Cosa pensano gli atri

Prima o dopo, nell’arco della propria vita si finisce quasi sempre con il cambiare alimentazione, optando per un regime alimentare differente da quello seguito per anni e anni. Il cambiamento dell’alimentazione rappresenta un passo di notevole importanza dal punto di vista del miglioramento della propria salute. Scegliendo di modificare il proprio regime alimentare si dà il via a un processo che, di fatto, non potrà che migliorare l’organismo, e ciò vale per tutte le sue straordinarie funzionalità (a patto che si introducano gli alimenti ideali per favorire tutto ciò). Tuttavia, cambiare regime alimentare non è affatto semplice.
Gli ostacoli più grandi che si possono incontrare nella fase di cambiamento del regime alimentare, dunque, non sono affatto dentro di noi, ma nelle altre persone. Eppure, è certamente vero che la vita è solo nostra, unica e irripetibile. Siamo noi che facciamo le scelte che riteniamo più adatte per il nostro organismo, e siamo noi che, avendo acquisito una maggiore consapevolezza dal punto di vista dell’importanza dell’alimentazione, abbiamo optato per un cambiamento pur sempre positivo, mai negativo. La questione, dunque, è molto semplice: se noi non ci prendiamo la libertà di criticare o deridere il regime alimentare adottato dalle altre persone, per quale motivo dovrebbero farlo gli altri? Perché lasciarsi condizionare da battute e risate di scherno, ogni qual volta ci si reca al ristorante con una compagnia composta da soli carnivori? La verità è che gli altri non sono minimamente interessati al nostro benessere. Le persone che non vedono di buon occhio le pratiche sane e ancor meno crudiste, sono le stesse che non accettano affatto che qualcuno si nutra in maniera differente, una maniera che, per quanto riconosciuta a tutti gli effetti salutare, non fa che rendere “strani” coloro che scelgono di perseguire tale via. Ma dietro a tutto questo, ed è possibile che tu lo abbia sperimentato direttamente sulla tua pelle, c’è molto di più. Dietro il comportamento dei detrattori delle abitudini sane c’è un problema assai più profondo. Con tutta probabilità, chi irride o deride una scelta di questo tipo lo fa sostanzialmente per sentirsi meno male dal punto di vista interiore, essendo probabilmente cosciente del fatto che, in realtà, è lui stesso a rendersi colpevole di un atteggiamento poco salutare. Scaricare sugli altri il peso delle proprie abitudini errate, dunque, è questo che fa un detrattore del mondo della sana alimentazione. È evidente che vi è un che di malsano in tutto questo, un comportamento che non fa che creare astio tra le parti in causa. In ogni caso, il problema è degli altri. Se hai deciso di optare per una scelta di vita salutare, nessuno potrà impedirti di proseguire nella direzione che hai volontariamente scelto di intraprendere. Quello che pensano gli altri è un problema solo e soltanto loro, e che non deve avere nulla a che vedere con ciò che pensi tu, nel profondo della tua coscienza. Il fatto che le persone mettano in discredito le scelte di vita degli altri significa che, in sostanza, loro stessi non hanno a cuore il benessere delle persone che hanno accanto. Vediamo se ha distanza di anni dall’inizio del suo percorso di perfezionamento alimentare, il nostro esperto di alimentazione fruttariana Giorgio Bogoni riscontra ancora delle critiche dalle persone che gli sono accanto…

Giorgio Bogoni

Sono ormai abituato a dovermi confrontare con persone che sostengono che la mia alimentazione non sia salutare, perché non hanno né la pazienza di informarsi, né la forza di volontà di sperimentarla in prima persona. È per loro molto più facile criticare le mie scelte, avvalorando il loro punto di vista ripetendo a pappagallo luoghi comuni, messi in bocca a medici e scienziati.
Negli anni ho sviluppato una strategia che mi consente di “professare” liberamente il mio regime alimentare, salvaguardando la pigrizia dell’interlocutore che mi stuzzica: parlo di me come di una persona strana che sta facendo esperimenti e ne racconto anche i benefici, ma aggiungo sempre di non cercare di emularmi nella mia follia perché è uno Stile di Vita adatto a pochi e che può essere conseguito solo attraverso lunghi anni di restrizioni. A queste mie parole, la maggior parte delle persone mi guarda come se fossi un marziano e rinuncia a criticarmi perché mi sono posto in modo da non rappresentare una minaccia al loro modo di vivere; mentre pochi incuriositi, spesso motivati da qualche problema di Salute, cercano di approfondire. A questi ultimi riservo un dialogo adeguato al punto del Percorso dove si trovano, passando la quantità e qualità di informazione che gli consenta di fare il passo successivo. A chi si mostra più interessato, metto in mano il mio libro sul fruttarismo, invitandoli a proseguire la chiacchierata dopo la lettura.
Di fatto l’esperienza mi ha insegnato a non cercare di dimostrare nulla a nessuno, soprattutto a quelli che appaiono troppo sicuri del loro punto di vista. A differenza di molti vegani, non ho particolari difficoltà a sedermi allo stesso tavolo di un carnivoro ed è proprio questo a farmi accettare e, in definitiva, a rendermi simpatico nel mio mangiare quasi solo frutta.
Tutto sommato, negli anni sono cambiato anch’io e non ho più lo stesso impeto di una volta nel voler convertire gli altri al mio credo. A dire il vero, ho sostituito il mio iniziale desiderio che tutti potessero beneficiare della mia alimentazione, con un ben meno nobile senso di superiorità: chi non mangia come me è sopraffatto dagli impulsi dei sensi perché incapace di esercitare la forza di volontà inizialmente necessaria, non mi interessa aiutare chi non vuole essere aiutato.
Ormai vedo gli altri come drogati, completamente dipendenti dal cibo che pretende la loro attenzione, e quindi non posso risentire emotivamente delle loro critiche, dal momento che non li considero in grado di esprimere un punto di vista con un minimo di oggettività.
Non dico nulla, ascolto qualsiasi obiezione al mio atteggiamento alimentare e persevero nell’offrire a tutti il buon esempio, in luogo di tante considerazioni e ragionamenti.

trevaini50Silvia Trevaini

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