Quando l’igiene orale previene l’infarto

Denti e salute sono diventati un connubio sempre più rilevante negli ultimi anni. Curando i denti non abbiamo solo una bocca con cui mangiare e ridere. La malattia cardiovascolare (Mcv) è una delle principali cause di mortalità nel mondo e la principale causa di morte in Europa e negli Stati Uniti. Un elevato numero di situazioni infiammatorie  derivate da infezioni comuni, tra cui la paradentite, sono state considerate probabili promotori di atereogenesi. Nel 2013 l’American Academy of  Periodontology insieme alla European Federation of Periodontology hanno promosso una Consensus Conference, una conferenza che ha preso in esame tutta letterata esistente sull’argomento sino a quella data.

Le conclusioni sono state che:

-Esiste una consistente e forte evidenza epidemiologica che la paradentite aumenta il rischio di insorgenza di malattie cardiovascolari.

-Studi clinici, sperimentali e in vitro supportano l’ipotesi di un’interazione tra le due patologie e l’esistenza di meccanismi biologici connessi a entrambe.

Un infarto quindi potrebbe essere causato, non direttamente,  da una infezione alla bocca non curata. La salute della bocca è tra i fattori corresponsabili- se trascurata, se è quindi presente uno stato infiammatorio quale lo è la paradentite- nell’incremento del rischio di eventi cardiovascolari e cerebrovascolari. Tuttavia, non tutti sono concordi nell’affermare questa correlazione diretta tra infarto e infezione del cavo orale e malattie paradontali: i dati derivati da studi di ricerca incorciati e trial clinici controllati sono discordi. Un effetto diretto della paradentite sull’aterogenesi o sulla progressione della aterosclerosi ( processi che, portando alla morte di parte nel muscolo cardiaco, preannunciano l’infarto) potrebbe essere causata dal passaggio di batteri  dalla bocca (patogeni parodontali) al sangue. Su questo processo in particolare si soffermano gli studiosi nelle loro ricerche. Tecnicamente si parla di trans locazione di patogeni parodontali dal cavo orale al sistema circolatorio. La batteremia, ovvero il transito di batteri dalla bocca al sangue del paziente , è stata rilevata, non solo dopo cure e terapie di una certa importanza, come la terapia paradentale attiva ma anche dopo pratiche più comuni. Batteri o prodotti batterici circolanti possono raggiungere parti del corpo anche molto distanti dalla zona che li ha “originati”, o meglio che li ha ospitati per primi.

I Bacteroidetes, che colonizzano la bocca e l’intestino, di solito non causano danni. In determinate condizioni possono dare origine a malattie gengivali, ma anche in questo caso non invadono i vasi sanguigni. I lipidi che secernono, però, possono passare attraverso le pareti cellulari e andare a finire nel sangue. È  in questo momento che contribuiscono a questo intasamento che indurisce e restringe le arterie, con una diminuzione del flusso di ossigeno che può portare a malattie come infarto o ictus. In odontoiatria e igiene dentale, un esempio tipico è quello che evidenza come i batteri presenti nel tartaro della bocca possono essere ritrovati nel cuore, nelle arterie o in altri organi distanti dalla bocca, quali gli arti inferiori. Per comprenderne l’origine di questi batteri basta un semplice test del Dna. Questo test permetterà di tracciare il percorso che ha compiuto il batterio che, nato dalla bocca, è giunto fino ad altri distretti del corpo.

Tra denti e salute c’è quindi un forte legame che arriva fino al cuore. Curare la salute del proprio cavo orale poteva apparire, fino a qualche anno fa, qualcosa di isolato rispetto al resto del corpo. Oggi, invece, sappiamo che non è per nulla così e, dunque, appare fondamentale la cura dei nostri denti per prevenire malattie molto più importanti. Aggiungiamo solo che tra infarto e mal di denti vi è un ulteriore legame. Infatti, dolori ai denti e alla mandibola possono essere uno dei sintomi dell’attacco di cuore da considerare, ovviamente, insieme ad altri fattori. L’uso quotidiano di spazzolino elettrico o tradizionale e filo interdentale non basta: bisogna anche andare con regolarità dal dentista per verificare le situazioni più rischiose.

 

trevaini50Silvia Trevaini

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