passate esperienze, in quanto l’organismo non è in grado di valutare in anticipo come reagirà a quello che non ha ancora mangiato.
Quindi, da una dipendenza di natura principalmente emotiva, nasce all’opposto una crisi di astinenza la cui sintomatologia è indubbiamente fisica.
Parlando nello specifico del caffè, la dipendenza è legata al richiamo che ha la bevanda nel momento in cui viene mentalmente associata a una pausa sul lavoro o a una gratificazione che ci si concede e, rinunciandovi, si scatenano sintomi fisici che manifestano credenze collegate a quello che rappresenta l’essersi privati del caffè: “ho un lavoro che non mi consente di fermarmi un attimo”, “non ho mai un momento per me”, “ho bisogno di qualcosa che mi tenga sveglio”…
Al di là di queste considerazioni, esistono poi altri sintomi banalmente legati alla fisiologia innescata dalla caffeina, ma è l’insieme degli uni e degli altri a farci credere di “aver bisogno di un caffè” ed è sempre più che altro una faccenda di testa.
Io, ad esempio, bevo solitamente un solo caffè al giorno, in deroga al mio regime alimentare fruttariano, poco prima di andare a dormire.
No, non mi tiene sveglio, banalmente perché non ho mai pensato che la caffeina tenga svegli.
Quindi, anche per quanto riguarda i sintomi di astinenza, aspettatevi sempre… quello che vi aspettate!
Silvia Trevaini
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